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Channel: Elisabetta ricami a mano
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Vita Slow

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Soggetto ricamato seguendo un progetto di Hazel Blomkamp,
contenuto nel libro Crewel Intentions.
Ho modificato leggermente il disegno e variato i colori.
L'editoriale di Embroidery di questo mese introduce ai suoi articoli evocando lo Slow Movement.
Conoscevo lo Slow Food, nato come reazione ai Fast Food, ma... Come dire... Non so come potrebbe sopravvivere la mia famiglia senza un pellegrinaggio bisettimanale al Pipe Donald, perciò... Ho sempre censurato l'argomento.
Mossa dalla intuitiva attinenza con le faccende di ricamo, ho fatto comunque una pigra googolata su siti indigeni, colmando qualche lacuna storica e approdando alla lettura della filosofia slow
Mentre leggevo mi sono trovata, preoccupata e un po' delusa, a non trovare niente di particolarmente illuminante. Se fossi stata più giovane avrei sbuffato scocciata e avrei liquidato l'argomento con una scrollata di spalle, ma la mia veneranda età mi impone di prendere atto che, se qualcosa esiste, una ragione ci dovrà pur essere. Insomma ho speso qualche giorno in meditazione per scoprire che probabilmente la mia vita è... Ter-ri-bil-men-te slow.
Ovvio dunque non sorprendersi.


Se sei a casa con dei bambini, non puoi che seguire il ritmo di Madre Natura. E' vero che la vita moderna è piena di orari da rispettare e assurdamente complicata da impegni inutili, ma... Se anche sei in ritardo e devi vestire un bambino sotto i cinque anni, non puoi accelerare troppo i movimenti, perchè dovrai assecondare il suo braccino che si alza con un eterno movimento, mentre per forza ti deve raccontare che non può uscire senza la macchinina rossa (e cerca di gesticolare con assoluta lentezza con quello stesso braccino per farti afferrare bene il concetto) e poi attendere esasperata che alzi una gamba, facendo un rapido calcolo, sconsolata, che di gambe ne ha due e che non gli hai ancora infilato le scarpe. Per esperienza personale posso assicurarvi che trasformarsi nella sorella cattiva di Hulk non accelera i suoi movimenti.
Quindi abbiamo ansia, stress... Frustrazione? Vabbè, ma tutto tre-men-da-men-te slooow. Keep calm, arriverai in ritardo!
Quando non sto con i bambini, che faccio? Qualche spesa o commissione fast (ok), lavori di casa un po' troppo fast (va bene) e poi? Si, certo, diverse attività frenetiche da gestire contemporaneamente, come capita a tutte le donne con una casa o una famiglia da gestire. Tipica attività fast prettamente femminile, che stressa fisicamente e psicologicamente, ma che in fondo si limita a poche ore nella giornata.
E poi?
Ricamo.
Ricamo parecchio.
Slow, sloow, sloooow, slooooow...


D'accordo! Se ricami su commissione lo stress può essere alto, soprattutto se la scadenza è domani e ancora stai sfilando l'orlo... Farai nottata e ti roderai il fegato, ma... Non c'è niente da fare: la tua velocità di crociera non la puoi aumentare. Che tu sia rilassato o stressato, che tu abbia un giorno o un anno, solitamente il tuo tempo medio è quello. Anzi... Si sbaglia di più all'accelerare dei movimenti, quindi il vantaggio è nullo.
Abbiamo dunque ansia, stress... Frustrazione? Eh, già... Ma tutto i-ne-so-ra-bil-men-te slooow.
Non pigro o comodo, ma slow. Uno snervante slow.
La percezione dello scorrere del tempo, però, è tris-te-men-te fast.
E l'eternità della vita slow, contro lo schizzare fast del tempo, è sconcertante.
Mi aveva convinto un articolo che cercava di spiegare il motivo per cui in età adulta il tempo sembra scorrere più rapidamente: in sostanza attribuiva la causa al ridursi dell'effetto novità. Bisognerebbe riempire le proprie giornate di eccitazione infantile.
E io per trovarmi uno svago...


Ho riletto quello che scrissi riguardo al ricamo mostrato in questo post e ora infine tardivamente finito. Un piacere minuzioso da regalarsi... In vacanza da me stessa... In sostanza un lavoro più lento del solito... Forse per ritrovare il sapore calmante del ricamo, dilatando la percezione del tempo?
Come è sottilmente perversa la natura umana!
Dunque? Ogni tanto, anzichè ricamare, dovrei probabilmente andare a fare una bella corsa... Veloce, veloce:  fast. Sicuramente sarebbe così noioso da trasformare cinque minuti in due ore percepite. A meno che non mi prendesse un colpo, visto lo scarso allenamento, ne guadagnerebbe anche la salute, quindi vivrei di più.
E invece probabilmente mi darò ad un altro estenuante Hazel Blomkamp. O a qualcosa di simile.
Sapete che Hazel ha condotto e condurrà anche un corso in un viaggio organizzato sul Fiume Mekong?! Questa di sicuro sarebbe una eccezionale esperienza slow per ringiovanire fisico e mente! 
Ad ogni buon conto, mi piacerebbe davvero sentire il parere di qualche donna fast e del suo rapporto con il ricamo, di per sè semplicemente slow.







