Quantcast
Channel: Elisabetta ricami a mano
Viewing all 445 articles
Browse latest View live

Operazione Cuore Coloris Primavera: quarta puntata

$
0
0

Di neve a terra non ce n'è più.
Ne vedo ancora sulle montagne e la nostalgia paralizza il mio sguardo all'orizzonte, mentre seguo il profilo delle cime e i ricordi che affiorano.
Torno con i piedi a terra grazie a voi e al nostro appuntamento.
La temperatura e la luce sono degni di un giorno di primavera e i bambini si sono categoricamente rifiutati di indossare le giacche. Quelli le cui madri sono riuscite nell'intento, hanno appeso gli indumenti ai rami e scorazzano in fibrillazione, rincorrendosi tra gli alberi.
Abbiamo socchiuso le porte e trascinato alcuni tavolini carichi di merende all'esterno.
Anita &Co., riverse su alcune stuoie a terra, disegnano abiti per la nuova stagione: pare che, intramontabile, il must di quest'anno sarà ancora la morbida shirt che cade scoprendo la spalla e la mitica spallina coperta di strass.
L'erba pullula di puntini colorati: azzurre veroniche, candide pratoline e pallidi anemoni. Sui rami i primi germogli e i boccioli del pesco vibranti del desiderio di esplodere.
Come loro, noi. 
Con la differenza che noi non dobbiamo attendere!
Sento la vostra eccitazione, mista a preoccupazione.
Mi dite che vabbè, i punti lanciati li sanno fare tutti. Che insomma, il nodino fa arrabbiare, ma non troppo. Che siete sicure che però più di così non saprete fare.
Macchè, rispondo io.
Qualcuno mi chiede se uso il telaio, perchè dalle foto parrebbe proprio così... 
No!
E' che non posso stirare il lavoro in corso, dal momento che ho usato una penna termosensibile per il riporto del disegno, e il telaio mi tiene in tiro la stoffa per foto decenti!
Comunque usare il telaio è sempre consigliabile! Sono io quella sbagliata.
Srotoliamo dunque una delle più belle matassine Coloris, la Coloris 4500, che porta al nostro cuore ancora spoglio, il tenue verde delle giovani foglie e delicate varietà di rosa.


Starei anch'io ore e rimirare i macramè scartati con religiosa cura dal gruppo genovese e le tovaglie a punto Assisi che le assisiane hanno steso a profusione sui tavoli, con tutte le teste chine a chiedere e a complimentarsi e a capire come e con cosa... 
Devo interrompere sadica lo scomposto chiacchiericcio, perchè abbiamo tanta carne da mettere al fuoco (compresa quella che gli uomini hanno deciso di sbraciolare sui braceri allestiti all'esterno: vedo i mariti fare in modo che non si avvicini alla fucina il mio, dopo aver, indegna, urlato ai quattro venti il rischio che riproponga il miracolo della trasformazione delle salsicce in cenere...).

Suggerisco dunque che si tagli la solita gugliata e si prelevino due fili, per darsi al punto margherita (variante solitaria del punto catenella).


Nell'immagine il punto è lavorato dal basso verso l'alto, ma solitamente noi in Italia lo lavoriamo al rovescio. 
Ho progettato questi rami pensando alla variabilità del colore di questo filato, che muta dal verde al rosa. Ho disegnato foglie e fiori allo stesso modo e così basterà correre sui rami senza pensieri: il rosa evocherà i fiori, il verde le foglie. Se ricamassi gli stessi rami con filati diversi, impiegherei molto più tempo.

Esco sul dritto alla base della foglia/fiore disegnata, nel punto in cui l'elemento si stacca dal ramo. Tengo la solita posizione di partenza (pollice che tiene il filo) e, puntando nello stesso punto in cui vedo uscire il filo, esco all'estremità opposta.


Devo accertarmi che l'ago rimanga sopra l'ansa del filo così formata, in modo che, tirando la gugliata verso di sè (e non verso l'alto!), si veda formarsi un cappio.


Una volta tirato il filo (non troppo, perchè sono belli i punti margherita un po' cicciottelli), devo fermare il cappio con un piccolo punto che lo scavalchi.


Partendo dal primo ramo, e scorrendo sotto i punti fatti, posso procedere a ricamare tutti gli elementi a punto margherita e nodini (già spiegati nel precedente post). 
Soffermiamoci un attimo, però, ad escogitare qualche sistema per rendere più variegato e realistico l'effetto dei rami.
Posso, per esempio, lasciare in sospeso i nodini e ricamarli quando torno verso il profilo del cuore per raggiungere il nuovo ramo: così nel frattempo il colore sul filo sarà mutato ed eviterò passaggi ripetitivi di colore, mescolandoli.


Posso anche, volendo dare un tocco più rosa ai rami, gestire l'avvio delle nuove gugliate, eliminando i tratti verdi delle estremità...


In men che non si dica... Avrete il vostro pesco in fiore!

E siccome abbiamo tempo, possiamo darci anche al ricamo della punta del cuore, perchè ormai i punti... Li conosciamo tutti!
Con il DMC 3364 ricamiamo a punto erba gli steli delle margherite.
Appena incontriamo una foglia, possiamo usare una variante del punto margherita per ricamarla velocemente: il punto mosca. Premesso che, nel caso non lo capiate, potrete benissimo usare una serie di punti lanciati, ecco la sequenza:

1. Dalla sommità della foglia ricamo un tratto verticale


2. Esco a sinistra e imposto un punto margherita aperto

3. Ripeto i passaggi 1 e 2


Passare dal prato verde allo sboccio delle margherite...


... è solo questione di punti margherita in DMC blanc o 3865!


Ma noi ora sospendiamo i lavori, perchè il profumino che si diffonde nell'aria è così invitante che vedo avvicinarsi volpi e gatti con l'acquolina in bocca. Mio marito per fortuna ha salvato con l'assenza le salsicce dalla carbonizzazione, ma è alto il rischio che ne faccia un sol boccone, quindi corro a mettergli il guinzaglio!
A prestissimo e buon appetito!

Operazione Cuore Coloris Primavera: quinta puntata

$
0
0

Ho fatto un po' di conti, calendario alla mano.
Abbiamo sostenuto un ritmo incalzante di incontri e nuovamente oggi vi ho radunate tutte qui, perchè martedì prossimo è già Primavera e per allora avremo le rose da far sbocciare su lavori pronti.
Non posso accettare cuori paralizzati nel gelido autunno, che credono presuntuosi di poter far arrivare la Primavera a comando. 
Oggi non è giornata.
Per questo vi ho ammutolite tutte, non appena avete messo piede nella serra. Mi sono portata una bacchetta per impaurirvi e vi minaccio seria e impettita.
Peccato che Mario mi faccia il verso mentre vi parlo e voi tutte ridiate!
Non cederò. 
Non riuscirete a farmi scoppiare. 
Alfredo e la combriccola provano con le boccacce al di là dei vetri: i più piccoli li leccano con decisione. 
Disgustoso.
Ho platealmente ordinato ad Anita & Co. di sedersi a fare i compiti, per dimostrare la mia impeccabile autorità: ridono come pazze.
Sono senza speranza.
La veneziane, come avevano promesso alle colleghe genovesi, hanno pure portato i fuselli e sento i ticchettii provenire da sotto i tavoli, accompagnati dal sommesso confrontare le varianti.
Srotolo il mio Coloris 4505 e provo con un secco ed imperioso... Chi c'è, c'è!


Rifiuto il vasetto di miele di acacia spudoratamente offertomi dalle abruzzesi perchè io mi addolcisca un po' e taglio gugliate all'impazzata, purchè tutte si mettano leste all'opera.
Vedo che tante sono già partite a ricamare i lineari con il punto erba e dico Ok, va bene lo stesso. Però io in questo caso preferisco usare il punto indietro, così da terminare lo stelo pronta con l'ago sul dritto per il punto margherita in cima al ramo. 
Riesco a dirlo con gentilezza, perchè la mantovana ha sciolto quattro cucchiani di miele nella mia tazza, di soppiatto, mentre io parlavo sorseggiando la tisana.


Il punto indietro è facile. Lavoro da destra verso sinistra ed esco sul dritto un po' più avanti rispetto all'inizio della linea. Poi torno indietro ed esco ancora più in avanti. Tiro bene ad ogni passaggio.


Come si nota nella foto, al termine dell'ultimo punto sono pronta per avviare i punti margherita e ricamare questo gruppo di fronde che avoca il glicine, pur non avendone esattamente la forma. 
Trovo splendido questo filato, perchè ha una sua cupa sobrietà che conquista. 
Se vi siete perse i punti margherita, potrete ritrovarli nel precedente post.


Con il mulinè DMC 746, sempre a due capi, suggerisco, ora melliflua, di ricamare dei bei nodini in corrispondenza dei punti svolazzanti oltre il glicine. 
Se doveste avere una stoffa particolarmente trasparente... Ahimè! Dovrete fermare ciascun nodino sul rovescio. Io farei un paio di punti serrati sotto il nodino e poi, di soppiatto (come la mantovana), annoderei i due capi sul rovescio un paio di volte. 
Si. 
Trasgredendo a secolari tradizioni e rischiando dolorose punizioni corporali.
Ve lo avevo detto che oggi non era giornata.

Però... 
Decisa a togliervi da quel languore che ad un certo punto inizia, quando un lavoro non arriva presto al termine e l'impazienza incalza, mi sono portata da casa delle cose inviatemi per posta dalla DMC, per testarle un po' con voi. 
Per correttezza avviso che questa parte di post può essere considerata una pubblicità (in quanto rispondo all'invito di testare un prodotto), ma non mento dicendo che sto improvvisando e che non ho davvero idea di che cosa ne salterà fuori... Soprattutto visto il mio umore di oggi!


