Quantcast
Channel: Elisabetta ricami a mano
Viewing all 445 articles
Browse latest View live

Ripartire con il ricamo

$
0
0

L'estate 2016 rimarrà nella mia storia personale come la prima estate in cui finalmente riuscii a fare vacanza, dopo 10 anni di bambini piccoli. Certo l'occhio non li perdeva d'occhio, ma per qualche istante magari sì, ben sapendo che non si sarebbero inconsapevolmente persi tra la folla e le onde. 
Per un paio di giorni addirittura si materializzò il sogno recondito di tutte le madri: Ciao mamma, andiamo a farci un sonnellino perchè siamo stanchi! Non ci avrei scommesso neanche uno spillino... Eppure, incredula, dopo dieci minuti di silenzio in cui pensai al peggio, li trovai stramazzati di traverso sui letti, in preda al sonno più profondo del mare. 
Cosa ho fatto in questo stato di semi-libertà?! No, non ho ricamato. 
Ho finalmente letto un paio di manuali acquistati tempo fa, impilato conchiglie, imbrattato un album di disegni con i pennelli. Tutto ciò ha certo a che fare con il ricamo, in un senso che spero evolverà nel futuro e di cui senz'altro vi renderò partecipi nel bene e nel male, ma non ho ricamato in senso stretto. 
Dunque è ora di rispolverare forbici, ago e ditale e di ricominciare... La scuola. 
Settembre significa scuola per tutti, direttamente o indirettamente. E la carica e l'entusiasmo del settembre mi sono sempre piaciute. Devo avervelo già detto... A settembre, puntuale come tante, vado a sfogliare i corsi della Royal School of Needlework, sognando di essere giovane, ricca e disinibita, prendere l'aereo e volare verso la più prestigiosa delle scuole. 
Quando riatterro sul tappeto di casa sono sconsolata, ma non troppo... La nostra tradizione è ricca e se è decentrata forse è perchè ci sono mille realtà, piccole e grandi, tutte degne di essere scoperte. E ragiono sulla ugualmente splendida opportunità di continuare ad esercitarmi, studiare i manuali e imparare nuovi ricami italiani, con un'apertura verso le tendenze straniere, di cui la rete ci regala la conoscenza.
Attraverso Facebook arrivano in massa le notifiche di vecchie e nuove scuole che riaprono i battenti, offrendo un servizio prezioso alle realtà locali.
E così anch'io mi trovo a riprendere le mie attività e a proporre a voi i miei corsi, nella modalità di sempre, con qualche novità a venire.

Anche quest'anno devo la mia gratitudine all'Associazione Fantasiarte, che mi supporta dal punto di vista organizzativo, fiscale e motivazionale. Proprio ieri ho incontrato lo staff per la riapertura della nuova stagione e vi confesso che ad ascoltare le novità mi sono trovata a sognare di frequentare tutti i corsi in programma...


I miei corsi di ricamo ripartono al lunedì mattina, presso la sede di Via Oberdan di San Bonifacio. Lunedì 26 settembre, con l'apertura della settimana di prova gratuita dell'Associazione Fantasiarte, vi invito in tale sede. Esporrò i miei ricami e intratterrò i presenti discutendo le mie fonti e il riporto del disegno su tessuto. 
Riprendono anche i corsi intensivi, che io davvero adoro per quello speciale ed esclusivo clima di complicità, entusiasmo e intesa che si crea nella condivisione di un intero fine settimana dedicato a questa nostra grande passione. E' successo, nell'anno appena trascorso, che gruppi isolati fuori sede mi abbiano invitato nelle loro città a condurre il corso. Serbo il ricordo splendido di ciascun viaggio.


Nella sede di Arcole (a pochi passi da San Bonifacio e circa 25 km da Verona), ho in programma i seguenti prossimi corsi intensivi:

Base1 (Avvio al ricamo classico): sabato 8 e domenica 9 ottobre

Base2 (Lettera fiorita): sabato 22 e domenica 23 ottobre

A grande richiesta arriverà a novembre il Corso sulle iniziali a punto pieno, al quale però dedicherò un post più avanti.
Chiunque sia interessato a ricevere i programmi o ad avere informazioni sulla possibilità di organizzare i corsi in diversa sede può inviarmi una mail a elisabettaricami@gmail.com.

E che siano i miei corsi e lo vostra attuale scuola di ricamo a farvi riprendere l'ago in mano, non mi resta che augurarvi un buon inizio e un fervido anno scolastico!

Passeggiare a Villa Buri tra natura, storia e ricami

$
0
0

Se abitate nei paraggi di Verona, Villa Buri potrebbe essere la meta da annotare in calendario  per sabato 24 o domenica 25 settembre.
Come ogni anno ormai è tradizione esserci, perchè per chi abita in zona Villa Buri è l'appuntamento con il ricamo per eccellenza.
Potrete trovare tutte le informazioni pratiche, gli espositori e le iniziative delle organizzatrici sul gruppo Facebook Magia in villa.

www.villaburi.it

Ho sempre partecipato come visitatrice e lo scorso settembre anche come espositrice. Siccome ci ho preso gusto... Ci sarò anche quest'anno!
Esporrò i miei ricami e proporrò i miei corsi, ma soprattutto mi gusterò il piacere di conoscervi o di rivedervi! E se, come è capitato ancora con mia grande sorpresa, il mio blog è stato di ispirazione per qualcuna di voi... Vi prego... Vi prego!! Portatemi i vostri lavori! Non immaginate quale gioia scoprire che il mio sforzo non è vano!

www.villaburi.it

Se avete un marito da incastrare che ama la natura e sottilmente odia i banchi del ricamo che voi amate, potrete proporgli una lunga (mi raccomando luuunga!) passeggiata sull'Adige, nell'annesso Percorso sensoriale, puntando sul reale connubio di arte/storia/natura che la Villa e il Parco offrono. 

Con me la Patty Patrizia, con i suoi ferri a fare la calzetta...


Certo una strana calzetta quella che fa lei... 
Siccome io parlo solo il ricamese, quando attacca coi suoi top down o con il decantare le prodezze dei  mitici ferri circolari, io mi immagino ora lezioni di volo acrobatico, ora esibizioni da circo e finisco sempre per non capirci gran che. Ma se voi parlate il magliese o l'uncinettese, oppure volete imparare questi curiosi linguaggi, venite a conoscerla. 
Gira voce che sia anche abile a sfidare le leggi della fisica magliesca, producendo maglioni senza cuciture. Io la guarderò da lontano per controllare che non si strozzi coi suoi stessi fili o che non si metta un ferro in un occhio, voi dovrete verificare che sotto sotto non sia tutta questione di magia nera.
A Villa Buri tra poco meno di due settimane!


Conchiglierie... Ad Abilmente!

$
0
0

Abbiate pazienza! Vi ho abbandonato... 
Claudia! Sento nelle orecchie la tua vocina, coscienza zelante del mio blog, tirarmi le orecchie!
Ma per scrivere ci vuole quiete e la quiete l'ho dimenticata al mare, a cui però ho sottratto conchiglie e colori da raccontarvi. 
C'è un evento che mi sta succhiando anima e corpo, tempo e mente, pazienza e inventiva. E non posso commentare ora, perchè vorrei farlo come si deve. 


Vi lascio con queste poche foto. 
Conchiglierieè diventato, da semplice esercizio, un progetto a me molto caro. E se non mi avessero proposto Abilmente all'improvviso, non sarebbe evoluto come invece è successo.
Se supererò indenne le prime due giornate, non collasserò il sabato ed arriverò con le mie gambe a casa la domenica, prometto reportage, dovizia di particolari, numero dei colori, fuochi d'artificio e fiumi di alcool per tutti!


Oro vero DMC

$
0
0

Un filato color oro, d'oro.
Oro vero!24 carati!
Io l'ho provato, ma ancora non posso farvi vedere niente...


E' stato prodotto per celebrare l'anniversario dei 270 anni della DMC e si presenta come un oggetto unico e simbolico, prodotto in 17.460 (!) esemplari numerati.
Subito l'ho immaginato come un semplice oggetto da collezione o da regalo, ma lavorandolo ho capito che è uno strumento per dare un significato diverso al proprio ricamo o al ricamo da regalare. Un modo per renderlo ancora più... prezioso
Certo il rischio è di incappare nell'atroce dubbio di come usarlo, sfogliando per ore e ore le riviste, studiando stoffa e abbinamenti giusti, rigirando e soppesando la matassina tra le dita per lasciare che i bagliori illuminino la via ... Fremono le mani, eh?!
A chi, come è successo a me, fosse assalito dal dubbio della possibilità di usare o meno il filato in ricami tradizionali, posso garantire che è adatto anche per il punto croce!