Il mitico e logoro pigiamino del papero

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Come già vi dissi in occasione del ritratto di Alfredo, non tutte le foto si prestano al magico foto ritocco di Word. Mi ci è voluta dunque un po' di pazienza per trovare una foto adatta di Mario. La trovai, in realtà, a ridosso della fine di detto ritratto e la incartellai per un futuro incerto. Per diverso tempo mi dedicai a tutt'altro e impegnai il telaio per il lavoro copiato da Hazel.
Un giorno, stirando, decisi che il mitico pigiamino del papero (così detto a causa di un discutibile papero Trudy stampigliato sulla pancia) fosse giunto al capolinea. Poveraccio, tutto logoro! Era stato regalato ad Anita, ma il suo arancio brillante aveva protetto le morbide cicce di Mario e Alfredo con dignità, nonostante quegli accenni di rosa sui polsini, il collo e le caviglie.
Non ce la facevo proprio a buttarlo via: lo gettai in cima al mucchio dei nostalgici indumenti da riutilizzare probabilmente mai in qualche nessun lavoro.
Terminato l'Hazel decisi che era ora di tornare ai ritratti.
A proposito di ritratti (ma di artisti veri!), vi suggerisco di fare un salto sul sito di Sue Stone. Si sta concludendo adesso una sua mostra, con 63 ritratti, uno per ciascuno dei suoi anni... Se solo fossimo un po', almeno un po'... British!

Mario prima e dopo la cura
Con sorpresa notai, riaprendo la cartella del futuro incerto, che quel Mario di tanti anni fa, che ancora adesso fa il broncio quando lo fotografo, indossava proprio il mitico logoro pigiamino del papero!

Mario ricamato

Dal mucchio prontamente feci riemergere il papero e lo feci a brandelli, con l'idea di creare delle applicazioni morbide (a dritto, questa volta!), con pieghe ottenute aprendo i pezzi come fanno per le pence i modellisti.


Tratti lineari a punto indietro spezzato a un filo di mulinè. Capelli a punto pittura (più che altro a punti lanciati senza tanta scienza) a due fili.


Vi confesso che non mi soddisfa del tutto: il jersey è troppo pesante per le ridotte dimensioni del ritratto e le linee di demarcazione sono leggibili solo da vicino. Ma è così strano, per me, riuscire a rendere riconoscibile un volto con il ricamo, che... Al diavolo le applicazioni!
Ora tocca ad Anita e credo che sarà del tutto ricamata.



Un nuovo antidepressivo: i color palette generator

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Oggi l'attenzione non va al ricamo, ma solo ai colori e al nuovo divertente giochetto che vi propongo. Inutile dire che non è una mia trovata. Già Trish Burr trattò in modo esauriente l'argomento con il suo Colour Confidence in Embroidery e altri post sul suo blog, in cui estrapolava una palette dai quadri pittorici dei grandi artisti. Nel suo libro infatti trovate delle palette cromatiche da lei utilizzate in precedenti lavori, pronte per essere sfruttate in qualunque ricamo, dal geometrico al punto croce e oltre. Mentre ho fatto largo uso delle sfumature della sezione precedente, non ho mai fatto riferimento a queste palette. Ma evidentemente quei rettangolini di colore diligentemente allineati avevano solo bisogno che un paio di ulteriori input mi facessero apprezzarne l'uso. Devo a Donatella e a Rosa l'evolversi di questo processo. La prima generò l'interruttore nel mio cervello girandomi un link, la seconda, a distanza di qualche mese, in occasione di un corso, lo accese, mostrandomi una splendida foto da cellulare salvata in Pinterest, spiegandomi che i PC possono generare la sintesi dei colori, costruendo una palette di riferimento.