Avevo condiviso su Fb il prodotto un paio di mesi fa, perchè avevo trovato interessante la possibilità di accedere facilmente al ricamo su tessuti cedevoli, come la maglina.
In ciascuno di quei quattro pacchettini che si intravedono in foto sta un foglio Custom by me: in due misure di quadretto per punto croce, già disegnato, oppure bianco. Sono tutti fogli adesivi, progettati come guida e supporto per il ricamo, per quei tessuti un po' ostili che si fanno fatica a ricamare. Ricordo che in fiera mi fu raccontato come ricamare sulle maglie con della carta velina stropicciata. Il principio deve essere un po' lo stesso: avere un supporto croccante da tenere in mano.
Dunque mi sono decisa a testare il foglio bianco, ricamando il gruppo glicine su un coprispalle bianco in fine maglina. 


Per prima cosa ho ricalcato il disegno sul foglio. L'aspetto è di un tessuto-non-tessuto, incollato su un foglio di plastica. Nonostante lo spessore complessivo, sono riuscita a ricalcare il disegno senza lavagna luminosa. Ho evidenziato in rosso l'asse verticale, per allinearlo con il dritto filo della maglina.


L'adesivo è riposizionabile, quindi nessuna imprecazione.
Avete notato che non ho stirato la maglina?!
Ve lo avevo detto che non era giornata.


Ho ricamato il glicine... Ok. Si tiene bene.
Forse avrei dovuto essere meno taccagna e tagliare un cm di carta in più.


Ho aggiunto delle minuscole perline al posto dei nodini, con sottilissimo filo bianco...

Quelle perline che ho appoggiato sul coperchio della mia scatola.
Le perline... LE PERLINEEE! 
Alfredo, entrato con la ciurma a seminare il panico, brandendo rami come spade, è inciampato sui lacci slacciati rossi, ha colpito con il gomito il tavolo, ha fatto cadere il telaio della brasiliana sul coperchio della scatola e... Nell'etere tutta la mia luccicante scorta di minuscole perline rotolano e saettano verso l'alto e ora ricadono lente... Le vedo, una ad una, al rallentatore... Schiantarsi sull'impiantito ruvido. 
Nessun essere di questo mondo potrebbe recuperarle tutte.
Sale la rabbia e vedo di striscio il ghigno della mantovana che ruota di soppiatto il coperchio del vasetto di miele...
Ve lo avevo detto che oggi non era giornata.
A martedì.




Operazione Cuore Coloris Primavera: è Primavera!

$
0
0

Con l'eccitazione e la nostalgia della conclusione, palpabili nell'aria di questa splendida giornata di Primavera, ci incontriamo ancora una volta nella calda serra e a tutte pare di conoscersi da una vita.
Abbiamo spalancato le porte per annusare questa brezza nuova.
Un papà, capo scout, si è improvvisato leader indiscusso e tutti i bambini si sono seduti a terra, in cerchio, gesticolando e cantando a squarciagola. 
Ad ogni strillo acuto, famigliole di passeri si danno a gran fuga dalle chiome, urlando il loro disappunto.
Sarà dura, oggi, parlare oltre questo trambusto.
Ma abbiamo in fondo pochi punti da mettere: per il resto sarà un gran bel rimirare la soddisfazione di aver finito.
Ci diamo subito alle rose, avviando due fili di DMC 224, il mitico rosa antico che tutte hanno nella scatola. 
Ricordo a tutte di sfoderare un ago da cucito n°7 o dintorni, senza cruna allargata. Arrotoleremo il filo sul corpo dell'ago e poi pretenderemo che la cruna scorra in tale rotolino: più sottile sarà la cruna, meglio sarà per tutte.


Io lavoro il punto vapore in verticale e, rispetto a dove esce il filo, mi sposto verso il basso e risalgo verso il filo stesso, posizionandomi al centro del cerchietto su cui andrà ricamata la rosa. Prendo circa 4 mm di stoffa e arrotolo pressappoco 6-7 avvolgimenti. 
Tiro il filo bene bene verso l'alto, assicurandomi che non si siano creati intoppi o avvolgimenti irrequieti...


... E poi giù di nuovo verso il basso a compattare bene il salsicciotto e a chiudere il punto riportandomi sul rovescio.


Al centro della rosa posiziono due di questi punti, con le estremità combacianti. 
E poi mi do una certa mia regola: esco a metà del punto appena fatto e inizio ad aggiungere punti più lunghi intorno al centro, mantenendo sempre lo stesso senso di marcia.


Nel concreto... 
Ricamo i due punti centrali di 6-7 avvolgimenti per circa 4 mm di stoffa. Esco a metà di uno dei due e, puntando dalla parte opposta della rosa, avvolgo ora 14-16 avvolgimenti. Ancora poi uscirò a metà di tale punto e, in senso antiorario (o antiorario) andrò a posizionare altri due punti simili.


Se voglio le rose laterali più piccole, ridurrò i giri.


Prendo poi il colore più chiaro (DMC 948) e aggiungo giri esterni. 
Avendo un centro più grosso da gestire, aumenterò ulteriormente gli avvolgimenti, fino a circa 18-20, in una quantità necessaria a costruire la dimensione della rosa. 
Getto anche un bocciolo, con due punti convergenti, uguali a quelli del centro della rosa.



Al DMC 3011 l'onore di mettere la parola fine
Con una catenella aperta acchiappo il bocciolo e lo porto verso la rosa. 
Poi ricamo, come abbiamo fatto per il glicine, le foglie.


Strilli di giubilo ogni dove.
Matassine, metri, aghi, spilli lanciati in aria per festeggiare... Anche qualche paio di forbici vedo sferzare l'aere: una vera calamità naturale!
Scappiamo tutte sotto i tavoli per ripararci.
Lacrime di sollievo, di gioia, di dolore (aghi, spilli e forbici prima o poi dovevano ricadere).

Poi la bimbetta di turno che urla... E la maglina?!

Cala improvviso il silenzio.

Me lo aspettavo...
... E bieco il sorrisetto appare sotto i baffi.

Faccio entrare Anita a passo lento e drammatico...


L'avevo già finito per stamattina.
Ero terrorizzata all'idea di improvvisare e di fare una pessima figuraccia! 
Avevo lavorato tutta la notte!
Applicato dei cristallini al centro delle rose, fermati con una perlina in capo...


... Ricamato i giri esterni delle rose con punti vapore semplici e punti vapore festonati, che altro non sono (le magliaie capiranno al volo), che punti vapori in cui si sostituiscano gli avvolgimenti con i punti di avvio delle maglie...


... Aggiunte le stesse foglie verdi...


... Gettato il tutto sotto una doccia refrigerante per far sciogliere il foglio adesivo...


Et voilà!
Custom by me non mi ha deluso! Come una canzone che non ti molla, governa i miei pensieri, inducendomi a nuove prove... 
Vi farò sapere!

Ora però non vi saluto.
Sarebbe troppo commovente.
Abbiamo deciso di darci un'altra chance (anche perchè dobbiamo pur sempre cucire il cuoricione). Inviatemi le vostre foto e/o i vostri commenti! 
Tireremo le somme sull'utilità di questa nostra avventura, per capire se ne è valsa la pena e se... 
Vale la pena di affrontarne altre!
Io di sicuro mi sono divertita un sacco...
Grazie infinite a chi ha commentato, scritto via mail, supportato con carinissimi messaggi. 
E a chi silenziosamente ha seguito i miei continui deliri!
A presto!

Operazione Cuore Coloris Primavera: tante soddisfazioni!

$
0
0


Cartoline dalla serra, silenziosa e triste senza di voi. 
Tanti messaggi e foto che vi riportano nei miei pensieri.
C'è chi ha già mirabilmente confezionato una scatola: bellissima idea, Patrizia!
Chi ha improvvisato un coloratissimo cuore: super Monica!
Chi ha deciso di apportare personali modifiche trasformando le rose in lilla: mitica Elena!
Chi attende istruzioni per il confezionamento: un bacio, Cristina, Adriana e Gabriella, per avermi inviato le foto!


Il protagonista indiscusso di oggi è il ferro da stiro.

Ahimè! Sento le orecchie ronzare! Non mi avete perdonato da allora!

E' giusto che sappiate che non sono malata di stiro. 
Sul serio.
Alfredo è sempre al top della hit list dei bambini con il grembiulino più stropicciato dell'asilo. Quando per sbaglio lo stiro, la maestra stupita mi chiede se va tutto bene.
Ad Anita ho comprato esclusivamente vestiti di plastica che non devono essere stirati.
Mario... Beh! 
Mario è Mario. Anche i suoi capelli sono stropicciati. Fa stile.
Il marito ha poco da fiatare. Ne avrebbe, comunque, perchè le maniche hanno la riga e insomma quel chè di stropicciaticcio traspare. Ma ha poco da fiatare, dicevo.

Però coi ricami proprio proprio proprio proprio non ce la faccio.
E prima di avviare qualsiasi cucitura per il confezionamento... Devo stirarli.
Stirate il vostro cuore.
Non una stiratina qualunque.
Stiratelo sul serio e, non contente, stiratelo di nuovo.
Dal rovescio, su un cuscino morbido (altrimenti addio per sempre roselline!), spruzzandolo con acqua e poi passandolo e ripassandolo a vapore, stiracchiando con la punta là dove la stoffa si è un po' distorta, ripassandolo a secco per asciugarlo bene.

Solo a quel punto (sicure sia ben stirato?!), giratelo sul rovescio e disegnate proprio sul rovescio la sagoma esterna del cuore, ad una distanza per voi gradevole. Quelli suggeriti hanno questa linea a circa 3 cm dal profilo del cuore ricamato. La linea disegnata sul rovescio è utile come guida per la cucitura. Potrete appoggiare la sagoma ricamata e quella del rovescio, dritto contro dritto, e cucire tutt'intorno lasciando un'apertura in prossimità della punta del cuore, oppure fare come ho fatto io...

Preparate il retro tagliando due metà del cuore, provviste di un margine di cucitura e cucendole in modo da lasciare un’apertura centrale di circa 8-10 cm.
Sovrapponete il retro al ricamo, dritto contro dritto, e appuntate il nastro per appenderlo, in modo che sia adagiato sul dritto del ricamo. Cucite tutto il profilo esterno del cuore con un punto molto fitto (1,5 della macchina da cucire) e tagliate i margini a circa 2-3 mm dalla cucitura. Intagliate anche la punta e il seno del cuore.
Rovesciate poi il lavoro attraverso l’apertura posteriore. 
Imbottite il cuore con dell’ovatta e sottopuntate l’apertura posteriore.
Per la decorazione, potreste ripiegare più volte un nastro di pizzo e... Chi più ne ha più ne metta!!