Dal comunicato stampa che mi è stato girato, arrivano le seguenti informazioni:

Nel cofanetto è custodito un vero gioiello: una matassina di Mouliné metallizzato oro 24 carati, realizzata interamente a mano presso lo stabilimento DMC di Mulhouse in Francia, sede storica dell’azienda. Ogni matassina ha una lunghezza di 8 metri e pesa 5 gr: 3 gr in più rispetto alla matassina in cotone, poiché l’anima del filato è in argento, immerso in un bagno d’oro puro 24 carati. Certificato di garanzia e fascetta numerata ne garantiscono l’autenticità. 
Ad arricchire il contenuto del cofanetto, un libro che ripercorre la storia imprenditoriale e che offre alcune riproduzioni autentiche, risalenti alla seconda metà del XIX secolo, di schemi a punto croce tratti dagli Archivi DMC. Custoditi presso il caveau del Comune di Mulhouse, gli schemi provengono dalla collezione di Thérèse de Dillmont, raffinata ricamatrice che ha collaborato molti anni con DMC e autrice dell’ “Encyclopédie des Ouvrages des Dames”, venduta nel mondo in più di 2 milioni di copie. Gli schemi vogliono essere un omaggio a tutte le donne che creano con le proprie mani autentiche opere d’arte. Sono loro le vere portavoci  del motto di DMC, ancora oggi attuale: “Da un semplice filo, nasce un capolavoro”. 

Completa il cofanetto un cartoncino-dedicadove poter scrivere un messaggio al destinatario dell’omaggio. 

E mentre sogno di riuscire ad organizzare, finalmente, un pellegrinaggio a Mulhouse per visitare la storica sede DMC e solcare le vie della mitica Dillmont (di recente, a Villa Buri, ho sfogliato un manuale originale d'epoca!), anch'io torno a rigirare tra le dita la matassina, per affinare il progetto del nuovo ricamo oro...

Splendide persone, splendidi vicini di casa

$
0
0

Per quattro giorni ho abitato nel mio piccolo cantuccio di 3 metri quadri del pianeta Abilmente Vicenza.
Strano, strano pianeta...
Come le talpe abbiamo vissuto in un limbo di buio, rischiarato da luci elettriche intermittenti, senza renderci conto in quale punto del cielo stesse in quel momento il sole. Il primo giorno ho guardato l'orologio convinta che fosse l'una, per scoprire che le 16 erano suonate da un pezzo. Fortuna che in questi frangenti i miei bioritmi rallentano... Praticamente si annullano!


La mia casetta era dotata di morbida moquette grigia, tre pareti, un tavolo e quattro sedie.
Arredare il mio stretto monolocale si è rivelata la faccenda più complicata di tutta l'avventura: con il mio martello da quattro soldi e il rotolo di biadesivo formato famiglia in tasca (che, grazie a Rossella, ho scoperto rappresentare un accessorio immancabile della borsetta della buona standista), chiunque poteva riconoscere il mio sconfinato pivellismo, smascherato al confronto con le vere artiste della scenografia che mi circondavano.

Il prefieraè come assistere al prima della Creazione. 
Kaos ovunque. 
Nessuno potrebbe mai immaginare che entro poche ore Tutto prenda l'ordine prestabilito. 
Alle 17:00 ancora mancava il pavimento: credo che abbiano lavorato magici folletti (poveracci), tutta la notte.


Ma la mia buona stella, conscia della mia inettitudine e premurosa, inviò in mio aiuto tre angeli misericordiosi, per accertarsi che nei quattro giorni di permanenza nella cella di clausura non combinassi guai. Non fu dunque il caso a decidere la qualità dei miei mitici vicini di casa: Maria Rita, Cristina e Luigino de "Il filo che conta". Ho un debito eterno con voi! E' stata una gran gioia conoscervi, un gran piacere trascorrere i miei quattro giorni di vacanza con interessanti e simpatici compagni e un gran divertimento sdrammatizzare il faticoso scorrere del tempo. 
Ho lavorato ai nodi di Maria Rita per tutta la durata del soggiorno, perchè davvero sono una droga. Dunque passerò i prossimi giorni a terminare il mio nappone, per non finire bacchettata...


E' la prima volta che passo quattro giorni ad Abilmente... Senza vedere niente! Rapide fughe mattutine per poter dire di aver speso un po' e ... Niente... Non so cosa ci fosse nei padiglioni intorno a me. 
Ma so che sono stati solcati da persone splendide, che hanno soggiornato brevemente nella mia casetta, illuminandola di una luce speciale. Vecchie conoscenze di blog che mi hanno fatto nostalgicamente viaggiare agli esordi e nuovi volti interessati, con cui ho chiacchierato amabilmente. Grata del cameratismo dei miei dirimpettai e di tutto l'Atelier del ricamo, che non mi hanno fatto sentire quel pesce fuor d'acqua che sono, mando a tutti un gran bacio e un sonoro ringraziamento!


A breve una spiegazione delle follie esposte...

A passion for needlework

$
0
0

Dai contatti intrapresi con la mitica redazione di Inspiration Magazine in occasione della pubblicazione del tutorial per le iniziali fiorite (Issue 89), nacque allora l'idea per una seconda proposta, che sarebbe comparsa in un successivo numero. 
Passò diverso tempo (compreso quello necessario a tradurre in frasi comprensibili il mio lavoro - da parte mia e... loro, suppongo!) e le cose presero una via diversa, grandiosa e splendente...


Con incredibile imbarazzo vi comunico di essere su un numero speciale di Inspirations: un annuale... A passion for needlework. Non è una rivista, ma un vero e proprio libro (oltre alla perfetta opera grafica non compare mai pubblicità), a cui devono aver dedicato uno sforzo particolare, immane. 
I servizi fotografici sono meravigliosi e i progetti presentati provengono dalle mani delle più celebri ed esperte ricamatrici che tutte conosciamo. 

Ecco...
Non so bene cosa stia a farci io lì sopra. 

Gongolo lo stesso, perchè il libro è così bello che è troppo bello farne parte, ma, consapevole, mi inchino allo spessore delle mie compagne di pubblicazione. 
Che sappiano che se ricamo ancora e con così tanta Passion... è perchè mi hanno mostrato meraviglie e abilità che mi hanno sedotto e che mi hanno spronato a migliorare. 
Hanno contribuito alla pubblicazione Lorna Bateman, Trish Burr, Jo Butcher, Alison Cole, Julie Kniedl, Deborah Love, Jenny Mcwhinney, Jane Nicholas, Susan O'Connor, Judy Wilford!


Diedi un portabiancheria con iniziali a punto pieno, affinchè ne comparisse il tutorial, come richiesto.
Non arrabiatevi... Sì! E' in inglese.
Per chi lo ha visto in fiera e se ne è innamorato e per chi fosse interessato, questo è il canale di acquisto:

Avete visto che meraviglia il fiore in copertina di Julia Kniedl?!

La tavola delle feste Pink Christmas

$
0
0

Passano frettolosi i giorni e, se non mi decido a partire con il racconto garantito dei giorni ad Abilmente Vicenza, finisco per dimenticarmi tutto e per non ricordarmi più se ci sono davvero stata o meno.
Partirò dalla tavola delle feste, allestimento collaterale che mi gettò nel panico più assoluto poche settimane prima della fiera e cioè quando mi fu comunicata la mia partecipazione. 
Già trovare piatti decenti sarebbe stata un'impresa... 
Ma il vero dramma era ed è che io e il Natale, ve lo devo proprio confessare, non andiamo tanto d'accordo. L'idea di strapazzarmi in un fine settimana a ricamare decori in rosso e oro mi faceva mancare l'aria. Tanto più che avevo ancora sulle labbra il sale del mare e tra le mani le mie conchiglie.
Mi tuffai nel mucchio ancora da stirare dei miei vecchi ricami, lanciando in aria alla rinfusa oggetti poco consoni ad una tavola e selezionando il selezionabile. Scuotendo sconsolata la testa scoprii che tutto ciò che mi rimaneva erano brandelli di ricami rosa.
Da questa triste storia fatta di disaccordi con il Natale e risorse carenti, nasce la tavola Pink Christmas.


Tovaglietta bianca preistorica e segnaposto già visto, lo so.
Ma ecco l'inedito pezzo forte! 
Nel già citato fine settimana di entusiasmante terrore, mi divertii a ricamare e a costruire un menù, che immaginavo avrebbe potuto rendere elegante la scena...


E siccome vi trascuro da un po', ho deciso di mettervi qui disegno e colori per farmi perdonare.