Così, finalmente entusiasta della cosa, ho Googolato per qualche giorno trovando diversi siti che gratuitamente consentono di caricare un'immagine e svolgono il lavoro in automatico. Le parole chiave per studiarsi i link sono color palette generator, snap your colour e simili. Su Pinterest potete anche digitare Color therapy... Questo nome è tutto un programma: finirete per ammirare una serie incredibile di immagini che colorerà le vostre giornate. Ne ho già una cartella piena. 
Si perchè, benchè sia interessante trovare la palette di una propria immagine, è pur vero che le foto artistiche offrono quel qualcosa in più. Non so come funzionino gli accessi a Pinterest, ma se volete dare un'occhiata ai miei Pin, questa è la mia bacheca. La maggior parte delle immagini, comprese quelle che vedete fotografate sul ricamo più sopra, provengono dal sito design-seeds.com. Delizia per gli occhi e per lo spirito. Fateci un giro anche se non vi interessano le palette.
Ecco che cosa ho fatto io...
Ho stampato la foto con le peonie e mi sono ricavata i colori DMC, aiutandomi con la cartella colori e con la scatola dei miei filati. Ho scelto quali colori per quali fiori. Non essendocene abbastanza, mi sono chiesta come aggiungerne e ho scoperto che, cliccando su una delle tonalità, si può risalire a foto contenenti quella tonalità, più le altre del caso. E così sono risalita alla seconda foto, quella delle ortensie, utilizzando le tonalità accessorie (con gran banalità, lo ammetto), per le ortensie stesse.
Avrei potuto fare tutto da schermo, ma vi assicuro che l'inutile stampa della foto, da tenere nella scatola del ricamo, vi procurerà un tale piacere e una tale gioia sottile, da giustificare lo sforzo. Bellezza ispiratrice, illusione di professionalità? Non mi interessa. Ne stamperò ancora.
E se invece siete gran fotografi o trovate in giro una gran bella foto i cui colori vi paralizzano... Ecco il giochino che sta diventando il mio attuale antidepressivo: installate lo Snap it Button.
Avevo già il tast Pin di Pinterest sulla barra di ricerca, per salvare in automatico le foto (e i link!!) su Pinterest. Adesso ho anche lo Snap It Button (http://snapyourcolors.com/). Lo vedete di fianco al Pin: quello con la rotella colorata. 


In sostanza, mentre navigate in rete, cliccandolo, potete generare le palette di ogni immagine che vi appare sullo schermo.
Snappate in allegria e... Fatemi sapere!!


Aggiornamento a un'ora dalla scrittura di questo post. Non so se per coincidenza o su invito generato dal mio blog, la mia amica Bruna segnala questo link: https://color.adobe.com/it/create/image/.
E' ottimo perchè carica la foto in tempo da record e permette di scorrere sull'immagine per adeguare la palette alle proprie esigenze.
E' virale... fantastico!

Ruba come un artista

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Per questioni di serendipità, di recente andai a sbattere contro il massiccio muro dell'arte. Mentre sprofondavo nel suo vortice di fuoco, sbattei la testa, scrollandomi di dosso la morte cerebrale degli ultimi tempi e mandando infine in pezzi il raziocinio orgogliosamente curato sin dai tempi della scuola.
Il ricamo, poveraccio, è materia di nicchia e per controverse questioni storiche non ha mai acquisito dignità scolastica. Dunque viaggia come un clandestino nelle grandi navi della cultura, senza mai trovare la sua degna isola di approdo. E se ci aggiungi che non c'è più mercato, i problemi per il ricamatore sono seri.
Con l'arte invece sei in una botte di ferro. Succedono cose fantascientifiche quali trovare un titolo in biblioteca, tanto per fare un esempio. Col ricamo il libro te lo devi comprare e probabilmente lo leggerai in inglese, se sei fortunato. Più verosimilmente dovrai goderti i geroglifici giapponesi, le immagini dei lavori finiti e la tua beata frustrazione di avere tra le mani tutto e niente.
Invece con l'arte puoi permetterti di saltellare di blog in blog raccogliendo una lunga bibliografia da prenotare con un clic nel sistema interbibliotecario della tua provincia di fiducia.
Lasciandovi il dubbio del perchè, in occasione di tali rimbalzi annotai due titoli. Uno dei due libri era già tra le mie stimate conoscenze, ma è doveroso che io gli dedichi un post meno frettoloso. L'altro offre il titolo a questo post.
Più che un libro è un libbricino e più che un libbricino è una medicina per i momenti vacui. Si legge in una serata e sprigiona una piacevole energia. L'autore è Austin Kleon e il libro si intitola Ruba come un artista.
In parte mi ci sono ritrovata e in parte ho trovato ispirazione. Le citazioni sono divertenti e lo stile arguto. 
Ci sarebbero tante cose da dire, ma la Gabry sostiene che i miei post siano troppo lunghi e pallosi, quindi mi limito a spiegare che è un libro che parla alle menti delle ricamatrici, anche se non è un libro di ricamo. Parla all'uomo comune e non necessariamente all'artista. Spiega come e perchè è bene essere un po' artisti, qualsiasi cosa si faccia.
Se volete saperne di più, ecco la recensione che mi convinse a prenotarlo.
Spero che non si arrabbi Austin se gli rubo qui due delle sue schede. In fondo io le ho rubate a qualcuno che le ha già rubate a lui e probabilmente il furto andrà a suo vantaggio.
Tra le tante, ho scelto quella bella citazione in testa al post e la scheda sul furto delle idee qui alla fine... Chissà che non aiuti a mettere fine a diverse sterili discussioni che a volte leggo su Fb circa il copiare o non copiare.
Take it easy, con un po' di onestà intellettuale.