Se avete realizzato altri oggetti... inviatemi le foto! Sarà davvero un piacere per tutti!
Grazie, grazie, grazie!!
Elisabetta





Ritorno alla realtà, Ad Alta Voce

$
0
0

Mentre beate soggiornavamo sul nostro pianeta Serra, sospeso immobile nel tempo e nello spazio, nel buio e nel silenzio, violato con leggiadria soltanto dal vostro allegro chiacchiericcio o dai motori dell'aeroplano del Piccolo Principe, il pianeta Terra, nel suo vorticoso ruotare e rivoluzionare, mieteva le sue vittime e lacerava le trame della routine.
Riprendere i brandelli di fili e rammendare i vuoti è un lavoro estenuante.
Utile tornare con la mente e con le immagini al prima e ristabilire le sane abitudini, nonostante questa stanchezza che non molla, acuita dalla sospirata primavera.
La più recente, ricamata su una tovaglietta vintage, nel pieno sballo, in luoghi ameni, avrebbe tanto da raccontare...


Prima ancora una ghirlanda, con i colori delle conchiglie, ascoltando storie. 
E qui devo aprire una doverosa parentesi.


Dedico questa informazione a chi, come me, si trova per lunghe ore a svolgere una attività manuale con la sola musica ad allietare il silenzio. Finalmente in questi giorni torno anche a questi ascolti.
Per caso, cercando qualche libro in rete o vagandoci per non pensare, un paio di mesi fa o forse più, mi imbattei negli audiolibri, che tutti immaginiamo risorsa ineguagliabile per gli ipovedenti.
Scoprii, attratta dalla curiosità e dall'intuizione che avrei potuto abbinare alle lunghe ore di ricamo una forma di lettura a me ignota, che esiste un portale della Rai il cui servizio da solo risolleva tutti i malumori che si possono nutrire per i suoi programmi televisivi. 


Non è leggere, ovviamente. E' un'altra cosa. 
E all'inizio ho fatto fatica ad accettare l'intonazione del lettore. Ho scartato libri perchè letti da una voce che trovato sbagliata per me. Mi sono fatta sedurre da voci profonde e imparziali. 
Nella mia hit list, tra i pochi che ancora mi sono fatta leggere, Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi (letto da Elio De Capitani) e lo struggente Una questione privata di Beppe Fenoglio, mirabilmente letto da Omero Antonutti.
Se dovessi scegliere, leggerei io, con i miei tempi e la mia intonazione, ma...
Scrivendo o parlando, ogni tanto mi sento risuonare in testa o nella voce l'intonazione dei lettori e mi accorgo che il loro contributo è potente.
Una risorsa che mi sembra giusto divulgare e a cui ho dedicato volentieri qui uno spazio.


Il ricamo della ghirlanda è stato ospitato da un rasatello di cotone. 
Le foto non gli rendono giustizia, perchè le mie competenze di fotografia si limitano a premere lo scatto e si affidano alla legge dei grandi numeri: su trecento foto, una ne verrà buona. 
Ma il nero e le stoffe luccicanti mettono a dura prova le mie incapacità. Non sono capace di imbrigliarne i riflessi.
Peccato.
Grazie a tutte per gli affettuosi riscontri legati al tutorial!

Rosario

$
0
0

Ai tempi delle Conchiglierie iniziai l'ennesimo progetto, che gli eventi misero in stallo. 
E lo tiro fuori dall'oblio principalmente per chiarire a me stessa l'opportunità o meno di proseguire e anche per rendere giustizia a questo piccolo vasetto di rose, che subisce ogni giorno inimmaginabili angherie, data la sua indegna collocazione su un copritermosifone in bagno.
E' il vaso che avevo ad Abilmente e le rose in foto sono proprio quelle. Per me era stata un'impresa andarle a comprare, con l'imbarazzo di chi se ne intende davvero poco. Ma il baldanzoso fiorista mi aveva reso la vita facile, facendo anche finta che gliene fregasse qualcosa della fiera sul ricamo. Gli avrei offerto una pizza, se non fosse che ero in ritardo per l'allestimento.


Tre giorni col naso sopra il mazzo di rose avevano finito per farmene innamorare e mi era balenata l'idea di far evolvere il punto vapore con uno studiolo appropriato, che copiasse le vere rose e tentasse di scarabocchiare qualche disegno. Sovrastimo di continuo il mio tempo libero.
Quel dischetto strano non è un bottone o un ciondolo o altra degna chincaglieria: è soltanto un feltrino adesivo rivestito. Il mio obiettivo era un campionario di rose: un rosario, ad essere precisi.


Per un paio di mercoledì acquistai al mercato altre rose, ma quelle variegate mi misero a dura prova e lentamente, con il sopraggiungere di frenetici impegni, il mio rosario fu accantonato.
Peccato, perchè mi ero anche comprata un quadernetto in cui annotare i risvolti del progetto. Avevo sperimentato quanto utile fosse con le conchiglie e in effetti mi ero imbattuta in un interessante discussione on line sulla filiera delle rose e degli incredibili viaggi cui sono protagoniste per arrivare fresche e in poche ore nei nostri mercati, rimbalzate dall'Africa all'Europa, portandosi dietro dolorose storie di sfruttamento, violazione dei diritti umani e certificazioni dubbie.


Ma le mie iniziali in questo momento devono avere la precedenza. Sono alla S e vi confesso che non vedo l'ora di vedere la Z. Forse allora tornerò a sniffare rose e a partorire altri improbabili campionari.


Con la scusa del bebè...

$
0
0

Dunque succede che sono di fretta e che proprio mentre il corriere suona alla porta io devo già essere a scuola  a prendere i bambini.
Scarabocchio una firmaccia e mentre mi dirigo verso il garage faccio a brandelli l'involucro per soddisfare l'impellente curiosità. 
Ah, già! Il kit Baby DMC! Guardo la cicogna rosa che regge il tenero fagottino e mi decido ad abbandonare il pacchetto sulla scrivania di mio marito, preparandomi alle occhiatacce delle maestre, scimmiottandone le smorfie.
Roba che a mio marito, rincasando, prende un colpo.
Quando mi annuncia che, dopo due maschi, si consola pensando che è la seconda femmina, rimango col mestolo in aria per un buon minuto, fissandolo bieco e inebetita, mentre quelle povere quattro uova che avremmo dovuto dividere in cinque bruciano desolate nella padella.
Tranquillo... 
Tranquille...
Me lo ha spedito la DMC (fiocchi nascita), per farmici giocare un po'. 


Lo apro e vedo che contiene della stoffa stampata, alcune gugliate di filato rosa acceso e blu, del nastro di raso, un ago, un pacchetto di ovatta, spiegazioni per il ricamo a punto erba e per l'assemblaggio.
Immagino di essere una futura prossima neo mamma a riposo forzato, abituata a domare in ufficio branchi di squali sui tacchi a spillo, vantandosi con le amiche su wapp di non saper attaccare un bottone.
Piombo sola a casa e crollano le mie abitudini.
All'inizio, spensierata, faccio un po' di shopping selvaggio.
Poi le lunghe giornate, il portafoglio vuoto e la mia nuova condizione mi invitano a meditare. Il dottore ha detto che ho preso troppi chili ed esco per una passeggiata: scopro che le foglie sono verdi e che l'acqua sotto i ponti gorgoglia. Mi siedo sulla panchina e la piccoletta si rigira facendomi ondeggiare questa gigantesca pancia. Vedo la gatta cicciona quanto me scappare dietro il vicolo e non senza angoscia rammento a me stessa che io e lei non siamo poi così diverse. Mai ho percepito di appartenere al mondo animale quanto in questo momento. 
Eppure non vivrei come la gatta, a rigirarmi al sole e ad accattonare crocchette.
Farei qualcosa. Metterei in moto le mani... Perchè dicono che le mamme non le hanno mai ferme le mani e bisogna che mi abitui all'idea. E tutto sommato è un'idea che mi piace.
Tiro fuori dal cassetto quel pacchetto che mi ha regalato mia sorella. Fa il medico e ricama e mi sono sempre chiesta il perchè.
In fondo si tratta di provarci e, in caso, di rispedire al mittente per farselo fare
Prendo l'ago, lotto con la cruna, mi guardo qualche tutorial russo sul punto erba e seguo i limpidi contorni del simpatico soggetto.
Ricamo i fili virtuali a punto filza e gli altri profili proposti proprio a punto erba.
A questo punto mi dico che ho portato a termine l'impresa e che la mia avventura con il ricamo è finita. Nessun problema: lo stile è semplice ed essenziale e ci si può fermare. Toh! Chi l'avrebbe mai detto! Ho anche ricamato nella mia vita!
Così finirebbe la storia se una certa emozione, rara ma non troppo e ineluttabile, non prendesse il sopravvento. 


Allora la storia prosegue...
Sento qualcosa. Un qualcosa che mi riporta alle origini del fare... Sto temporeggiando scrutando quell'abbondanza di filo che ancora mi rimane.
Mi lascio trasportare e immagino, cerco in rete qualche punto nuovo, approdo al blog di Sarah. Scopro quanto è stata brava a catalogare bene tutti i punti base e le loro varianti, che altro non sono che divertenti giochi di filo, e mi butto sulle linee con sfrontatezza.
Con una piccola filza ripasso la scritta è nata... (e un brivido mi attraversa la schiena).
Provo il catenella sulle linee arcobaleno e un po' di punto mosca.


Passo al blu e mi ci provo col festone, riflettendo su quanto, gira gira, i punti siano tutti uguali, e visualizzando il festone che faranno i miei parenti alla nascita della bimbetta, mentre io sarò reclusa in ospedale. 
Riempio di nodini le ali e la coda della cicogna. Che favola! Come se non sapessi che i bambini nascono sotto i cavoli.