Ho ricamato con il rosa DMC 224 la scritta a punto erba a spessori variabili e con il 3053 gli archetti a punto mosca e i tratteggi in verde. Sempre con il 224 ho ricamato a punto vapore il centro delle rose, mentre con il 948 i giri esterni e i boccioli. Con il 3022 le foglie delle rose a punto margherita e con il 746 i nodini sparsi.



Tanti in fiera mi hanno chiesto con quale tessuto io abbia realizzato tovaglia e tovaglioli. Ebbene sembra essere un lino 206 di Bellora alto 2,70 m. Io lo compro al vicino Giesse Scampoli, ma non so se tutti i Giesse hanno i listini come questo.

Mi è stato anche chiesto di spiegare come io abbia ricamato l'orlo.
Ehm... Coff, coff... 
Ho tossito parecchio, ho fatto finta di non capire, ho improvvisato un punto parigi dell'ultim'ora e poi... 
Perchè proprio le bugie non le so raccontare... 
Ho dovuto confessare che l'orlo è fatto a macchina. Certo passerò alla storia come quella che ha piazzato nel salone del ricamo di Abilmente la tovaglia finita a macchina, ma... L'alternativa era il tavolaccio nudo e crudo e vi assicuro che non sarebbe stato uno spettacolo di maggior buon gusto. Comunque negli angoli una roselletta ce l'ho messa e vi dirò che, dopo aver confessato il malfatto, qualcuna mi ha pure detto Che peccato! Mi piace proprio come è venuto. Si può fare anche a mano?

Ok! veniamo al CD, così nel gran finale riesco anche a farvi ridere...


L'idea di partenza prevedeva anche della carta musica con le note di White Christmas stampigliate sopra. La stampa era orrenda e anche le composizione non prendeva forma, così rimase solo il CD. 
A mia discolpa posso dire che nacque principalmente come esercizio per scritte curve. 
Sapevo che su Word, selezionando WordArt si potevano distorcere scritte ad arco, con qualsiasi font. Per provare seguite il seguente percorso:
Inserisci... WordArt... Trasformazione. Così arriverete ad avere il vostro testo inscritto in un cerchio. Il problema è che la distorsione la ottenete trascinando un cursore che ancora non ho capito che ruolo gioca e con quali regole. Di fatto non sono riuscita ad arcuare a dovere la scritta come volevo e, se qualcuno di voi fosse tutta pappa e ciccia col cursore... Vi preeegooo... Si faccia avanti!
Ora vi lascio ridere con calma. 
A presto con il capitolo1 di Conchiglierie: un'improbabile collezione!

Conchiglierie: un'improbabile collezione

$
0
0

Avrei dovuto avviare il racconto sulle Conchiglierie quando ancora ero nel bel mezzo dell'esperienza, perchè in questi due mesi di scuola, fiera e corsi, quel particolare stato d'animo fresco di vacanza si è alterato e mi trovo ora in difficoltà a rievocarlo.
L'idea nacque a Jesolo, la prima settimana di settembre (quella famosa prima vera vacanza, in cui i bambini hanno lasciato i miei nervi distendersi). 
Avevo con me Design for embroidery - a fine arte approach, un libro un po' datato regalatomi da Silvia, con fotografie di lavori che di per sè forse lasciano perplessi, ma che contiene un approccio alla creatività assolutamente liberatorio. Grazie Silvia!
Detto veramente in soldoni, Diana Springall propone di esercitarsi a disegnare con le proprie capacità e con tecniche di estrema sintesi un oggetto, imparando a guardarlo sotto punti di vista differenti e poi ad analizzare il proprio disegno selezionandone parti, modificandolo e progettando idee da applicare al tessile. La mia personale traduzione del monito implicito di Diana è quello di agire per regalarsi del tempo per pensare e, soprattutto, per maturare il coraggio per farlo. Rubando il titolo a Danny Gregory... Imparare a prendersi una Creative License: Giving You The Permission To Be The Artist You Truly Are. Senza pretenziosità. Per divertimento, motivazione e costruzione o conoscenza di sè.
Così mi misi a raccogliere le conchiglie, perchè avevano attratto la mia attenzione in quanto numerose e per la forte presenza del colore nero. Ma le conchiglie sono state un pretesto. Avrei potuto concentrami su qualsiasi altra cosa. Ho scelto forse la più ovvia e la più scontata, ma l'esercizio si è rivelato produttivo e questa è una gran cosa.
Dal momento che era stato principalmente il colore a motivarmi, seguii la strada del colore, raccogliendo e facendo raccogliere ai bambini non conchiglie belle, grandi ed elaborate, ma... Quelle conchiglie, o frammenti, che contenessero il colore che mancava a completare una determinata gamma. Se lo racconto è perchè, dovete sapere, vengo da un passato di rigorosa catalogazione scientifica. Per una settimana ho catalogato conchiglie non per specie o generi o famiglie, ma per colore.
Quando eravamo giovani (ehm... più giovani), io e le mie sorelle studiavamo l'evidente perdita di senno delle madri, scoprendola proporzionale al numero di figli. Tre sono un bel numero per celebrare il mio decadimento cerebrale e ora sguazzo con gioia nella mia irrazionalità.
Dunque io e la mia squadra cercavamo color-conchiglie. Accoglievo con gran serietà anche i frammenti di 2 mm che mi portava Alfredo e a casa (nel bungaletto), allineavamo i resti di quelle povere bestiole litigandoci i pezzi.


Ho fatto ovviamente tante altre cose al mare. Non ultima quella di premeditare l'omicidio della dirimpettaia di ombrellone, che, nonostante i suoi tre figli, ostentava consapevole un fisico e la prestanza degna di una modella.
Mi sono comprata un costume intero... Nero.
Tornata a casa, già sapevo che avrei rubato alle conchiglie i colori per qualche iniziale. E il primo esperimento fu di estrarre, dal mucchio delle conchiglie, i colori per una iniziale fiorita. Gli House of embroidery acquistati da tempo si agitavano nella scatola gridando a gran voce quanto fossero azzeccati per quel progetto e li accontentai volentieri, perchè le loro mutevoli sfumature davvero vibravano in sintonia. Per chi abita nei pressi di Verona e fosse interessato, acquisto questi bei filati sudafricani nel laboratorio di Rossella, Manufacta, che tra le altre cose insegna ai bambini il ricamo e insomma... Che bellezza!


Trovo interessanti questi filati perchè, pur essendo industriali, riescono ad evocare tinture naturali.
L'alfabeto è sempre il Rouyer 254, ma, per chi esce dal mio corso sulle iniziali fiorite, faccio notare che l'ho ridotto a 7 cm, riducendo il numero di fiori e, leggermente, la dimensione di alcuni di essi.
Non fui soddisfatta dal risultato. Eppure a Villa Buri e ad Abilmente tanti lodarono quei colori autunnali... Divertente, no? Deve essere una questione di pigmenti naturali e prima o poi troverò qualche spiegazione utile.


Dall'insoddisfazione nascono le idee migliori e una mattina (o era pomeriggio, o sera, ma non importa) mi svegliai di colpo con l'idea dei campionari, che vi racconterò meglio nel prossimo capitolo... Conchiglierie: degli improbabili campionari.

Rakam novembre 2016 - oro DMC

$
0
0

Eccolo, l'oro DMC! 
Io ho solo prestato la mano. Design e materiali sono di esclusiva e squisita fattura DMC.
Il progetto è presentato e spiegato sul numero del mese corrente della rivista Rakam (novembre 2016). Nelle spiegazioni compare l'intero alfabeto da ricamare!


Brilla il punto pieno e brilla come non mai l'oro... Mi piaace!

Conchiglierie: improbabili campionari

$
0
0

Eccomi finalmente a raccontarvi come cercai di dare un senso alla mia disordinata collezione di conchiglie.
Avendole raccolte per colore, mi misi ad ordinarle per sfumatura. 
Alcune serie erano monocromatiche, altre viravano da un colore all'altro. 
Inutile dire che bastarono pochi istanti per far comparire nel prato vuoto della mia mente, l'immagine della cartella colori DMC e l'opera mirabile di Trish Burr, Colour confidence in embroidery. Ricordai in particolare un passaggio che avevo trovato estremamente interessante. 
Detto a modo mio e con qualche distorsione personale, il punto è che se voglio ricreare una certa sfumatura e mi servo della cartella colori per trovare le matassine giuste, otterrò quasi certamente una gamma monocromatica, perchè tale è il senso della cartella colori. Per quanto raffinata e accurata essa possa essere, non necessariamente rispecchierà la natura, in quanto l'effetto della riflessione della luce porta una gamma a fondersi con un'altra. Trish nel libro offre la sua opera grandiosa come strumento: una serie di petali ricamati, con i riferimenti DMC, in cui propone sfumature alternative per ciascuna gamma cromatica. Ma spiega anche come provare a ricavarsele da sè e così mi misi all'opera.