Fili magici al Castello di Vinovo: questa volta non vado solo come visitatrice!

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Fili Magici è uno dei pochi eventi fuori porta che io abbia frequentato con assiduità e a cui ripensi con sempre rinnovato affetto. Appartiene al mondo dorato dei miei primi approcci seri al ricamo e in particolare alla nascita di questo blog. 
Lì ho per la prima volta dato volto ad alcune amicizie on line e ho imparato a conoscere ricami che raramente arrivano dalle nostre parti. Ho sperimentato la magia di andare per mostre in realtà assaporando le tradizioni di un territorio. 
Comprai, ricordo, della canapa artigianale e ascoltai interessanti conferenze su lino, canapa e feltro. Avevo mollato i bambini alla nonna e il marito al Salone del Libro di Torino. Mi ero regalata una giornata... Per più di un'occasione!
Sull'onda di queste nostalgiche emozioni ho fatto la follia di iscrivermi come espositrice. Non so ancora bene con quale mezzo arriverò a destinazione, ma se mi organizzo bene riuscirò a far stare tutto sul trattorino giocattolo motorizzato di Alfredo e, partendo domani, arrivare puntuale all'apertura...


Nelle giornate di sabato e domenica, dalle 14:00 alle 16:00, condurrò dei minicorsi sul punto vapore, durante i quali si avvierà un sacchettino come quello proposto in foto. 
Per informazioni potete visitare il sito dell'Associazione il Quadrifoglio, oppure inviarmi una mail (elisabettaricami@gmail.com). 
Ma l'evento coinvolge personaggi molto più interessanti della sottoscritta, quindi consultate la locandina che posto più in giù e... Passate a salutarmi!




Coloris DMC

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Dovrei accompagnare con la mimica l'avventura Coloris con la DMC. 
Le parole non bastano e ho fatto voto di non usare le faccine (anche se questo caso meriterebbe l'eccezione).
Insomma, vi lascio immaginare...
Supponete di aver ricevuto in dono una serie di nuove matassine sfumate e di esservi messe a trafficarci sopra producendo qualche ricamo. 
Immaginate di scoprire che le vostre foto sono piaciute alla DMC e che la mi-ti-ca vi chieda di poterle pubblicare sul blog di DMC Francia. 
Visualizzate il momento in cui vi chiedono di produrre alcuni articoli finalizzati alla pubblicazione di un libretto...


Capirete ora perchè i sali e una bottiglia di grappa non siano stati sufficienti a svegliarmi dal coma profondo in cui caddi quando svenni.
Tranquilla Nathalie! Mi sono ripresa presto! Anche per ringraziarti non ho parole!
In voi ho trovato efficienza, entusiasmo e dialogo: cosa chiedere di più?!
Certo l'evolversi del progetto non è stato tutto rose e fiori (eh, eh...). Ho avuto dei momenti di incertezza e l'esigenza di campionare più e più volte, ma l'avventura, oltre che incredibile, si è rivelata entusiasmante ed estremamente formativa, perchè ha cambiato il mio modo di approcciarmi al ricamo. 
L'obiettivo comprendeva la composizione di una serie di cuori rappresentanti le quattro stagioni e l'utilizzo di due o tre sfumature di Coloris per ciascuno. Una sfida avvincente e produttiva, che mi ha fatto apprezzare le potenzialità di questi filati e fatto riflettere su quanto un filato possa alterare le nostre scelte stilistiche. 
Mi sono trovata a mettere in pratica gli insegnamenti di Diane Lampe, impegnandomi a tradurre in punti semplici la complessità della natura. Imparare a vedere le specie stagionali attraverso i punti del ricamo.
Dunque è uscito questo snello ed elegante libretto, che offre disegni e spiegazioni per la realizzazione dei quattro cuori:
http://www.laboutiquedmc.com/book-coloris-cuori1535922-4693.html.
Passeggiando nel mio paese, mi sono scoperta nella vetrina della merceria del centro e questo è il chiaro segno che l'opuscolo ha cominciato a circolare anche in Italia.
Io, mentre aspettavo notizie, mi sono lanciata in qualche altro piccolo ricamo. Credo che i Coloris diano davvero il meglio di sè nei ricami lineari...