Finisco il filo e la mia vita non ha più senso.

Decido di farmi coraggio e varco la soglia una merceria.
Un gruppetto di signore capitanate dalla titolare si mette a scrutare la mia fatica riempendomi di lodi come mai il mio capo o la mia profe di mate. Mi sento bene. A tutte brillano gli occhi.
Quando la signora apre il cassetto delle matassine, sulla mia retina danzano luci di mille colori e mi ci vorrei buttare dentro per assaggiarle. Capisco di essere ormai perduta per sempre. Annodata a quei fili per tutta la vita.
Torno a casa frastornata e mi getto sul mio ricametto, con una filza ripassata esilarante. Quanto mi piace!


Non mi ferma più nessuno.
Inizia ad imbrunire e dovrei mettere su la cena, ma non demordo. Ci sono quei fiorellini stampati che urlano vendetta.
Provo sulla felpa dei pantaloni extralarge che mi trovo addosso il movimento del punto vapore... Perchè tutte scrivono sul forum che è così difficile?!


Infine mi concedo il più grande piacere della mia breve vita di ricamatrice: il punto palestrina.
Due grasse righe di palestrina a tre fili.


Termino con qualche fioretto qua e là e con il romantico cuore imbottito. 
Stiro all'impazzata e cucio e infiocchetto. 
Sento girare la chiave... E' arrivato il marito con un regalo. Cercando un libro sulla maternità da regalarmi è finito per caso su un blog di ricamo (tu guarda!!) e si è convinto a comprarmi questo: Il linguaggio segreto dei neonati, di Tracy Hogg. Chi scrive assicura che sarà d'aiuto. 


E ora che la piccoletta ha sei mesi so che anche il ricamo mi è stato di aiuto. Ha calmato i miei nervi scossi dalla stanchezza e ha materializzato lo scorrere lento ed estenuante del tempo, intrecciando ricordi ai fili sulla stoffa.
Capisco infine anche il perchè di mia sorella.
E so che quando riprenderò il lavoro, il ricamo mi aiuterà a reggere i miei squali.
Ho sperimentato il piacere di quel fare, progettare, lasciarsi trasportare, che i più chiamano creatività e che è la radice stessa dell'essere. Che si può estrinsecare in tanti modi...
Io ho scoperto il ricamo.








Tornare alle buone vecchie abitudini

$
0
0

Qui tutto bene! E' che sto lavorando a più cose contemporaneamente e presto comincerò ad aggiornarvi! Ciao a tutte!

Maratona CustomByMe: il foglio a quadretti piccoli

$
0
0

Ce l'avessi avuto una trentina di primavere fa! Ne avrei davvero fatto buon uso! Avrei soddisfatto quella inestinguibile bramosia di fare dei tempi perduti. Avrei esaudito l'esigenza di ricamare piccoli soggetti che avessero una qualche utilità, perchè allora questo era il mio imperativo. 
Chissà perchè, a quel tempo pure odiavo i soggetti floreali: la mia me giovanissima avrebbe molto da ridire sulla me attempata e attuale. 
Adesso, che sono in una fase dark senza orpelli, faccio fatica a progettare abiti ricamati per sognarmi agghindata per chissà quale occasione. 
Però... In fondo... A che scopo facciamo figlie femmine, se non per poter perennemente giocare alle barbie?
Dunque ho tormentato la mia povera Anita perchè posasse per me e ingaggiato una furiosa battaglia per sottrarle di soppiatto vestiti da imbrattare con i miei ricamucci inutili... 
Che soddisfazioni.
L'ho vinta io però. Ha dovuto ammettere che in fondo non erano così disgustosi e che non si sarebbe vergognata a farsi vedere in giro con certe cose
Io ho sempre ragione, le ho detto con una punta di liberatoria vendicatività materna. 
Che errore! 
Lei ha alzato il sopracciglio in quel modo... 
Lo ha fatto per davvero. 

Ma veniamo a noi. Ricamiamo per esorcizzare l'adolescenza.


Successe, ai tempi dell'Operazione Cuore Primavera Coloris. La DMC mi inviò quattro fogli Custom by me, una divertente novità che applicai, se ricordate, ricamando il gruppo glicine sulla maglina bianca. Da allora una febbrile frenesia giovanile si è impossessata di me e ogni giorno mi sono ritagliata del tempo per ritagliare un pezzo di Custom da testare sui vestiti. 
Dunque parte oggi la maratona CustomByMe, una sei giorni di piccole campionature (uno ogni due, però!), che a me sono servite per chiarirmi come e su cosa si possono sfruttare detti fogli e anche quali problemi siano in grado di risolvere e quali sogni o desideri possano realizzare.
Dove possibile, ho cercato di abbinare l'uso delle Coloris perchè, poverette, le matassine piangevano al buio nel cassetto.


Dopo aver passato mesi a raccontare nei corsi che io non conto più... Eccoti a smentirti... Direte voi! E invece no! Il disegno l'ho copiato direttamente sul foglio e mi sono data al ricamo relax ascoltando Radio Italia o l'audiolibro, senza il mantra un, due e tre!


Tanto per provare più cose insieme e riprendere il filo, in tutti i sensi, del cuore Primavera, ho disegnato un po' di rami contorti e ho adagiato l'adesivo dove volevo.


Con il filo del ramo di pesco (Coloris 4500) ho ricamato a punto croce la lettera e aggiunto, alla stessa maniera di quello del cuore, foglie a punto margherita in gruppi di tre e nodini all'apice dei rami.


Ho buttato tutto sotto l'acqua...


Ho fatto asciugare, ho stirato, ho minacciato Anita di non farle accendere più TV-PC-TABLET per una settimana se non mi faceva da modella e digerito i biechi commenti sull'essere una pessima madre.


Gasatissima, con lo stesso procedimento ho progettato di imbrattare un taschino dei Jeans (Coloris 4507)...


Pensavo sarebbe stato difficile ricamare con l'ingombro della tasca.


Tutto è andato liscio, anche grazie alla leggera elasticità del tessuto.


Ed ecco.


E' andata che così mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo e ho tirato fuori dal mio armadio una camiciola garzata e il mitico Coloris glicine 4505...


E visto che mi sembrava carino aggiungere un po' di perline, un'ideaccia mi ha attraversato come un razzo i pochi neuroni rimasti... Ma ve ne parlerò domani! A prestissimo!

Maratona CustomByMe: perline + quadretti

$
0
0

Quando Anita abbandonerà i libri e gli studi per darsi alla moda, ricorderò, rosa dal dubbio, queste foto e questo episodio di ricamo, visto l'interesse con cui si è prestata al gioco dell'indossatrice e si è rimirata a lungo nelle foto: registrano l'istante esatto in cui l'ho rovinata. 
Ora è qui che mi dice che non devo preoccuparmi e che non dovrò darmi ai sensi di colpa: tanto dei libri a lei non glien'è mai importato nulla...

Ma facciamo un passo indietro. 
Ricorderete forse che il luccichio delle perline inserite nell'ultimo ricamo col Custom By Me quadrettato, mi aveva fatto balenare l'idea di usare la griglia per comporre un disegno a perline.
Provai dunque con una sigletta minuscola, perchè avevo paura che quelle rotoline delle perline non mi concedessero il lusso di starsene tutte belle allineate.


Su una maglina nera adesivai il Custom con griglia a quadretti piccoli opportunamente scarabocchiato e attaccai le perline con del normale filo da ricamo (che avrei fatto meglio a scegliere del colore della stoffa, anzichè delle perline).


Buttato sotto l'acqua per far sciogliere il Custom, fatto asciugare, stirato...


Trovai il coraggio per andare oltre e, come sempre accade in queste circostanze, esagerai...


Sul blog di Ramzi (patternmakercharts), che raccoglie una collezione vasta e assortita di iniziali per punto croce e ricamo classico (provenienti da antichi libretti fuori copyright), scelsi un bell'alfabeto provvisto di ghirigoro, per abbinare il punto croce al lavoro a perline. 
Avevo quel tubetto di perline rosse da tempo. Nella foto non si nota, ma il loro colore non è banalmente rosso. Ora è cupo, ora è squillante, mutevole e vibrante. Andavo a guardarmele ogni tanto, col desiderio di nutrirmene... O di farci qualcosa.
Le abbinai ad un Coloris 4516 e mi ci buttai.


Ad Anita stranamente piacque e lo capii perchè arricciò appena le labbra all'insù, emettendo un eloquente Mmh, secco e non cantilenante.
Presi coraggio. Tirai fuori dall'armadio una delle mie magliette.
Aprii per l'occasione il secondo foglio Custom By Me con griglia a quadretti medi e mi diedi alla E dello stesso alfabeto Sajou 504, con cristalli neri e un filato brillante della collezione Antique Effects (E310).


Avevo paura che i cristalli pesassero un po' troppo. Invece si dimostrarono molto più disciplinati delle mie belle rosse... Anita compresa.


Ora mi fermo, ma vi do appuntamento a domani, senza perline e col punto crocione gigante. 
Mi era venuta la fissa di fare qualche test sui tessuti pelosi...







Maratona CustomByMe: ancora griglie quadrettate

$
0
0

E' ovvio che ciascuna, Custom By Me tra le mani, potrà dar sfogo alle proprie personali manie. 
Avendoci la proverbiale fissa per le iniziali e i paraocchi per il resto, io mi sono data al siglaggio pazzo, ma immagino le grandi belle cose che si potrebbero fare con la collezione di disegni per punto croce che sicuramente avete. 
Vi confesso che non disdegnerei un bel Parolin, magari uno scorcio di Venezia, su quel tessuto terribilmente inadatto al punto croce su cui ho sempre desiderato ricamare. 
Perchè il vantaggio indiscusso del Custom, che me ne ha fatto innamorare e per il quale assai volentieri mi sono prestata a queste campionature di prova, è che finalmente si può violare qualunque tessuto.
Tanto per esagerare, ci ho provato su una tenda Ikea con un soggeto Sajou, utilizzando una griglia Custom By Me a quadretti medi (con filato Coloris 4518).