Da quel giorno i colori sono il mio personale dramma esistenziale.

Alcune gamme furono facili e bastò davvero la cartella colori per espugnarle. E' il caso dei lilla, con cui poi ricamai il corpo principale dell'iniziale (punto erba rasatello a un filo).


Le tonalità rosso-amaranto/rosa-carne (petali del fiore) si rivelarono un primo buon esercizio di slittamento da una gamma all'altra, ma l'operazione non fu così difficile. Estremamente più complicato, avvincente, sconfortante, irritante e divertente fu selezionare la gamma che dal blu-grigio scendeva al giallo (che usai per la foglia).


Il fatto è che ciascun colore della gamma deve contenere un po' di colore del precedente e, senza balzi improvvisi, trasformarsi lentamente da grigio in giallo.
L'ingrandimento di questa foto mostra anche qualche vistoso errore, ma... Certo! L'ho fatto apposta per mostrarvi come non si fa!
I campionari in fiera hanno destato molta curiosità. In tanti a Villa Buri mi hanno chiesto se sono dei segnalibri! Mio marito mi ucciderebbe se impiantassi ste robe tra le pagine di un libro. 
Mi hanno chiesto che cosa me ne faccio e io devo rispondere che in quanto strumento riflessivo già hanno svolto un ruolo importante. Ma averli tra le mani mi ha indotto a giocarci un po' su e a far evolvere i pensieri e a costruire improbabili abbinamenti... Che a breve vi racconterò!

Conchiglierie: improbabili sperimentazioni

$
0
0

Meditando sulla dubbia utilità dei campionari già discussi, presi per buona l'idea che restringere la cartella colori avrebbe portato a comporre abbinamenti per me inusuali. 
Dettai le regole del gioco: scegliere soltanto alcune sfumature, adattarle ad un lavoro meno complesso del punto pittura e delle iniziali fiorite, dare un senso alle mie scelte.
Decisi dunque di trovare nuovi colori per le mie rose e di utilizzare un vecchio centrino acquistato qualche anno fa ad un mercatino di beneficenza e che stava ammuffendo nel cesto dove tengo il vaso dello zucchero.
Rigirai tra le mani i campionari e decisi di scegliere quattro combinazioni di colore, da usare per ciascun angolo: rosa, giallo, azzurro, lilla, più un paio di verdi di collegamento.
Allineai i campionari e decisi di optare per le tonalità in assoluto più chiare, perchè sono sempre restia ad utilizzarle ed era ora che ci provassi.


E ricamai per ciascun angolo un solitissimo archetto con tre roselline. 
Rispetto ai miei soliti lavori questo appariva sbiadito, ma romantico e interessante.

Mentre lavoravo pensavo che la stoffa bianca avrebbe offerto lo sfondo adatto per colori così chiari, perchè sarebbero spiccati senza venire smorzati da un fondo più scuro. Ma ad appoggiare i fili su altri sfondi nacque furtivo il dubbio che ragionassi per preconcetti.
Ormai drogata di campionari, ne eseguii un'altro...


Rivestii dei cartoni con tessuti di colore diverso e in ciascuno arrotolai qualche gugliata di filo, con la stessa sequenza. Lo specifico perchè in fiera, dopo averlo raccontato, molti occhi si accesero di interesse e di stupore: pensavano che fossero sfumature diverse. I fondi avevano alterato la percezione del colore. Mi è venuta in mente la questione del calo del lino: tutti sappiamo che il lino cala, come tutti intuiamo l'importanza dello sfondo, ma a fare i conti precisi e a testare il risultato, rimaniamo stupiti. Capii l'importanza di queste prove, soprattutto per fini didattici.


Il risultato, almeno secondo le mie capacità percettive, fu che il bianco e il nero esaltano i colori, come previsto. Ma che i colori mediani (diverse varietà di ecrù) li rendevano più naturali e a mio parere più gradevoli. Questo non l'avevo previsto.
Dovevo dunque fare un altra prova e scelsi quello stesso lino Bellora ecrù-grigio della tovaglia delle feste...


Siccome nel frattempo avevo fatto un corso di cartonaggio di cui presto vi parlerò, riuscii a rivestire il cuore di cartone senza incollarmi i capelli e a sperimentare l'effetto dello sfondo più scuro, nonchè il mettere tutti i colori in un'unica composizione.
In fiera qualcuno mi chiese se quei fazzoletti (avevo ripiegato la tovaglietta come in foto e poteva in effetti essere scambiata per una serie di fazzoletti) fossero antichi e questa domanda ancora mi risuona in testa e cerca una spiegazione cromatica. La cosa curiosa che mi trovai a spiegare è che, quando decisi di selezionare le quattro tonalità, di fatto in qualche caso pescai, nella cartella colori originali, in sfumature che vengono catalogate come altri colori. Mi spiego meglio con l'esempio dell'azzurro. Avrete spesso cercato un azzurro (o un rosa) baby tenue, finendo per trovare colori a vostro avviso troppo carichi. Magari no, ma a me è successo molto spesso, con grande frustrazione. Le rose azzurre di questo lavoro si compongono dei filati DMC 415 e 762. Se avete una cartella colori, potrete facilmente scoprire che in realtà si trovano nella gamma dei grigi. Io non li avevo mai presi in considerazione.
I rosa (543 e 3864) stanno in quella dei marroni. 
Io in questo racconto li ho chiamati azzurri e rosa perchè in quel selezionato sistema di colori delle conchiglie così mi apparivano, ma evidentemente è una suggestione soggettiva, dovuta al fatto che manca il confronto con quelli che comunemente chiamiamo azzurri e rosa.
Insomma credo di aver dato senso ai miei campionari e credo anche che questo approccio al problema sia estremamente interessante. Forse ad aver studiato arte e pittura certe cose si sarebbero imparate, anzichè apprese per via sperimentale... Ma l'approccio ai colori nei testi è estremamente complicato. Lentamente coprirò i miei buchi.
Tenete d'occhio il blog filitralemani.blogspot.com, perchè l'Associazione sta producendo una serie di campionari che faranno senz'altro riflettere!


Il cordoncino è ottenuto arrotolando i mulinè. Siccome tanti non l'hanno mai fatto e mi sono trovata spesso a spiegarlo, ecco un sito in cui è spiegato il procedimento. Io sostituisco il compagno che regge una delle matite con la maniglia della porta. No, dai! Non è misantropia... Solo praticità! 

Tende e tessuti country chic

$
0
0

Un po' di mie foto e un'intervista (?!) su Tende e  Tessuti Country Chic di questo mese e sul suo equivalente francese Tissus et Rideaux Country Chic. Per me è stata l'occasione di conoscere una rivista piena di idee, che non avevo mai sfogliato!
Ci vorrebbero, come ben sapete, almeno sei, sette o cinquanta vite, ma... E' appena iniziato il nuovo anno e dobbiamo sfruttarlo al meglio!
Se volete un progetto fresco fresco ed entusiasmante, che vi obblighi a mettere almeno un punto al giorno, andate a leggere la mission del gruppo Fb Un punto al giornoe aggiungete il vostro proposito per il nuovo anno! Auguri a tutte!
Io sono un po' assente ultimamente, ma ho dovuto far fronte ai compiti per le vacanze e alle influenze di stagione, che, impietose e tempestive hanno colpito tutti in famiglia dal primo giorno di ferie. Mio marito aveva addirittura 37,4/37,5 e potete ben immaginare come fosse ridotto a uno straccio... Io ho stranamente resistito e sono dunque qui ad attendere la mia ora fatale.
In ogni caso sarò qui a raccontarvi qualche altra Conchiglieria e... Un progetto che mi sono imposta di mettere infine in pratica, perchè ho trovato forse il modo di svilupparlo.
A prestissimo!

Conchiglierie: improbabili annotazioni

$
0
0

Riconoscerete forse sullo sfondo il piccolo campionario presentato nella precedente puntata...
Con quei colori, e l'aggiunta di pochi altri verdi, ho ricamato la B come prova per un cuscinetto portafedi di G.


Non vi annoierò oggi filosofeggiando sui colori, ma, ahivoi!, sui piacevoli imprevisti dello stare a rigirare le conchiglie... Con la penna in mano.
Mi ero imposta, senza particolari obiettivi, di annotare tutti i miei passaggi, logici e illogici, del conchigliare.
Chissà perchè (davvero non lo ricordo), iniziai a cucire insieme alcuni cartoncini da acquerello e così venne fuori quello zig-zag-libretto che in fiera tanti scrutavano di sbieco, con uno sguardo misto a curiosità e sospetto.