Questo e il successivo mostrano piccoli ricami per rapide federe. Ve ne parlerò con più calma in altro post.


Ancora grazie a Nathalie e alla DMC tutta!

Una fresca mattinata di novità da... Incorniciare!

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Era da poco spuntato il sole. 
Il padre dormiva ignaro e io silenziosamente preparavo la fuga. 
Sconsolata la triste prole scorreva la lunga lista di compiti da fare e io furtiva con un ghigno lasciavo la porta alle mie spalle...
Nel covo segreto, sabato mattina, io e altre cinque compari avevamo trame segrete da svelare e una missione da portare a termine. Senza di lei però non ce l'avremmo mai fatta e dunque l'avevamo invitata.  
Con quella certa ebrezza quasi dimenticata mi avviavo dunque all'appuntamento.


Nel fagotto soltanto un brandello di canapa antica con un ricamo troppo grande e un paio di merletti della bisnonna.
L'ospite era la mitica Laura della Veranda Creativa, ben nota a causa delle sue indisciplinate cornici, che non passano mai inosservate: ti ammiccano da lontano e ti scongiurano di avvicinarti per raccontarsi e ti esasperano finchè non le accontenti. Ogni pezzo ha la sua storia e ti tiene lì e mentre Laura non ti guarda tu devi sfiorarle per forza... Giusto per capire se si tratta di esseri inanimati.
Avevamo sei ricami da inquadrare, un paio di compari casinare da tenere buone, pericolosi arnesi da maneggiare e un edificio e un'ospite da salvaguardare. L'impresa si prefiggeva ardua.
Laura però aveva potenti strumenti di persuasione: simpatia, competenza, professionalità e tutto un set di idee, argomentazioni e chincaglierie da far zittire anche il branco più scalmanato.


Il nostro compito per casa era di arrivare con un ricamino già fatto, perchè dovevamo trasformarlo in un tableau con passanti o mollette, utile per appendere biglietti, foto eccetera... Ma certo! Ve ne avevo già postato uno tempo fa! Lo avevo comprato bell'e fatto e ricamato con una piccola rosa.
Ma questa volta avremmo dovuto farlo da sole!
Io, manco farlo apposta, avevo sbagliato tutto. Avevo fatto un ricamo troppo grande, così non ho potuto aggiungerci nè passante, nè mollette. Ma ho rubato l'arte spiando le altre e me la sono messa da parte. Così la prossima volta accantonerò le mie manie di grandezza e concluderò qualcosa. 
Vedeste che bellezza i lavori delle compari! Tutti diversi in tecnica e stile: dalle sfilature alle roselline e dal punto croce su lino alla tela aida. Ho osservato con adorazione l'evolversi della composizione, che ha incredibilmente stravolto l'aspetto del ricamo e su ciascun pezzo ho imparato qualcosa; non ultimo lo scoprire che ciascuno esprimesse il proprio carattere, nonostante le premesse comuni.
Dunque non solo tecnica, ma quel qualcosa in più che solo le occasioni e le persone speciali sanno regalare.
E vi saluto con l'invito di Laura a vivere secondo natura, che ribadisce infine lo squisito valore della nostra avventura...




Le mirabolanti avventure di Orso a Vinovo - Il viaggio

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Vi raccontavo che avrei fatto il viaggio per Vinovo con il trattorino motorizzato di Alfred.
Ahimè! Non ricordavo che del motore c'era la sola sagoma di plastica: avrei dovuto pedalare grottesca col groppone carico di ricami esposti alle intemperie, abbarbicata come un ragno sul minuscolo quadriciclo!
Sarei anche arrivata a farlo, se solo il mio cellulare non avesse profetizzato squarci di cielo, grandine e stormi di avvoltoi in astinenza alimentare.
Mi serviva un autista e Orso colse subito al volo l'occasione per farsi un viaggetto. Non è nuovo di ricamo, perchè solitamente mi accompagna nei corsi, sorvegliando vigile col suo occhio inquietante l'evolversi della faccenda e studiando la giusta occasione per fregare i cestini del pranzo.

Siccome veniva Orso, doveva aggiungersi anche la Gabry...
Vinovo si preannunciava un disastro.

Mi ero tanto raccomandata che andasse a letto presto! Ma lui si era fatto sedurre dai ritmi indiavolati del funky e aveva trascorso la notte tra balli sfrenati e birra doppio malto.
Così la mattina successiva aveva consegnato il volante alla Gabry e in men che non si dica, a Soave, già russava come un orso. Non mi concesse neppure la soddisfazione di reagire alle mie battutine sceme al passaggio su Caorso, perchè, riverso immobile sul sedile posteriore, appariva come un innocuo peluche.
Prima di svenire addormentato, ci aveva apostrofato con spudorato scherno, avvertendoci di invertire il senso di marcia qualora avessimo sentito parlare in napoletano...