E su un sacchetto portabiancheria per le scarpe da ginnastica per la scuola, come in effetti sul sito DMC propongono, per le sacche sportive (filato Coloris 4514).



Ma è fin troppo facile pensare che allo stesso modo camicette, tendine, federe, arredi o vestiti già confezionati possano infine essere utilizzati anche come supporto per il ricamo a punto croce. Tessuti altrimenti inaccessibili come lo shantung di seta...




Mi è venuta invece la fissa di verificarne l'utilizzo su tessuti pelosi e in men che non si dica mi sono gettata sulle felpe dei maschiacci.


Per il primo esperimento ho rubato ad Alfredo il fedelissimo pigiama verdastro un po' consunto e pescato dalla scatola un Coloris 4506, con il Custom griglia media.


Pensando di aver giocato troppo facile, con un pile non molto peloso e già schiacciato dall'usura, ho sottratto di soppiatto a Mario l'extra morbido pigiama di Batman, per scoprire che il ricamo, protetto dal foglio Custom, schiaccia a dovere il pelo del tessuto e ne consente un'ottima visibilità.


Sono arrivata anche alla conclusione che non necessariamente il quadretto deve essere interpretato con le crocette. 
Così, ma so che chi ha dimestichezza con i fili contati escogiterà idee molto più brillanti della mia, ho provato a contare cinque punti lanciati per ciascun quadro, alla moda del punto perugino, sulla taschina della giacca da casa di Anita, con Coloris 4517.



E siccome noi che abbiamo imparato a ricamare con la parola asciugamano sempre tra le labbra, abbiamo pensieri fin troppo prevedibili... Non potevo non provare il Custom sulla spugna!


Ho scelto la griglia piccola e l'ennesima iniziale Sajou, con il glicine Coloris 4505.


L'ho comodamente ricamata in mano, senza, vi confesso, badare troppo al rovescio: poco male! I punti si nasconodevano tra i peli della spugna e il retro diventava quasi invisibile!
Per questo ho tremato, quando ho buttato tutto sotto l'acqua per far sciogliere il Custom...


Ma è andato tutto liscio...


I punti sono visibili e come incastonati tra i peli della spugna... 
Vengono in mente anche voi accappatoi, asciugamani da spiaggia e compagnia bella?! 
Purtroppo non potevo andare oltre perchè avevo da provare gli altri fogli Custom.
Domani vi racconterò di quello prestampato... 
A prestissimo!





Maratona CustomByMe: il foglio prestampato per tutti

$
0
0

Chi l'avrebbe mai detto?! 
Fu così che Anita mi chiese di poterci provare pure lei. 
Da crudele e sprezzante critico si trasformò in dittatore (pur sempre crudele) e prese in mano le redini della situazione.
Per puro caso la DMC mi aveva mandato, tra i tanti Custom prestampati, quello con la volpe. Avendo lo stesso colore di pelo di Anita, la volpe è da sempre il suo animale preferito. Inutile dire quanto il fratello metta in discussione la sua furbizia...
Decise però di far mano con lo sguardo del gufo e optammo per un pigiama in pile rosa. Soltanto filza: adattissima per i principianti!


Purtroppo commettemmo un errore fatale: scegliemmo un filato troppo tono su tono (il Coloris 4504). Seppur bellissimo e azzeccato con la tonalità della stoffa, ci accorgemmo solo al lavaggio che, essendo il ricamo così semplice, gran parte del disegno si perdeva senza il doveroso contrasto.

Mannaggia! Pensai. Adesso batterà in ritirata!
Neanche per sogno! 
Pescò prontamente dall'armadio una canotta nera e un filato extra brillante. Invano tentai di farla optare per qualcosa di più sobrio.


Per fortuna non mi ascoltò...


Nel frattempo io avevo preso il ritratto di mio marito...


Persuadendomi a piazzarlo sulla copertona verde acido della zia Marghy, ribattezzata zia Fuffa proprio per la qualità dei suoi regali. Che inevitabilmente i miei figli adorano e che io non posso mai buttare. Confesso che in effetti anch'io mi sono affezionata, colore a parte, al copertone della zia Fuffa, perchè effettivamente funziona da piumone ed è morbido come il pelo di un coniglietto, nonostante i ripetuti lavaggi. 


Il Coloris 4518 avrebbe creato un collegamento con il tappeto rosso del salotto, o almeno così speravo. Sancii dunque il mio patto col copertone: fammi venire bene il ricamo e io non ti butto più nel sottoscala.
Così fu e andammo oltre.


Sul tascone piazzammo addirittura (a punto catenella per provare un'alternativa lineare), il muso della volpe...? Lince? Mario dice che sia una lince. La lince è il suo animale.




Siccome Anita aveva vinto la battaglia e l'orgoglio era gonfiato a dismisura, mi trascinò in merceria per scegliere lei qualcosa di buono
L'occhio di lince... Ehm... di volpe, le fece notare subito un filato fluorescente (Glow in the dark E940), di cui io ignoravo l'esistenza. Disse che mi avrebbe fatto vedere lei come si fa e mi permise soltanto di scegliere il soggetto.


Ovvio. Tirai fuori l'ennesima iniziale e la riportai sul Custom griglia media. Lei però sulla maglietta me la fece posizionare storta, perchè io sono troppo quadrata... 
Questa rischia parecchio. 
Anche se ha ragione.


E alla fine la scimmiottai, con quel mmh secco che voleva far intendere che approvavo la sua idea. Mi disse che non volevo ammettere che lei ha sempre ragione. 
Non so se arriverà alla fine della settimana...


Abbiamo cercato di fare una foto al buio, dopo aver caricato il ricamo alla lampada, ma tutto quello che mi è riuscito di fare è questo:


No. Non sta andando a fuoco! Ma brilla davvero!
Da domani si parte col Custom foglio bianco. A prestissimissimo!

Maratona CustomByMe: il foglio bianco

$
0
0

Il caldo di questi giorni preannuncia la fine della primavera e, piacevolmente inevitabile, il ricordo dei nostri cuori ricamati nel bosco affiora alla mente! In quell'occasione, per la prima volta, avevo testato il Custom e... Usato la povera Anita come modella!  



Colgo l'occasione per ringraziare tutte le amiche che mi hanno inviato le foto dei cuori... Hanno avuto un grande successo e, cosa davvero importante, sono stati usati per insegnare e dunque apprendere i punti base del ricamo classico. Non posso che essere gratificata all'idea di aver contribuito al nascere di una passione! Io ricordo con estrema precisione il viso della mia prima insegnante di ricamo e sorrido quando la sua immagine si materializza nei miei pensieri.

Sin'ora abbiamo avuto a che fare con fogli Custom By Me con griglie quadrettate, oppure prestampati a punto croce. Con i prestampati però, qualche soggetto a linee ci ha fatto ragionare sul fatto che, ad avere un foglio bianco... Potremmo davvero sciogliere le briglie e inventarci di tutto e di più! E siccome il Custom By Me foglio bianco esiste... Proviamo! 
Certo le griglie quadrettate sono mitiche! Ci permettono di ricamare a punto croce ovunque e sarebbe difficile farlo senza. Il foglio bianco in sostanza ci consente di andare a ricamare sulle magline, i tessuti pelosi e su quei tessuti impalpabili che per diverse ragioni (come il confezionamento), non possono essere messe a telaio. 
Il che, in realtà, non è poca cosa... Cioè: il non avere limiti è una gran cosa!
E sulla spugna ho riversato le mie prime attenzioni, con il Coloris 4523.




Ho ricamato la mamma sulla spugna, visto che ero a ridosso della sua festa. Ma prima mi ero gettata su un Home Sweet Home come prova, con trepidazione: avevo trovato interessante il risultato del punto croce, ma la resa del punto erba sarebbe stata difficile da prevedere. Lo ricamai con il Coloris 4504.


Ero perplessa perchè l'effetto, un po' impreciso nei contorni (a causa della peluria che maschera la visibilità) mi ricordava troppo i ricami fatti a macchina. Chi mi segue da un po' sa che, in un momento di follia, in cerca di ebbrezza e sballo, avevo aperto un blog sul ricamo a macchina. E' giunto il momento di confessare che non ce l'ho fatta a tenerlo in piedi e che silenziosamente, mesi fa, l'ho chiuso. Non perchè non lo trovassi interessante e divertente... Ben sapete che adoro i giocattoli tecnologici... E' che...
E' una questione di amore. Non sono mai entrata in sintonia con i ricami che uscivano da quel freddo braccio metallico, nonostante io sia capace di stare lì a guardarlo affascinata mentre compie la sua opera. E infatti, pur essendo molto simili, prendo questi asciugamani in mano e sento qualcosa di diverso. E se il nostro obiettivo è personalizzare i capi con gli strumenti che abbiamo... Adesso possiamo farlo anche sulla spugna!

Inutile dire che, dopo il punto erba, il mio pensiero è andato prepotente al punto pieno.


Ho sottratto una felpa ad Alfredo e ci ho stampigliato sopra una A in Coloris 4521, aggiungendoci una àncora da perfetto bagnino, che mi chiedeva spesso di piazzare da qualche parte.


Poi, come facilmente potevate prevedere, mi sono lasciata sedurre dal super classico bianco su bianco e cercato una letterina nel prezioso "Libro delle lettere" di Liliana Babbi Cappelletti...


Questa volta Anita si è rifiutata di prestarsi come modella, assicurandomi di essere molto più brava lei a fare le foto. Non c'è stato verso.


Presa dalla sfida di cercare i più improbabili e divertenti usi del custom, ho tirato fuori una copertona di lana che ci avevano regalato al matrimonio e, in un angolo, ho impostato un monogramma. In questi casi il Custom davvero diventa prezioso...






La foto non le rende giustizia. Ho ricamato le iniziali con il Coloris 4522.
Ora vi saluto e... A presto, con l'ultima puntata della Maratona CustomByMe!



Maratona CustomByMe: ultimi campionamenti?