I vantaggi più ovvi e immediati nel documentare i propri lavori sono l'avere i disegni di riferimento belli organizzati e il poter recuperare i numeri dei colori: quante e quali disgrazie potrei raccontarvi sul tragico smarrimento delle carte di caramelle su cui annotavo i colori!
Ma nel concedersi un momento di riflessione, vincolato alla lentezza della scrittura, avvengono altri piccoli miracoli.
Se scribacchio dei numeri, lo faccio in modo meccanico, rapido e frettoloso, alla maniera della frenetica vita quotidiana.
Se formulo una domanda, cercando le parole giuste e scrivendola, e poi mi do delle risposte, magari prima testando i miei dubbi con rapide campionature, sto costringendo la mia mente a cercare una soluzione e la sto mettendo in una modalità elaborativa che scarterà forse la vostra prima idea e ne farà affiorare altre, diverse, nuove, più adatte e svincolate da quei preconcetti che ci inducono a scelte fulminee poco convincenti.
Si accende il ragionamento e si può ritornare al punto lasciato in sospeso quando si vuole, ricorrendo agli appunti. Si possono virtualmente ricamare centinaia di progetti, perchè è frustrante non poter ricamare tutto quello che ci viene in mente. Gettarli su carta ci permette di scremare i più belli, quelli che davvero valgono il nostro tempo. Per fini didattici è inutile ricordare quanto possa essere importante!
In questi mesi ho cercato di spostare l'attenzione dal ricamo bello e finito (senz'altro soddisfacente, ma pur sempre un oggetto) al processo creativo, che scava nel profondo e tira fuori le personalità. Magari idee nuove non nasceranno: ogni volta che credo (me ingenua!) di aver avuto una idea geniale, cerco in rete e scopro che cento l'hanno già messa in pratica! Non si deve rinunciare per sconforto! Nessuna creazione può essere identica ad un'altra, perchè pesca nel vissuto e nessuna vita è identica ad un'altra. E quanto più si pesca dal proprio presente, o passato, tanto più sarà originale. 
In fondo l'ho sempre saputo e principalmente per questo ho continuato a scrivere questo blog. 
Ma seguire passo passo un lavoro è un po' diverso. Scelgo le parole giuste per me, per far tornare i miei pensieri, e non per rendere partecipi gli altri come qui. C'è meno ansia e più spazio al divagare dei pensieri e all'incubazione di idee.
Tutti ben sanno quanto una attività come il ricamo possa offrire una fuga dalla frenesia delle giornate e per me è stato incredibile, pur se come scoprire che l'acqua è bagnata, che raccontarlo per iscritto accresce l'esperienza. 
E vi assicuro che non serve essere granchè come scrittori!

Non un buon proposito per l'anno nuovo, ma un must

$
0
0

Questa volta non posso limitarmi a fantasticarne una vaga realizzazione. 
Paura...
Stremata dall'estenuante affettuosa insistenza con cui in tante mi avete chiesto i disegni delle lettere fiorite, ho cercato un po' di coraggio nelle viscere, scoprendone un brandello nei dintorni di fegato e pancreas.
Forse ho trovato il modo di disegnarle. 
La cosa tuttavia non è semplice e mi prenderà tempo, mi farà arrabbiare, entusiasmare e soffrire di mal di testa (quello fisiologico + quello da capata contro il muro). Mbè. Lode all'ibuprofene.
E l'avervelo annunciato prima dell'opera compiuta sarà la mia principale ragione di patimento, pentimento, nonchè il vero motore motivazionale.
Vi prego di avere pazienza: ho individuato almeno cinque o sei obiettivi da completare e ho raggiunto solo la metà dei primi due. Ho cioè disegnato l'alfabeto da 11 cm, ma ci vorrei mettere anche quello da 7cm e devo trovare il modo di colorarlo almeno in parte per rendere interpretabili i segni. Ho ricamato i campioni fino alla L, quindi ancora lunga è la strada...


Vorrei completare l'alfabeto per offrire più varianti di colore, testate su tessuti diversi. Per me si sta rivelando estremamente utile e mi auguro che risulterà apprezzabile anche a chi consulterà questa cosa che ancora non ha un nome. 
Per esempio ho trovato assai interessante il campione su raso. Pensavo che la lucentezza della stoffa rendesse povero il ricamo in cotone e invece, con sorpresa, scopro che la composizione prende una vita propria. E mentre scrivo mi viene in effetti in mente il ricamo Mountmellick, giocato proprio sul contrasto tra il cotone povero e la lucentezza del raso!


Ho sempre avuto molta resistenza a disegnare le lettere fiorite, perchè credo che sia molto, ma davvero molto, liberatorio e formativo disegnarle da se'. Nei corsi le faccio disegnare direttamente sulla stoffa basandomi sul profilo di una lettera, come spiegai nel tutorial per Inspirations Magazine.
E lo stesso tipo di proposta dovrà per forza comparire anche qui.
Ho verificato però l'esigenza di avere un disegno per chi proprio da solo non se la sente di partire dall'autocomposizione.
Vorrei anche inserire qualche idea di realizzazione che esuli dalle iniziale e poi... E poi... 
Un obiettivo alla volta.
Se mi sono decisa a considerarlo un must e non solo un buon proposito per l'anno appena iniziato, è anche per colpa di quel numerino che vedete comparire ai piedi del blog. Mi sono svegliata ieri con un vero lavoro. 
Cioè in realtà non è cambiato assolutamente niente, se non la possibilità di dichiarare con più sicurezza quello che faccio. 
Certo un risvolto psicologico inatteso c'è: sento una forza nuova che mi spinge al dover concretizzare i progetti. Non solo buoni propositi, ma meditati must.

Tutorial in arrivo!

$
0
0


Un'idea mi frullava in testa da un po'.
Ronzava rumorosa quando arrivavano richieste di spiegazioni, di tutorial, di video, di ... canali Youtube?!
No. Sul serio. Parliamone.
Non ce la farei mai a farmi un video. 
Soprattutto morirei a riguardarmi.
Comunque tutte già sapete che la Ombretta prima o poi divulgherà i video fatti ai corsi, in Dolby Surround.
Nell'attesa che l'Ombretta metta in opera il diabolico piano, partiamo da qualcosa di più semplice. 
Devo soddisfare le gentili insistenze, che sempre mi stupiscono e tanto mi onorano: partiamo da un tutorial...
Se non ne ho mai proposto uno su questo blog è stato principalmente per mancanza di tempo e perchè mi suonava un po' presuntuoso e perchè onestamente non pensavo fosse di grande utilità, visto che a ben cercare, si trova di tutto un po'... Sui canali Youtube.
Ma l'idea che avevo in mente era diversa e ne parlai con DMC (www.dmc-italia.com).
I cuori stagionali che avevo disegnato e campionato per DMC avevano riscosso un certo entusiasmo in fiera (Abilmente autunno 2016) e correva il rammarico di non riuscire a trovare il libercolo tra gli espositori. Correva anche un sentimento che mi aveva stupito e messo in allarme: avevo cioè riconosciuto un desiderio istintivo a saper ricamare con quei pochi punti base, represso dalla convinzione di non esserne capace. Di non avere gli strumenti per poterlo fare. 
Non parlo di conoscenza dei punti, ma di capacità. 
Percepivo, come per le lettere fiorite, una sensazione di sfiducia che, nostalgica, faceva sospirare e abbandonare l'impresa ancora sul nascere del desiderio, leggibile e vivo negli occhi brillanti.
Chiunque abbia frequentato il corso sulle lettere fiorite (e ormai la domanda è il rito degli ultimi cinque minuti), mi conferma quanto sia semplice, a dispetto delle aspettative.
Mi chiesi dunque se il povero ricamo classico, con i suoi poveri punti delle suore, non fosse stato un po' troppo soffocato in questi ultimi lunghi anni, e ingiustamente, dall'illusoria facilità dei ricami a fili contati, fino a farne perdere la tradizionale dimestichezza. Quei ricami a fili contati che io amo perchè sono bellissimi e perfetti e che io odio perchè bisogna... Contare!
Di gente che si occupa di ricamo classico ce n'è a bizzeffe e con risultati migliori dei miei. Ci sono maestre degnissime e non servo io a risollevare le sorti del ricamo. Ma se, chi mi segue e aveva negli occhi quel brillio e vorrebbe ma non trova il momento... Beh, allora potrà trarre giovamento e sprone da questo piccolo esperimento.