Con la macchina che tuonava come una discoteca (per coprire i versi di Orso in preda a sogni confusi) sfrecciammo come un razzo di fuoco alla volta di Vinovo.
Delle tre ore previste ne bruciammo due, nonostante le otto pause carburante della Gabry (macchè benzina... Caffè!)
Solo un piccolo errore vanificò il nostro vantaggio.
Noi siamo donne tutte d'un pezzo. A noi il navigatore ci fa un baffo. Non ci facciamo dare ordini da una donna sconosciuta che potrebbe indossare una 42.
No! Ce la possiamo fare da sole. Basta stampare una Google mappa che si risolva in una linea che collega Verona a Torino.
Insomma, mica è colpa nostra se a Moncalieri alberga un buco nero. Vinovo , e-vi-den-te-men-te, era stato inghiottito. O per lo meno le indicazioni stradali.
Chiedemmo a un ragazzotto che faceva jogging beato, di indicarci la strada:

Parlava in napoletano...

Orso sbattè le palpebre.

Il dubbio ci pervase.

Chiedemmo ad un muratore che intonacava fischiettando una belle crepa su di un muro rosa:

Aveva un accento croato...

Orso si rizzò a sedere.

Ci fermammo con le lacrime che sgorgavano a fiumi nel cortile di un fioraio e ci attaccammo alla giacca di un uomo annoiato dall'attesa della moglie che studiava le foglie di un geranio. Ci ignorò e poi si girò impietosito, regalandoci uno squisito accento torinese e la svolta verso la salvezza...

Orso con un ruggito ricominciò a russare.

Prese dal piacere di fare nuove conoscenze, chiedemmo dove si trovava il castello a una signora che si gustava il mercato e lei, con la pietà mista a derisione nello sguardo, indirizzò molto lentamente il suo dito oltre le nostre spalle, per farci capire, spietata, che ci avevamo parcheggiato davanti.

Non saprò mai che accento avesse.




Nella prossima puntata, Orso allestisce lo stand e ne prende possesso, sobrio, divorando in un sol boccone il cartello col mio nome. Stay tuned!



Le mirabolanti avventure di Orso a Vinovo - L'insediamento

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Giusto una foto ricordo prima di varcare la soglia dell'ingresso e il tempo di distrarci a raccogliere le cassette con i lavori, che Orso era già sparito, gettandoci nel panico e nello sconforto più totale. Avevamo notato i feroci scoiattoli del parco e non potevamo correre rischi. 
Cercammo tra i sassi del cortile, ma di Orso solo qualche pelo.
Cercammo nei vani sotto l'ingresso, ma lì soltanto un bar: 
"Un caffè doppio, grazie!", esclamò la Gabry.
Infine udimmo tuonare l'oscuro custode del castello e tirammo un sospiro di sollievo: solo Orso è in grado di far emettere tali ruggiti. 
Aveva ignorato i cartelli di divieto ed era strisciato malandrino sulla grande pista rotonda di fine prato inglese, per scalare le eleganti carrozze d'epoca e mettersi a cassetta a giocare alla guida di possenti cavalli fantasma...


Non vi dico che lavata di capo ci prendemmo tutti e tre! Che Orso non fosse in grado di leggere i divieti non fummo capaci di dimostrarlo, visto che viaggiava con una copia di Orse e Motori infilata nella tasca posteriore della salopette.


La Gabry, indiavolata, lo chiuse nella serra a ridosso della biglietteria, dove il giorno dopo avrei tenuto il corso sulle roselline e ce lo dimenticammo lì per tutto il pomeriggio...


Povero Orso...


Allestire lo stand fu complicato e decidere quanti millimetri dovevano separare le bomboniere rosa da quelle azzurre estenuante. 
Poi ci venne in mente Orso e ci precipitammo rotolando dalle scale nella stanza della punizione, trovandola inesorabilmente vuota.
Questa volta gli scoiattoli dovevano aver fiutato la preda.
Schiacciate dai sensi di colpa ci trascinammo all'ingresso.


Dal tavolo degli oggetti smarriti Orso ci lanciava pesanti occhiate di rimprovero e noi sapevamo cosa ci avrebbe fatto scontare. Ma almeno gli scoiattoli non avevano avuto la meglio...


Come ben potete apprezzare dalla foto, la Gabry e Orso avevano litigato così ferocemente da voler stare il più lontano possibile l'uno dall'altra e lei non potè nemmeno andare in bagno, intrappolata com'era tra i tavoli, per evitare che Orso la sbranasse.