$
0
0


Inutile dire che, sin dall'inizio, il mio obiettivo era arrivare ad una letteruccia fiorita su una maglia.
E' ormai ufficiale... 
Sono arrivata alla fine del mio alfabeto completo e proprio in questi giorni ho iniziato ad informarmi su come si fa a pubblicare qualcosa. Estremamente imbarazzante (non ne so davvero nulla), entusiasmante, divertente, ansiogeno. 
Adesso infatti arriva la parte in cui si devono scrivere testi sensati (non deliranti come questi del blog!) e magari fare qualche fotografia...
Ma insomma già avevo in mente di espandere l'uso delle iniziali e avevo messo in conto di provare sulla maglina. Forse sperimenterò anche altri sistemi per arrivare allo stesso risultato, ma la praticità del Custom By Me è fuori discussione. Il vantaggio del riposizionamento in caso di errore e l'adesione perfetta del tessuto adesivato alla stoffa è notevole.


Ho impostato il disegno e scelto i colori di uno dei miei campionari: ricordate la E su raso?
Avevo immaginato l'idea del campionario in cui ciascuna lettera ha una palette diversa a questo preciso scopo e cioè trovare rapidamente una soluzione per l'idea cromatica che si ha in mente  e il colore del tessuto di partenza.


Ho ricamato la lettera tenendola semplicemente in mano, grazie al supporto offertomi dal Custom By me. Una volta terminata l'ho gettata sotto l'acqua, come sempre, per far sciogliere il prodotto.
Questa è la parte che preferisco e nella nostra maratona mi sono divertita a fotografarla spesso, perchè il Custom è bianco e l'effetto reale del ricamo potrà essere apprezzato veramente soltanto quando esso si scioglie. Vedere il getto dell'acqua che lentamente lo disgrega, lasciando a poco a poco trasparire il risultato definitivo è un'esperienza strana e divertente.


Aspettare l'asciugatura, invece... E' la parte più noiosa!

Prima della E a fiorellini avevo provato una A su un abitino di Anita che forse avrebbe potuto essere messo a telaio, ma le piegoline avrebbero alterato e probabilmente distorto il ricamo, così ho optato anche in questo caso per il Custom.


Una A dell'alfabeto Amadeus Regular, molto adatto al palestrina, che mi sono imposta di usare almeno una volta a settimana, come fosse un integratore.


Pur sapendo che Anita avrebbe avuto da ridire, ho improvvisato una coroncina a tre quarti con un po' di nodini, perchè quando mi trovo con un qualunque filato oro tra le mani vado fuori di testa.


E così eccoci alla fine della nostra maratona Custom By Me, che spero sia servita a farvi esplodere nella testa mille idee migliori delle mie. Anche nella mia testa è successo: ho sempre idee migliori delle mie! E infatti termina la maratona, ma non terminano di certo i campionamenti!
E vi invito a postare le vostre prove sui social network, perchè in fondo non c'è niente di più bello e stimolante della condivisione. Proprio negli ultimi tempi mi sono trovata a riflettere sull'opportunità o meno della mia sconsiderata divulgazione di immagini. Succedono cose...
Vi confesso rabbia e frustrazione. So bene che è sbagliato, ma siamo umani: ci attacchiamo a quel poco che siamo riusciti a fare o che siamo capaci di fare e che per noi è una conquista, frutto magari di notti insonni e sacrificio. Pur essendo, magari, una sciocchezza.
D'altro canto, se lo si tenesse nascosto in un baule... Che soddisfazione darebbe? Quale utilità fornirebbe? 
Dunque augurando a me e augurando a voi di non perdere mai quella scintilla che ci fa evolvere e che fa scaturire sempre nuove idee, in modo da poterci lasciare alle spalle senza soffrire quelle già realizzate, vi saluto e vi ringrazio per la vostra costante preziosa presenza. 
Voi che arrivate a leggere fino all'ultima riga, lo so, sapete vedere. 
Grazie,
Elisabetta

Livelli di coscienza

$
0
0

Ohi-ohi... 
Penso che questa sia stata l'assenza più presente della storia del mio blog. Ma è l'anno delle svolte epocali e tutto è fuori norma e allo stesso tempo normale. 
Qualcuna di voi mi ha tirato le orecchie, ma ho perseverato nella assenza. 
Sul libretto delle giustificazioni vi scrivo motivi familiari e ottundimento da Voi-sapete-cosa: l'innominabile progetto che non nominerò fino a che non ne avrò una copia tra le mani. 
E' successo che, per una combinazioni di eventi eccezionali, mi sia trovata a vivere in un livello di coscienza molto superficiale e distaccato, che mi ha concesso di macerare senza respiro nell'impresa e che nel contempo ha annullato quella dimensione intima che nutriva questo blog e che era necessario sopprimere per non scivolare nel pozzo. Ho trascurato voi e anche compagnie più vicine. Sono rimasta come sospesa in una dimensione senza tempo mentre il tempo scorreva veloce e inesorabile. Bloccavo e incanalavo pensieri. 
Il fatto è che bisognerebbe mettersi a fare queste cose dopo averne fatte un paio di prova... Accipicchia! Si sarebbe risparmiato un sacco di tempo, a sapere come funzionano le cose! Ma ho imparato molto e, comunque vada, ne è valsa la pena. 
Non mi sono fatta mancare niente: tecniche alternative come il silk ribbon fotografato più sopra, un po' di ricamo in bianco in chiusura e neppure atroci colori...



Ma rimando la mia auto recensione a cose fatte e reali.

Vi racconterò invece ora dei prossimi sviluppi, ovvero del mio ritorno ad un livello di coscienza umano e della necessità di prendermi una vacanza da me stessa, ricamando progetti da altri libri, senza pensare e facendosi guidare per imparare. E che stia per arrivare settembre non è un caso: ho già cominciato a cercare corsi ed eventi. Così ci rovina la scuola!

Un giorno mia sorella ha scoperto che avevo comprato delle scarpe da ginnastica (accessorio orgogliosamente bandito dal mio corredo da sempre). Ha liquidato il mio bisogno di rinvigorire muscoli molluschi e di perdere qualche quintale con uno sprezzante Ah! La crisi di mezza età!
Io le ho risposto con un insulto, ma è l'anno dei quaranta. Pork.
Comunque ho fatto cose impensabili, come scaricare Runtastic: solo il download mi ha fatto perdere 300 chilocalorie. L'ho provato in macchina, ma mi hanno detto che così non vale. Mi sono addirittura iscritta al workout-italia e sottoposta ad un training di un mese guidata dalla perfida Jillian Michaels. Ora le mie ginocchia stridono come i cerchioni sull'asfalto quando le gomme sono scoppiate. 
Avendo sperimentato gli effetti positivi e deleteri dell'allenamento assiduo e forzato, ho messo a punto un personale programma di addestramento al telaio sfruttando la saggezza acquisita in questo periodo di sport estremo (ih, ih... Che catorcio!). 
Sapete che tengo quasi tutto in mano, salvo il pittura: è ora di finirla. Un training giornaliero è quello che ci vuole. Non saltuario e con le posture sbagliate dell'improvvisazione, come ho sempre fatto, mettendo a rischio schiena e collo. 
Mi servivano insomma delle staffe per sostenere il telaio alla giusta altezza. Dopo aver girato in rete per ore e scoperto che possono rivelarsi ottimi sostegni i porta asciugamani, mi è scattato il pessimo istinto fai-da-te e sono andata al Briko. Errore fatale: ci sono andata con un vestitino a fiori. 
Quale rude commesso del Briko ti degna se hai un vestitino a fiori?! Sono comunque tornata a casa con i miei pezzi tagliati e qualche sorrisetto di derisione. Vi farò sapere quale triste epilogo avrà il mio sudato set di assicelle... A presto! 
Per davvero!






Chi fa da sè... Fa danni per tre!

$
0
0

Il reparto minuteria della ferramenta del Briko è eccitante quasi quanto una merceria ben fornita. 
Si, beh... Quasi.
Ho stazionato attonita per credo un quarto d'ora davanti alla sezioni chiodi, immobile come un gargoyle, con i soli occhi a scorrere a destra e a sinistra, in alto in basso, di qua e di là a casaccio e così via. 
Signora, ha bisogno di aiuto?! No, no grazie. Guardavo... 
Maledetto orgoglio... Maledetto imbarazzo... L'unica certezza che avevo era il colore (un bell'ottone dorato) e non potevo confermare i peggiori clichè sulle donne. 
Gli angeli del paradiso hanno fatto materializzare, innanzi ai miei occhi ormai stanchi e rassegnati, un bel cartello illustrante la scelta della lunghezza dei chiodi sulla base dello spessore del legno da inchiodare. Eureka! Non mi restava che improvvisare una falegnameria in sala da pranzo!
Per chi si fosse sintonizzato solo adesso sulla mia Radio Delirio, ricordo che avevo in ballo la costruzione fai da te... Danni per tre di una coppia di supporti per telaio a stagge, col proposito di un addestramento militare quotidiano. Mi ero fatta tagliare le mie asticelle e mi mancavano soltanto i chiodi.
Qualcuno nei messaggi mi ha chiesto di dare istruzioni dettagliate in proposito. Voglio assolutamente precisare che non c'è niente di professionale in quello che ho costruito. Avevo semplicemente bisogno di qualcosa che mi prendesse poco spazio e che avesse la giusta altezza per evitare dolori a collo e schiena (i cavalletti standard si allargano troppo impedendo la seduta e sono molto bassi). Ho una sedia regolabile, quindi mi sono concessa misure arbitrarie. Se avrete la malaugurata idea di seguire il mio progetto, ricordate di misurare l'altezza della vostra sedia: potrebbe risultare che a voi servano supporti più alti. Cercando qua e là ho scoperto che la postura migliore sembra essere quella in cui la parte alta del petto si appoggia quasi al telaio, obbligando la schiena a stare dritta (se la sedia è ben posizionata sotto al telaio). Avviso inoltre che la mia versione è un poggia telaio: essendo i supporti poco profondi avrò senz'altro problemi con telai grandi e con il Luneville, perchè io ho i telai in appoggio su due aste. Dovrò, in caso, escogitare qualche soluzione. 
E... Giusto per correttezza... A conti fatti non è del tutto economico, purtroppo! 
Per costruire i miei supporti mi ero fatta tagliare un'asticella ampia 10 cm e spessa 1cm: per ciascuno due montanti da 80 cm e 8 pezzi da 40cm. Ovviamente, così come accade quando parto con un ricamo, il progetto di partenza era diverso da quello definitivo. Doveva diventare una struttura a ripiani, tipo piccola libreria, ma poi mi sono fatta prendere la mano...