Abbiamo 5 martedì per ricamare il cuore Primavera, entro il martedì in cui la Primavera vera farà il suo ingresso ufficiale nel 2017.
Il tutorial, in collaborazione con DMC, si basa sui disegni dei cuori stagionali dell'opuscolo che intende promuovere i filati Coloris e che ne porta il nome. Se non lo trovate nelle mercerie, potrete ordinarlo sulla Boutique DMC (www.laboutiquedmc.com), in particolare a questo link.

La Brochure Coloris dei cuori stagionali DMC uscì l'anno scorso pressappoco in questo periodo, sulla base di campioni da me disegnati e ricamati ed era volta a promuovere i curiosi, interessanti e versatili filati Coloris, che raccontai per la prima volta in questo post 


Per chi avrà voglia di seguirmi in questo tutorial, ecco l'elenco dei materiali necessari:


A martedì prossimo, dunque, con la prima imperdibile puntata dell'Operazione Cuore Coloris Primavera!

Operazione Cuore Coloris Primavera: qualche informazione preliminare

$
0
0

Stordita dall'entusiasmo con cui avete accolto la proposta del tutorial del Cuore Coloris Primavera, eccomi con precisazioni, risposte e informazioni utili.
L'ho chiamato tutorial, ma potete anche, se vi piace, pensarlo come un S.A.L. (Stitch A Long), che altro non è che un ricamo a tappe, utile a darci delle scadenze per non mollare l'impresa e per creare quella piacevole ed amichevole suggestione di essere tutte riunite sotto lo stesso tetto, a raccontarcela mentre ricamiamo. Se volete la mia personale visione, ci immagino in una calda serra di vetro in un bosco: fuori nevica, ma alcuni crocus fanno capolino e di volta in volta (di martedì in martedì), la neve si scioglie e nuovi fiori spuntano furtivi.
Ma... Bando alle speculazioni romantiche e veniamo a noi!

1. Disegno del cuore e filati
Il disegno del cuore è contenuto nella brochure Coloris DMC, acquistabile direttamente a questo link:
E... No! Mi spiace! Io non ho una merceria, quindi non posso fornire il materiale!
Sul libretto ovviamente ci sono tutte le istruzioni relative ai filati necessari, ma giustamente in tanti mi chiedono, dovendo fare un unico carrello e un'unica spedizione, quali essi siano.
Eccoli!!



2. Stoffa e telaio
Con il ricamo classico, avendo un disegno di riferimento e non dovendo contare i fili, possiamo virtualmente ricamare anche sulla carta e sulla plastica. Ma, insomma... Ve lo sconsiglio. 
Io vi suggerisco caldamente una bella stoffa a trama compatta, come un lino o mistolino da lenzuola. bianco, ecrù, grigio tortora... O del colore che preferite.
Attenzione ai tessuti per fili contati, come etamine e 11/14 fili per cm: se non siete molto esperte, rischiate di assecondare con l'ago la trama della stoffa e di non riuscire a rendere le linee curve come tali, squadrandole in modo innaturale. Attenzione anche ai canaponi vintage o ai cotoni molto pesanti: potrebbero rendere molto faticoso il lavoro e usurare parecchio il filo. 
Che non vi venga in mente di usare la tela aida, eh! Mi raccomando! Vie-ta-ta!
Se non usate il telaio, evitate anche cotonine o batiste troppo leggere: ricameremo una forma chiusa e arrotondata e il rischio arricciamento è dietro l'angolo. Controllate anche che la stoffa non sia troppo trasparente. Questo disegno prevede alcuni passaggi sul rovescio che potrebbero affiorare in trasparenza. Certo le più esperte sapranno avviare e chiudere ad ogni passaggio, ma se siete alle prime armi, trovate una stoffa di spessore medio e con una buona consistenza.
Telaio? Sapete che io tengo quasi tutto il ricamo base in mano. Nei corsi ho testato però l'esigenza di molte, più corrette di me, a usarlo. Dunque vi converrà fare qualche prova, per decidere. 

3. Ago
No, no, no! Dovete pungervi!
Se bello lo volete far apparire, un poco dovrete soffrire... 
L'ago senza punta asseconda le trame, slittando tra i fori della tela. Voi dovrete invece trafiggere le trame, se vorrete una linea dritta. Dunque ago con punta, di un calibro superiore a quello del filato, per evitare che quest'ultimo si usuri. Io uso gli aghi da cucito e non quelli da ricamo crewel perchè per i punti annodati serve la cruna sottile e non ho la pazienza di cambiare ago ad ogni punto. Io mi affido a tronchi di misura 7 o dintorni. Ma a ciascuna il suo ago! 
... Con punta.

4. Che ci faccio, cuore imbottito a parte?
Nel tutorial io risponderò alle esigenze del testo di riferimento, arrivando a discutere la confezione del cuore imbottito. E' vero però che lo stesso disegno si presta agli usi più disparati. 
Personalmente, avendo già ricamato i campioni in copertina e avendo a casa i campioni dei campioni, ricamerò il soggetto per un quadretto, da appendere sotto alcune stampe stagionali che ho in sala da pranzo. Ma siccome da un po'ci ho la fissa del nero, non escludo di testare, se mi avanza tempo, la resa dei colori su un tessuto scuro, che probabilmente diventerà una borsa.
Altre idee? I quattro angoli di una tovaglia, la pettorina di un grembiule, l'angolo di una tovaglietta, un cuscino, una pezza da montare sul coperchio di una scatola, un copriagenda, il centro di un risvolto di un lenzuolo (aggiungendo però qualche voluta laterale) e... Ditemi un po' anche voi! Se avete voglia di lanciare idee sarà bello per tutti! 

A prestisssimo!!

Operazione Cuore Coloris Primavera: prima puntata

$
0
0


Un po’ di ansia ce l’ho e ve lo confesso.
Fuori nevica come previsto e i crocus eccoli lì, gialli e viola, spudorati. 
Credo di aver visto, con la coda dell’occhio, uno scoiattolo saettare tra le fronde pesanti dell’abete che sovrasta la serra. Mentre vi aspettavo il mio piede batteva nervoso all’unisono con il ticchettio del grande orologio in ottone, ma eccovi infine apparire tante e sorridenti all’orizzonte! L’ambiente è caldo e confortato dalla vostra tenera partecipazione. Dalle cucine un profumo di torta di mele si diffonde leggero e caccio Alfredo che vorrebbe rubare la prima fetta e Mario che si lamenta perché non è la sua torta preferita. Anita mi chiede il perché di tutto questo trambusto, riversa sul divanetto in velluto bianco, e le spiego che è ora di avviare l’impresa.   
Che questo non è affatto un ricamo difficile, ma che è fondamentale partire con il piede giusto.

Comprare un kit di ricamo, provvisto di stoffa già disegnata, ago appuntato, assortimento di filati e istruzioni per l’uso, è come acquistare quelle buste già pronte da versare in padella. Se si vuole giocare al cuoco però si devono scegliere gli ingredienti, saperli dosare, mescolarli con cura e con la giusta sequenzialità e così via. 
... Almeno così ho sentito dire, visto che io sono la pessima madre da busta già pronta.
Chissà perché, col ricamo mi è scattato l’istinto del cuoco. Dunque eccomi a spiegare quanto sia importante, fondamentale e anche un po’ difficile, la fase preparatoria: il ricamo vero e proprio correrà leggero e facile, se abbiamo ben centrato il disegno, riportandolo con cura sul tessuto.

Centratura, riporto del disegno e punto erba occupano tutta la prima giornata del mio solito corso base. 
Si, esagero. 
Avete ragione. 
E probabilmente complico le cose, con tutto questo cianciare.
Come condensare tutto in un unico, possibilmente snello, post? Tenterò di fare il possibile, cercando in me, impresa disperata, un brandello di sintesi. 
Dovrò per forza restringere il campo alle soluzioni del caso, senza prendere in considerazione varianti e variabili.

Dovremo:
- stirare la stoffa
- stirare la stoffa, qualora avessi deciso di ignorare il suggerimento precedente
- marcare gli assi di centratura del disegno
- marcare gli assi di centratura sulla stoffa
- sovrapporre gli assi di centratura
- ricalcare il disegno

Stirare la stoffa


Eddaaaiii!

Marcare gli assi di centratura del disegno



Se vi inorridisce l’idea di scarabocchiare il libretto fresco fresco di spedizione, potrete fare una fotocopia della pagina della Primavera, come ho fatto io. 
Gli assi di centratura sono stati già abbozzati dai grafici con un leggero tratto interrotto, ma io vi consiglio, sempre, di evidenziare gli assi per averli continuamente sotto controllo.
Io ho marcato con un pennarello rosso l’asse verticale e quello orizzontale e ho tracciato anche una linea che collega le sommità delle gobbe del cuore: queste linee ci aiuteranno a posizionare in dritto filo il disegno, allineando cioè gli assi con l’intreccio naturale delle trame della stoffa.