Nella prossima puntata, Orso conosce le mitiche compagne di stanza e inizia a scorazzare per il castello seminando il panico. Stay connected!

Le mirabolanti avventure di Orso a Vinovo: un venerdì di furore

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Ma Orso non è tipo da serbare rancore a lungo. Anche perchè, dopo aver notato che la finestra a ridosso dello stand dava sul parco, prese a darsi ad un passatempo molto costruttivo: fare le boccacce agli scoiattoli. 
Così potei godermi l'orda selvaggia di visitatori, tenuti per due anni a fantasticare sulla mostra e quindi famelici di novità, nonchè bramosi di fiutare l'aroma di filati e lini e di dare fondo ai risparmi di una vita. 
Apparve dunque sorridente Louise, che si era annunciata con una mail tanto carina quanto misteriosa. Louise fu per me l'inaugurazione della mostra. Ora, nella quiete del dopo Vinovo, mi tuffo nelle sue passioni e nelle sua vita segreta, che racconta nelle brevi ma intense storie narrate in un blog e illustrate con i ricami (https://appelez-moilouise.blogspot.it/).

I miei occhi seguivano i visitatori e studiavano la stanza. 
Quelli di Orso iniziarono a fiutare i cestini del pranzo.

In men che non si dica scorazzava tra le gambe dei visitatori facendoli incespicare increduli. 
Lo inseguii trattenendo parole indicibili e mi lanciai sotto il telo dello stand dirimpettaio per acciuffarlo... Che sorpresa! Che felicità! Condividevo la stessa stanza di Annarita (http://annaritaricama.blogspot.it/)! La mia prima amica di blog! La prima blogger a cui diedi il volto, proprio sei anni fa, a Vinovo! 
Avevo un caffè da offrire ad Annarita, ma non ce l'ho fatta... Anzi: abbiamo deciso di rimandarlo fra due anni per esserci entrambe! E spero che sia così, perchè nel trambusto del ritorno non sono riuscita a salutarla! Ilaria puncetta, Annarita ricama... Egregiamente entrambe e a tutto colore! I loro pezzi hanno il colore delle caramelle e te li mangeresti, se potessi. Orso un morso lo diede...

Rotolando come una palla sull'antico pavimento, mi distrasse infine dal puncetto colorato e scomparve poco più in là.


Scomparve...?!
Si era piazzato immobile dietro il libro del Punto Bargello di Maria Elide e ci fece così tanta tenerezza (così ciccio e convinto di essere invisibile), che tutta la stanza, Maria Elide compresa, fece finta di non vederlo. Dagli stand e dalle bocche dei visitatori uscivano teatrali esclamazioni che chiedevano dov'era Orso, che non si vedeva affatto e che chissà che fine avesse fatto... 
Lo osservavo ridacchiare compiaciuto del suo nascondiglio.
Quando una visitatrice, ammaliata dal brillio dei filati tirati del punto fiamma, lo acchiappò per sfogliarlo al posto del libro, cacciò un urlo e così pure la visitatrice.

Fine dell'astuto nascondiglio.


Ebbero pietà di lui le mitiche Tullipan. Paola lo rassicurò e tra le sue braccia infine crollò addormentato, sognando delicati metri di tulle che lo accarezzavano e abili mani che ricamavano foglie e fiori leggeri come ali di farfalla... Ho sorriso all'idea che gli stessi fiori di lana del ricamo Bandera (sovrano a Vinovo) avessero complottato per infiltrarsi tra le trame sottili del tulle nero di abiti degni delle più splendide occasioni.
Cioè, ragazze... Ero compagna di banco della Matteucci e della Melani!
Avete presente quelle emoticons rubate a Charlie Brawn, con il personaggetto che guarda in alto agitando le dita mentre salta? Ecco.
Tradotto in gergo locale: Che roba, neh!

Nella prossima puntata, Orso inizia ad esplorare le ali laterali del castello, rischiando di finire ingabbiato come sospetto terrorista. Stay alive!

Le mirabolanti avventure di Orso a Vinovo: un sabato distruttivo

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Risvegliate dal canto del gallo della campagna moncalierese io e la Gabry ci accingevamo baldanzose a vestire il mitico grembiulino nero. La strada non aveva più segreti per noi... 
La sera prima avevamo solcato i campi di mais fino al tramonto. 
Prima che l'ultimo raggio di sole abbandonasse l'orizzonte, la tecnologia, preziosa quanto dannata, ci aveva suggerito la strada. 
Si, ok. 
Non lo sapevo che il mio cellulare aveva le mappe.
Basta...
Smettetela!