Tornando al mio esultante ritorno alla falegnameria domestica, non appena misi i piedi in casa e mostrai i miei trofei al marito, ebbi da digerire la sua trionfante espressione di commiserazione. Insomma i chiodi erano della dimensione giusta, ma a parer suo erano dei tronchi a dispetto dell'esiguo spessore del legno. 
Angeli del paradiso... La prossima volta mandatemi giù un cartello esauriente!
Avevo due possibilità: aspettare lunedì che aprisse la ferramenta quella vera e trovare gli spilli di cui avrei avuto bisogno, oppure dimostrare a mio marito che si sbagliava. 
Ahimè! Indovinate dove la mia pigrizia e la bramosia di vedere l'opera finita mi ha portato? Figurati... E' un'asta di burro! Si deformerà ben nonostante i chiodi siano solo un po' sovrastimati!
Bang bing bong bong... Su una media di 7 chiodi, uno strappava una crepa e una imprecazione. Ce l'aveva lui la ragione, ma mica gliel'ho confessato. E tanto non mi legge il blog.
Due disastri sono molto molto evidenti, ma, come nella filosofia giapponese che porta a riparare le crepe con l'oro per valorizzarle, eviterò di bruciare tutto e cercherò un modo per esaltare il misfatto, monito eterno contro la mia pigrizia.
Nel reparto falegnameria mi ero innamorata di quelle asticelle cilindriche e ho fatto modo di farcele entrare come sostegno telai e libretti. Mannaggia ai chiodi.
Comunque ormai i miei supporti ce li ho, malandati che siano. 
Nonostante abbia creato un incastro con le aste trasversali, purtroppo è ancora un po' traballino. Forse risolverò la cosa con i tiranti della Ivar Ikea, ma un po' mi rompe, perchè volevo una cosa maneggevole da spostare.
Ma basta! Adesso arriva il bello! Avevo il libro della Scarpellini sul ricamo bizantino che mi chiamava a gran voce da mesi, comprato a Bellaria.
Il progetto di partenza è di passare in rassegna punto stuoia, trapunto e punto ombra. Ma sapete come sono fatta, quindi chissà che fine farò... A presto per aggiornamenti!



Dolci ricordi su Rakam di settembre

$
0
0

Me l'ero quasi scordati! 
Il frenetico e surreale anno appena trascorso, esauritosi in pochi istanti come la scia di una stella cadente nella notte di San Silvestro (anche se è almeno cinque anni che non ne avvisto l'ombra e forse anche quella di cinque anni fa me la sono solo inventata per farmi bella), non mi ha lasciato il tempo di raccontarvi cose più o meno interessanti. 
Vengo a sapere oggi che mia madre compra Rakam da ieri. 
Mi stupisco solo perchè lei ricama con passione qualche linea a punto erba pressappoco ogni venticinque anni e solitamente i disegni li chiede a me. 
Magari ha deciso di mettersi in proprio...
Comunque, mentre poche ore fa, la prendevo platealmente in giro con ammiccate complici ad Anita, sfogliavo distratta la rivista (perchè intenzionata a sottrargliela con l'inganno e gustarmene la visione in privato più tardi). 
Deja vu... 
L'occhio scaltro si blocca e le dite recuperano la pagina slittata troppo velocemente...

Chi ti ci mi ritrovo?!






Ma andiamo con calma...
Mesi or sono DMC mi inviò delle tele di cotone prestampate, chiedendomi di interpretare a piacimento i disegni (creazione esclusiva DMC), ma offrendomi alcune palette di riferimento. 
Mi ci buttai a capofitto e vi confesso un gran divertimento.


Se non ho capito male, questi disegni, disponibili prestampati, sono stati ricamati da me, ma anche da altre ricamatrici (con punti e colori personalizzati) per offrire uno spunto e, nella sezione Cerimonie del sito di DMC possono essere ritrovati.
Ma Rakam di questo mese (Anno VIII - n°9 - settembre 2017), propone anche i disegni e le istruzioni della mia versione, mirabilmente confezionati dallo staff DMC!



Ne manca solo uno, a cui sono rimasta particolarmente affezionata...
Una ghirlanda destinata ad un cuscinetto fedi, che avrei dovuto ricamare con colori, che trovai (ve lo confesso!) a prima vista atroci, ma di cui mi innamorai ben presto e del cui progettista lodai il genio...



Il dado è tratto: un sofferto countdown

$
0
0

Ad ore indicibili, domenica, scossa da ripetute impennate dei picchi di adrenalina e frustrata dalla lentezza dell'upload dei file... Sono andata in stampa.
Vi prego...
Non postate quattro faccine dagli occhi sgranati che roteano smarrite gli occhi, due per parte a incorniciare un insolente quanto giustificato Solo adesso?!?!
Dalla stampa di prova ad oggi, gli uragani che hanno sconquassato l'America devono aver inviato subdoli silenziosi emissari da queste parti e invano ho cercato di fare io stessa da scudo contro le folate che scompigliavano il testo disseminandolo di errori. 
Ho scritto questo post con l'occhio sulla banda dell'upload, trepidante, predisponendo l'animo all'ineluttabile Errore nel caricamento del file, o un alternativo Il sistema ha smesso di funzionare o un più probabile Questo computer si autodistruggerà tra 7, 6, 5, ...
Scrittura terapia.
E invece, guarda un po', tutto è andato liscio: si è solo inceppato il caricamento, senza messaggi di sorta. L'ho preso come un incoraggiante segno del destino. Forse oggi il problema è stato risolto.
Termini di consegna previsti: tra il 6 e il 10 ottobre...
Termini da brivido, non vi pare?
Invano cerco di calmarmi, sgranocchiando biscotti alla crusca d'avena.
La domanda fatidica e impronunciabile rimbalza isterica tra ventricolo destro e piloro...
La mia contrizione si nutre di scenari apocalittici in cui le macchine esplodono o si inceppano inspiegabilmente, sfiorate appena dalle fetidi propaggini di qualche spirito maligno che ha deciso di punirmi oggi di tutte le malefatte della mia vita. E accarezzo l'ipotesi di richiedere una visita guidata allo stabilimento, fingendo un fervido interesse ai processi di stampa, soltanto per controllare che tutto, nella vita della stamperia, stia procedendo con armonico stile. Vorrei gustarmi i sorrisi beati del personale ebbro di soddisfazione per il rispetto puntuale degli ordini e fantastico sui giovani addetti che, con solerte efficienza, procedono alle stampe lanciandosi, dalla cima di una macchina all'altra (che non posso non immaginare mostruosa, potente e scintillante) affettuosi e scherzosi improperi, civettando l'uno con l'altra.
Quasi quasi adesso controllo se si può fare...
Vi terrò aggiornati!
In ogni caso (ma spero non sola)...



Le anime di Un Alfabeto a fiori

$
0
0

Trepidante ho aperto il primo scatolone. I biscotti alla crusca d'avena erano finiti da un pezzo e le unghie pure.
A causa dei problemi di caricamento del file e della necessità di farli inserire manualmente dall'operatore, temevo che per sbaglio avessero finito per stamparmi un catalogo di pneumatici da neve o un inventario di accessori per la pesca. Alfredo certo avrebbe gradito quest'ultima opzione e avrebbe portato trionfante a scuola il libro sulla pesca della mamma.
Invece, quando gli ho mostrato il contenuto, è tornato annoiato alle sue serie occupazioni, brontolando.
Pallida e senza forze, paralizzata dal timore e dall'odio per questo cumulo di carta che per un anno ha occupato e sfinito mente e impegno (pur nella sua infinita piccolezza ed esiguità) e che ha deciso, ormai provvisto di vita propria, di seminare scompiglio, opporsi ad un destino facile e procurarmi isteriche nevrosi anche negli ultimissimi istanti di gestazione, ho visto infine venire alla luce Un alfabeto a fiori.
Se badassi al senno di poi, chissà che forma avrebbe questa povera creatura!
Bisognerebbe nella vita fare prima un libro di prova e poi mettersi a fare sul serio. La stessa cosa adesso potrei farla con la metà del tempo e con un cervello meno vacuo. Bisognerebbe anche informarsi prima sulle magie che sanno fare i grafici e saper chiedere. Ma per imparare a formulare la domanda giusta, me misera, ho dovuto prendere diverse capate e sprecare giornate di lavoro.
Perchè sono partita da un faccio tutto io tanto presuntuoso quanto necessario per la scarsa disponibilità di mezzi e, ahimè, di conoscenze. Come sarebbe tutto diverso, ora!
Perchè quello che ho scoperto, strada facendo, è che una pubblicazione, per quanto piccola possa essere, se hai la fortuna di incontrare le persone giuste (come lo sono stata io) non ha una sola anima. E' la somma di più anime. E Un alfabeto a fiori ne ha, e dedico questo post a loro.

Manifesta e splendida brilla quella di Laura Arnaldi, l'artefice della magia.
La mia grafica.
Le vie del destino, insondabili, si incrociano un po' per caso, ma c'è chi dice di no. Per non diventare troppo sentimentale mi limito a dire che meglio di così non avrei potuto trovare. Con lei ho decisamente riconsiderato il mio stereotipo sterile e tecnico del grafico di professione, scoprendo che l'essere artisti non si esplica necessariamente nell'atelier d'arte. Lo sapevo già, in realtà. Ma le bande bianche e rosse dei cataloghi di pneumatici da neve non mi hanno mai evocato l'immagine di un artista.
Comunque, quella poveraccia della Laura l'ho fatta penare parecchio.
Credo che alla fine della faccenda fosse seriamente più motivata lei di me alla conclusione degna dell'opera. Fossi stata al posto suo, sicuramente avrei sbuffato alle mie richieste, accontentandomi con un sommesso se ti piace così. E io dal canto mio avrei pensato che in fondo ormai come andava andava.
E invece no. Era lei a volere che uscisse perfetto.
Non finirò mai di ringraziarla. Anche per non aver bloccato il mio numero di telefono dopo certe chiamate notturne.