Marcare gli assi di centratura sulla stoffa

La pratica zen di eseguire filze perfette sulla stoffa, letteralmente ricamando gli assi nell'opportuna posizione del nostro arredo, è di gran lunga il sistema più sicuro, accurato, noioso e laborioso tra quelli che io conosca. La pigrizia che mi contraddistingue mi impedisce di essere così diligente. 
Chi lo è, non legga le prossime righe.
Fate scorrere la punta di uno spillo dall'alto verso il basso per marcare l’asse verticale, da sinistra verso destra per marcare quello orizzontale… Senza sfogare troppa violenza sulla stoffa, per non scolpirla! La punta dello spillo correrà tra due trame, evidenziandole.
Girando opportunamente la stoffa controluce, dovreste visualizzare la traccia del passaggio dello spillo con sufficiente chiarezza.


Sovrapporre gli assi di centratura

Sovrapporre gli assi di centratura del disegno con quelli della stoffa, con sovrapposizione dipendente dal metodo di ricalco. 
Io, se posso, ricalco sempre in trasparenza, appoggiando dunque il mio disegno sulla lavagna luminosa e la stoffa sopra.
Lavagna luminosa… No, che non scherzo! Ma non  vi farò spendere tutti i vostri sudati risparmiucci, tranquille! 
Qualcuno mi ha ribattezzato la figlia illegittima di Mac Gyver perchè la mia lavagna luminosa è una scatola dei Ferrero Rochertrasparente, con un paio di lampadine d’armadio dentro. Oppure un tavolino di vetro con sotto una lampada? Un pannello di plexiglass su supporti con sotto una qualsiasi fonte luminosa? 
No, la finestra no. Mettevi in orizzontale. La forza di gravità è cattiva.

Mi piace il ricalco in trasparenza, perché il controllo del dritto filo è totale e posso facilmente verificare che gli assi accessori, come quello che ho disegnato sulle gobbe del cuore, siano in drittofilo. 
Con la carta carbone (o grafite o simili) sarà più difficile, ma posso allineare gli assi piegando il disegno in corrispondenza di questi ultimi e assicurandomi che la piega batta sulla marca degli assi della stoffa.


Ricalcare il disegno

 ,
Spilli qua e là non appena scopro tutti gli assi allineati e via al ricalco…
Si. Siamo arrivati alla fase più triste e deprimente di tutta la nostra avventura.
La questione della penna giusta e della mano ferma mi angustia da decenni e la materia è difficile da affrontare qui. Fuori luogo mettere in scena il dramma adesso. 
Me ne esco con un paio di consigli, spero non banali.

Quale inchiostro usare?
-          Pennarelli idrosolubili. In quanto pennarelli, sono dotati di tratto piuttosto spesso (e dunque ingannevole), anche se la punta è sottile. Però saremo sicuri che la traccia sparirà per sempre a contatto con l’acqua.
-               Penne termosensibili (tipo Frixion). Tratto sottile e perfetto, che scompare sopra ai 60 gradi e dunque anche al passaggio del ferro da stiro… Peccato che il ricamo in freezer faccia ricomparire la traccia! Da usare, ma con prudenza. 
     In questo lavoro ho usato una Frixion verde, perchè so che coprirò tutta la traccia con il ricamo. Ma guai a seminare errori vistosi! 
             Matite. Non mi piacciono tanto. Se però avete solo quella, usate una durezza media, adatta a scorrere sulla stoffa, senza sporcare.

      Qualunque strumento scegliate, nel caso abbiate un tratto troppo sfrangiato, potrete optare per piccoli tratti discontinui: ingannano meno delle sovrapposizioni.
     
       Fine.
      
      Ora finalmente iniziamo a ricamare?
      No. Ricontrolliamo i disegni, please! 
     Confrontiamoli con l'originale, per verificare di non aver dimenticato qualche pezzo, distendiamo bene le linee, arrotondiamo le curve. Non rimandiamo questo sporco lavoro a chissà quando... Potremmo pentircene!      
    
      Si, ok. La smetti?!
      Ricamiamo?
      Si.
      Giovedì, però.
      Uffa!

     A prestissimo!!
     Elisabetta














Operazione Cuore Coloris Primavera: seconda puntata!

$
0
0

La faccenda della lavagna luminosa ha creato scompiglio.
Avete messo i mariti al lavoro ed eccovi con i vostri incredibili strumenti, che sfidano per genialità tutti i prodotti già esistenti in commercio. Me li avete descritti così bene che posso vedervi, elegantemente sedute alle vostre postazioni da lavoro nella grande serra a forma di cupola in cui ci siamo riunite, a confidarvi entusiaste i segreti dei vostri brevetti.
Oggi il sole splende come non mai da chè è iniziato questo freddo e uggioso inverno e i miei, insieme ai vostri figli e nipoti, sono fuori a inscenare una gran battaglia di palle di neve. Lo scoiattolo si deve essere rifugiato terrorizzato nel suo tronco. Curiosa di conoscere l’esito della battaglia, la famigliola di gatti sfida il pericolo facendo capolino tra i rami penduli del gelsomino d’inverno, che proprio questa notte ha schiuso le sue gialle e sfacciate corolle. Ogni tanto una palla di neve si scaglia su una sulle vetrate, ma neanche ce ne accorgiamo perché il vociare è alto questa mattina. Giro tra le tavole di rovere,  sorrette da robuste zampe in ferro battuto, osservando con quanta cura e dettaglio siano stati riportati i disegni, sorridendo alla perfetta stiratura dei pezzi… Tempo un giorno e già sono diventata il vostro incubo!
Facciamo spazio sul piano da lavoro, riponendo le tazze da caffè sui vassoi, perché c’è chi freme dalla voglia di iniziare a ricamare e chi già da un pezzo tenta invano di infilare i due fili di mulinè DMC n°840, che ho suggerito di preparare, nella cruna dell’ago da cucito n°7. Forse ve l’ho già detto: suggerisco questo ago dalla cruna stretta non soltanto per pura perfidia, ma perché ben si adatta al punto vapore, avendo una cruna cilindrica dello stesso spessore del corpo dell’ago. 
Il gruppo di toscane là in fondo non mi risparmia esilaranti improperi. 
Sento il gruppo di Padova invocare Sant’Antonio e quello di Catania Sant’Agata. Per ogni cruna espugnata è un gran festeggiare a suon di paste di mandorle, particolarmente gradite al gruppo di Torino, che vedo trascinare con discrezione le tavole verso le pile di vassoi. 
Volano ricette e imprecazioni sommesse e talvolta, all’improvviso, una fragorosa risata irrompe facendo voltare di colpo  tutti i capi.

Partiamo leste a ricamare i primi punti e spiego la filza.

Non posso dilungarmi troppo sui sistemi di avvio delle gugliate, ma è doveroso specificare che è severamente vietato dal codice non scritto del ricamo, tramandato di generazione in generazione a suon occhiatacce di disapprovazione e bacchettate dolorose, fare nodi sul retro del ricamo… Se non altro per non dare soddisfazione alla nonna di turno che, prima ancora di ammirare il dritto, rovescia imperiosa il ricamo, pronta a scuotere con veemenza la candida chioma. Sarebbe gentile darle questa soddisfazione, ma proviamo a stupirla: un simpatico, frettoloso e discusso metodo (che io uso comunque per questi ricami) è quello del cappio: di piegare cioè un lungo filo a metà e di usare la piega come àncora. Pizzico sul dritto la stoffa, tiro la gugliata fino a che non vedo la piega del filo e passo in questo piccolo cappio l’ago. Tiro et… Voilà! L’ago è fissato.


Ah! Ricordate che non dobbiamo usare le gugliate per giocare al salto alla corda! Un circa 45 cm di filo è cosa buona e giusta.

Sulla filza poco da dire: è perfida.


Vi piacerà solo nelle stoffe in cui potete contare i fili e qui è bandito contare. La guarderete scuotendo la testa, mai soddisfatte, come una madre il cui figlio non la smette di combinare pasticci. Posso soltanto suggerirvi di:
- Lavorare la filza da destra verso sinistra, come da disegno.
- Spostare l’attenzione dalla stoffa vera e propria a quella porzione di stoffa che avete pizzicato con l’ago, in modo da abituare l’occhio a quantificarla.
- Optare per punti piccoli, riducendo l’effetto a scalini nelle curve e l’impatto di eventuali errori.


Finalmente abbiamo messo un po’ di punti sulla tela!!