Sulla follia di aggiungere il testo inglese scriverò un paragrafo dedicato (ovviamente con testo a fronte...).
Inutile dire che qualche volta mi vengono proprio delle idee geniali: dovrei imparare a riconoscerne il dubbio e farmi rinchiudere in una gabbia a meditare, prima di agire. Almeno per rendermi conto di essere magari un po' impreparata. Dunque spero che potranno perdonarmi le lettrici straniere, se mi sono cimentata nella traduzione io stessa. Se mai ci sarà una prossima volta, affiderò subito la traduzione ad un esperto. Con l'acqua alla gola e l'ansia in ebollizione, ho chiesto un tardivo e disperato aiuto a Tamara Catrina Fonseca. Come un angelo è calato sul mio testo per salvare il salvabile, puntando la sua bacchetta magica d'oro qui e là, ma anche qui e lì e un po' più sopra e anche più giù... Anche Catrina un incontro del destino e con lei ringrazio la mitica Manuela Scarpin, che mi dice di non aver fatto nulla e che invece non sa quanto sostegno e coraggio mi ha infuso con il suo entusiasmo!

Ma ringrazio tutte, ma proprio tutte le anime dei followers del blog e dei contatti di Facebook e Google+, che con il loro entusiasmo hanno creato l'occasione. Senza di loro, ne' avrei avuto il coraggio, ne' avrei pensato che potesse servire mai a qualcuno un qualche mio scarabocchio.
E la paura che possa deludere è forte.

E ringrazio anche Maria Rita per le dritte e per il sostegno autorevole che mi ha infuso sicurezza e per i consigli dell'ultim'ora che hanno contribuito ad un cambio di direzione importante per la resa ottimale di un certo capitolo.

E come non citare Maria Elide, che ho tormentato nei momenti di sconforto, finendo per riempire la casella di messenger con faccine che piangono dal ridere?! Il mio coach motivazionale. E' a lei che in fondo devo la metafora gravidica sulla nascita di una pubblicazione...

Last but not least...
Ringrazio di cuore Gabriella Molinari di Conti e Molinari per il supporto materiale offertomi. E la metto nell'elenco delle anime che aleggiano sfogliando le pagine del mio libbricino, perchè la sintonia che si è creata va ben oltre i reciproci interessi di settore. Vi ho trovato quella stessa sensazione di un qualcosa che va oltre il quotidiano e che accomuna tutte queste anime e che forse altro non è che la passione, che trasuda e conquista.
Da lunedì 23 ottobre potrete trovare il mio libretto presso il suo negozio, ma per le informazioni tecniche e la mia autorecensione, risintonizzatevi tra un paio di giorni su questo stesso blog.
A prestissimo!


Un alfabeto a fiori

$
0
0

Ho scritto questa autorecensione perchè, vi confesso, mi ha spaventato l'affettuoso riscontro di attesa tra blog e Facebook. 
Vorrei che tutti potessero sfogliarne una copia, prima di considerarne l'acquisto.

Anelo ad un acquisto consapevole.
Alla delusione preferisco scatole di copie invendute.

Nel bene e nel male una autorecensione non può essere imparziale, quindi un'idea potrebbe essere quella di attendere la recensione di qualche esperto, nel caso non possiate sfogliarlo.

Essenzialmente, Un alfabeto a fioriè un Album di disegni per ricamo.
Perchè tutto nacque dalla richiesta dei disegni delle iniziali. 
Mi ci provai e disegnai ormai un anno fa l'alfabeto completo alto 11 cm, sui profili lineari del Rouyer 254.
Collezione di disegni tra le mani, mi chiesi se produrre semplicemente un pdf, ma le considerazioni successive mi indussero a progettare qualcosa di più impegnativo.
Per prima cosa sarebbe stato molto limitante avere l'alfabeto in un'unica dimensione, perchè, nonostante si possano leggermente ingrandire o rimpicciolire le iniziali, una forte riduzione comporterebbe una riduzione del numero di fiori, anzichè di misure. E quindi disegnai anche l'alfabeto alto 7 cm, un po' come si faceva una volta, per avere le due grandezze per asciugamano grande e piccolo o lenzuolo e federa.


Autocriticando la mia ossessione per le iniziali, introdussi anche alcuni elementi decorativi, per consentire di imparare a ricamare questi soggetti, senza necessariamente dedicarli a qualcuno.
Completata la serie di disegni mi dissi che sarebbe stato interessante avere qualche alternativa cromatica, per aumentare la fruibilità dell'alfabeto e facilitare le ambientazioni. Così, per gioco, mi prefissai un compitino facile facile: ricamare tutto l'alfabeto con colori diversi. 
Per rendere la cosa ancora più semplice, immaginai un campionario su tessuti alternativi ai classici da ricamo e tentai il raso di seta, lo shantung, la felpa, un dainetto, tessuti arredo colorati... Quest'ultima un'impresa davvero complicata. A luglio accesi il fuoco solo per bruciare la M su fondo verde.


La cosa doveva finire così.
Disegni + colori (tabelle con riferimenti DMC): una pagina per ciascuna lettera.
Ma la perfida vocina che sento risuonare nella vuota scatola cranica mi suggerì di aggiungere qualche spiegazione... Insomma!
Vero! E brava la mia vocina! Cominciai a fotografare passo passo tutte le fasi di lavorazione. 
Quella stessa vocina mi sussurrò anche che per anni avevo proposto ai corsi il disegno autonomo delle iniziali e delle scritte, avendo sperimentato quanto è facile. Che volevo che tutte ci provassero almeno una volta, per prendere coraggio e mettersi nell'idea di essere capaci e poter fare da sè... Quindi fotografai anche un tutorial per il disegno delle scritte.


Quando mi dissi che il progetto stava diventando realtà, scovai la mitica amica Laura. 
Il giorno non me lo ricordo, ma lei deve averlo colorato in nero nella sua agenda, aggiungendo tante freccette e teschi, quindi potrò chiederle...
Scoprii che i principi della fisica dei corpi non sono stravaganti invenzioni dei professori di fisica. Cioè che non puoi far entrare in un contenitore una serie di oggetti la somma dei cui volumi è maggiore del volume del contenitore. Non puoi chiedere di mettere due litri di birra in una bottiglia da un litro. E non puoi pensare di mettere in 60 pagine tutto, considerato anche il testo a fronte inglese, dando come unico imperativo: foto a tutta pagina.
Ora le pagine sono 72, compresa la copertina. 
Ciò nonostante ho dovuto sfalciare le spiegazioni. Ho inserito una doverosa galleria dei punti e ho scritto un tutorial che in sostanza si limita alla sequenza di lavorazione, con rimando ai punti e consigli. 
Visto che comunque ho tutta questa serie di foto nel cassetto, non escludo un bel tutorial sul blog, prossimamente. 
Ma non troverete nel libretto foto di movimenti passo passo, ma, appunto, la sequenza lavorativa.


Un nota sui testi...
Tanto blatero sul blog, quanto arida ed essenziale sono stata nei testi della pubblicazione. 
Non avevo considerato il fattore psicologico della stampa e la necessità di scrivere solo parole opportune. 
Lo specifico perchè tante graziose followers mi hanno scritto auspicandosi una lettura divertente...
Per forza di cose è un manualetto tecnico.

Tornando alla cronistoria dell'impresa, ad un certo tardivo punto, la stessa vocina (sto prendendo in considerazione una lobotomia) mi rimproverò perchè non avevo considerato di dare dei suggerimenti d'uso e quindi in un mese (era agosto e lo ricordo bene) ricamai all'impazzata diversi oggetti, per mostrare come e dove usare l'alfabeto.
Ahimè, si decise infine di stampare a grandezza naturale il campionario alto 7 cm e tutte queste lavorazioni compaiono sullo sfondo. Se tale obiettivo non è stato raggiunto, mi auguro che comunque servano d'ispirazione. 


Tante cose si potevano aggiungere, tra cui le difficoltà incontrate su ciascun tessuto e quali espedienti per superarle... 
Ma non potevo, e non mi sembrò opportuno, trasformare un album di disegni nell'ennesimo manuale di ricamo. 
E' una storia di frustrazioni e compromessi, ma credo che sia, come mi è stato riferito, una storia consueta.
Per riassumere, ecco il retro copertina...


L'accenno all'ispirazione per tecniche avanzate deriva dal fatto che ricamai la W e la X con le perline, la Y in bianco con un po' di punto pieno e la Z con il ricamo Silk Ribbon. Volevo cioè sperimentare l'utilizzo di questi disegni attraverso tecniche alternative ai punti base. Lo trovai straordinariamente facile e io stessa finalmente ebbi un soggetto per sperimentare i meravigliosi nastri di Di van Niekerk. Ovviamente ho dovuto dare per scontata la tecnica, ma vi assicuro che i pochi elementi che ho introdotto sono alla portata di tutti!



Non sono riuscita a registrare l'ISBN. Questo mi dispiace. I tempi avrebbero slittato ulteriormente e dovevo arrivare ad Abilmente con l'Alfabeto.

Come avrete capito stiamo parlando di una autoproduzione, con testo italiano e inglese a fronte.
Il costo è di 24 euro.

Me lo porterò in fiera (Abilmente Vicenza ottobre 2017) e, come già riferito, avrete la possibilità di consultarlo, prima di decidere.

Da lunedì 23 ottobre potrete trovarlo presso Conti e Molinari, oppure richiederlo direttamente a me.
Con il prossimo post fornirò ulteriori dettagli in questo senso, ma anticipo già che chiederò la cortesia di esclusivi contatti via mail, perchè con messenger e wapp perdo colpi. 
A causa dell'impegno per l'organizzazione della fiera, inizierò a rispondere alle mail da lunedì prossimo.
Grazie di cuore per avermi seguito nell'avventura e per l'affetto comunicatomi e... A presto!
Elisabetta
Viewing all 445 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>