Al primo ramo approdiamo al rassicurante punto erba.
Giriamo il lavoro, in modo da poterlo lavorare da sinistra verso destra...
Rispetto al punto in cui esce il filo, mi sposto verso destra (di quello spazio che diventerà il vostro spazio per tutto il tragitto a punto erba) e torno verso il punto in cui esce il filo. Parliamo di uno spazio non più grande dei 3 mm.


Quindi mi metto nella posizione di partenza: il pollice che tiene il filo sotto la linea di riferimento. Ancora mi sposto verso destra, tornando alla fine del primo punto. Ripeto questo movimento all'infinito.


Tanto ci sarebbe da raccontare sul punto erba, ma devosemplificarlo dicendo che il problema tipico del principiante è quello di ignorare la posizione di partenza: inchiodate il vostro pollice al filo, altrimenti il filo scapperà via, rovinandovi quel delizioso effetto cordoncino del punto erba.
L’errore più frequente però è un errore di tensione (punti molli): potrete evitarlo tirando il filo verso l’alto, prima di riportarlo nuovamente verso la posizione di partenza.

Vi vedo ricamare in libertà il profilo esterno del cuore...  Qualcuno si ferma per passare ai rami, ma suggerisco di rimandarli a dopo, perché è sempre consigliabile ricamare prima le linee principali e poi le accessorie, per evitare distorsioni che alterino la leggibilità della composizione.


Dunque solo a cuore terminato, partite con i rami!
Per fermare le gugliate è buona regola passare sotto i punti fatti, magari pizzicando anche la stoffa.

Però la ramanzina mi tocca farvela anche stavolta: evitate i passaggi lunghi sul rovescio!
Ripeto…
Evitate di saltare come uno scoiattolo volante da un ramo all’altro senza pensare che un filo così scuro potrebbe affiorare scaltro sul dritto. 
Lo farà, statene certe. 
Dunque abbiate la pazienza di girare il lavoro e di fare i passaggi opportuni sotto i punti fatti. Ecco il mio rovescio:


Vi lascio ora alle vostre occupazioni perché si sta facendo tardi. I bambini là fuori si stanno ghiacciando ed è ora di una cioccolata calda. Per la prossima volta facciamo in modo di avere i lineari pronti e, ispirata dal giallo gelsomino d’inverno, decido di partire martedì prossimo con il Coloris DMC 4508. Ve lo lascio per questi pochi giorni rigirare tra le mani, annusandolo e dipanandolo. 
Presto lo metteremo all'opera!









Operazione Cuore Coloris Primavera: terza puntata

$
0
0

Gli acquazzoni bui e noiosi di questi giorni hanno strapazzato il bianco tappeto e cacciato le grigi coltri dal cielo, squarciandolo con brutale e spettacolare violenza. 
La neve superstite, magnanima, si sta lasciando liquefare dai raggi tiepidi che finalmente vedo filtrare dalle fronde del calicanto in fiore, l'autentico strillone di Primavera. 
Puntuali come le rondini che iniziano a solcare i cieli, danzando scomposte ed entusiaste sulle correnti d'aria ancora gelide, vi scorgo in massa marciare risolute verso l'alto cristallino ingresso. 
Vi congratulate con Alfredo, che ha furbescamente marchiato il vetro con l'impronta di entrambe le mani e spedite frettolose figli e nipoti nella radura, tutti equipaggiati alla stregua di Peppa (Pig) ed eccitati al proposito di rotolarsi nel fango, dando possibilmente il peggio di sé.
Mario conduce le giubbe blu delle Elementari, Alfredo le mantelline rosse dell'Asilo. 
Osservandoli marciare verso i torbidi oceani, sorrido ansiosa al ricordo delle candide palle di neve...
Anita & Co., dopo essersi scambiate strilli di approvazione alla vista delle nuove fiammanti e profumate Convers dai fiori hawaiani, e aver sollevato il capo a guardare fuori, e poi di nuovo giù lentamente le scarpe, hanno al volo concordato di sbracarsi sul solito divanetto bianco per commentare il freddo di fuori dal caldo di dentro, rosicchiando fragranti ciambelline alla vaniglia.
La delegazione di Biella, preoccupata, mi chiede che fine abbia fatto Orso e io, stando al gioco, faccio finta di non vederlo sgattaiolare sotto i tavoli, con la salopette ricolma di quelle stesse ciambelline che, in men che non si dica, si sono evaporizzate tra i tavoli fumanti di thè al gelsomino e gugliate di Coloris 4508.
Avete fatto crescere i rami a punto erba sulle vostre tele e siete impazienti di colorare quel marrone così spento e triste. 
Serpeggiano ansia e preoccupazione all'idea di usare un mulinè sfumato. 
Chiedo incredula... Perchè?! e apprendo che la vicina di casa della zia paterna della cugina della vostra amica vi ha raccontato quanto sia terribilmente difficile. Pare anche che, dopo averlo comunicato su Fb con una faccina lacrimosa, tutta la penisola ci abbia creduto.
Il dubbio mi assale, perchè ci vuole troooppa forza per sfuggire alle trappole delle rete... 
Poi sollevo le spalle come fa Alfredo quando gli ordino di andare a lavarsi i denti e suggerisco di non badare all'ansia: basterà non piegare il filo in due. 
Tagliate una gugliata di 45 cm circa, affiancate due fili, rispettando la medesima sequenza di colore, e dimenticatevi di avere in mano uno sfumato.
Partiamo con dei rilassanti punti lanciati. 
La musica New Age che sgorga dallo stereo agevolerebbe il rilassamento, ma il rumore di fondo è troppo alto. 
L'anima gemella di Anita capisce al volo e caccia un urlo che ammutolisce tutte.

Iniziamo a ricamare.

I rami a sinistra evocano le fronde della Forsitzia, i cui fiori sono evidenziati con dei piccoli tratti. Usciamo con l'ago sul dritto dove essi compaiono sul ramo e semplicemente portiamo l'ago al termine più esterno del tratto, senza preoccuparci di saltare sopra al ramo e abbondando, piuttosto che risparmiando.


L'enorme vantaggio degli sfumati è che, a mano a mano che si procede con i fiori, il filo muterà e sullo stesso ramo fioriranno boccioli più chiari e più scuri, che renderanno il ramo interessante, donandogli anche una certa tridimensionalità.
No! Nel procedere col ricamo, non dobbiamo affidarci al campione fotografato sulla brochure! L'obiettivo nonè ottenere la stessa sequenza dell'immagine.
Iniziate come vi capita, con il primo colore della gugliata che vi trovate in mano. Vi assicuro che la resa finale sarà assolutamente la stessa, nonostante l'originalità del vostro pezzo.

Certo ora inizia la nostra prima grande sfida: il temibile nodino terribile.
Da ricamare là dove vediamo il puntino, aggiungendone quanti ne vorrete.
Chiamo Anita in soccorso, perchè mi chiedono qualche foto ricordo del punto, e annodare e fotografare contemporaneamente si può fare solo lanciando in aria in lavoro, augurandosi che l'ago entri dove deve entrare, oppure governandolo con facoltà extrasensoriali che purtroppo non possiedo.
Dunque lasciatevi guidare dalle lisce manine della mia modella...


Esco sul dritto nel punto in cui dobbiamo piazzare il nostro nodino e tengo, con la mano sinistra, il filo in tensione. Appoggio l'ago sul filo e carico tre avvolgimenti. L'indice della mano destra, se tenuto opportunamente sulla punta dell'ago, aiuterà a non perdere gli avvolgimenti e, di conseguenza, a non peccare di parolaccia.


Porto la punta dell'ago in prossimità di dove esce il filo dalla stoffa (un filo o due a fianco) e, con la mano sinistra, stringo il nodo tirando il filo e lo porto sulla stoffa, facendo scorrere il filo sempre in tensione verso la stoffa stessa... Con tutta la violenza che volete. 
Se non portate il nodo sulla stoffa, si formerà in aria e non sulla tela.
Dovrete disfare. 
Dis-fa-re...
Tiro l'ago sul rovescio ed esco per un nuovo nodo...
O per una nuova parolaccia.

Ecco.
Come previsto, il fango è salito dalle ginocchia alla punta dei capelli. Dobbiamo proprio andare a dare una spazzolata ai pargoli.
Vi sembra di aver fatto poco?! Sospetto che qualche nodino vi farà disperare, quindi diamoci un po' di tempo!
Tanto, entro un paio di giorni, faremo fiorire i rami di pesco.
E non escludo che quel pesco all'orizzonte si attivi per aiutarci nell'impresa...
A prestissimo!

Si...
A giovedì!


Non oggi, ma martedì

$
0
0
Care amiche,
                         il tutorial in programma per oggi, comparirà martedì prossimo.
A  presto,
Elisabetta


Viewing all 445 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>