Ma dal momento che avevamo la nostra stella cometa, avevamo già imparato la strada.
Cioè vabbè... La Gabry aveva imparato la strada. Io facevo finta di sbagliare ad ogni svolta..

Avevo in programma diversi corsi e il ritmo si fece incalzante dal primo momento. Fu complicato tenere a bada contemporaneamente allieve, visitatori e Orso, che si accingeva a mettere in pratica il diabolico piano per distruggere il covo segreto degli scoiattoli. Aveva passato la notte con le mucche della stalla per mettere a punto l'esca con cui attirarli. Mucche... Troppo astute!

Un viso familiare! Claudia di Bergamo! Orso le saltò al collo.
Un bacio, un abbraccio e una sonora ramanzina perchè posto troppo di rado. 
Ok, capo! Sarai contenta adesso, che è quattro giorni che vi appesto con le mie follie?!

Un viso sconosciuto ma consapevole... Paola? Non ricordo bene... Sapeva tutto di me e della Gabry. Ora sicuramente anche di Orso, che studiava permaloso le sue parole per verificare l'attenzione verso di lui.
Che piacevole conversazione!
Poi mi salta fuori con la faccenda che posto poco... Ma allora si era messa d'accordo con Claudia! Lo confessi!

Un viso simpatico, con un gran sorriso... Elena! Parla che ti riparla cosa scopri?! Che è la vicina di casa dei miei cugini di Biella! Coincidenze e amicizia! Affascinante!

Andai nella stanza della punizione di Orso per fare i corsi e lui non perse occasione di inscenare una ramanzina sbattendo la porta che si erano assicurati che non chiudessimo... 
Un leggero mal di testa cominciava a diffondersi da una qualche zona profonda sotto le sopracciglia e fu piacevole scoprire che allo stand tutto era quiete (la Gabry però portava i segni della valanga fuoriuscita da un paio di pullman...).  
Mi concessi un paio di regalini:
1. Una fuseruola di un delicato colore verde acquistato dalla mitica Anna Barola;
2. L'ennesima forbice Rovaris perchè di più comode non ce n'è. Io non le conoscevo le Rovaris, ma conoscevo le loro forbici. Orso le ha trovate irresistibili. Grazie a loro...


... e all'incontenibile Sandrina Martin con i suoi audaci ricami, Vinovo è stata tutta una fragorosa risata. Secondo me l'hanno fatto apposta a metterle vicine...

Stavo allo stand a contemplare i miei acquisti e a rimirare furtiva lo splendido banco del  gruppo di ricamo di Casale, con i suoi meravigliosi colori robbiani, quando mi si pararono davanti insoliti personaggi...


Giravano leggiadri per il castello come se niente fosse... 
Spettri?
... Spettri!!
La stanchezza doveva aver avuto la meglio. Orso cominciò a dare di matto.
Anch'io mi feci prendere dal panico e cominciai ad agitare braccia e gambe pronta alla fuga. 
Ma nel delirio il mio occhio colse un dettaglio che mi paralizzò nella posa del discobolo...


Lo spettro più elegante reggeva un bauletto foderato di seta e decorato con medaglioni ricamati nei toni del lilla. WoooW...
La morte ti fa bella.


Fuggimmo Orso, la Gabry e io (con un mal di testa ormai lancinante) verso l'uscita.
Feci accomodare Orso su una sedia per riprendere fiato e poi lo vidi lentamente girarsi inorridito verso...


... la dama senza testa!
Cadde svenuto e ci precipitammo al B&B.

Nella prossima, nonchè ultima (!!) puntata, Orso ha la meglio sugli scoiattoli e viene incoronato re della foresta. Stay... Only stay.

L'odissea di Orso a Vinovo: l'epilogo

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Arrivò infine domenica. Esausti eravamo stramazzati a letto portandoci nell'oblio l'incubo degli spettri e la preoccupazione di un'altra giornata di delirio.
Al nostro arrivo il castello ci apparve quieto. Solo le formiche avevano passeggiato leggiadre la notte tra gli stand, ma gli esseri materiali sono una presenza confortante. Orso anzi si entusiasmò all'idea di trasferire il formicaio nel quartier generale degli scoiattoli e lo persi di vista quasi subito perchè si precipitò a fiutare la pista sotto i teli degli stand. Non ci preoccupammo perchè ormai Orso era di casa... 
Ehm... di castello.
Colsi la pace dell'alba per visitare le scuderie e mi regalai tre bottoni in ceramica raku gloriatovo fantasticando di ricamare qualcosa in seta per richiamare la lucentezza di questi curiosi oggetti, abbinando filati in cotone tinti a mano per riprodurre le infinite sfumature racchiuse nei segreti processi di fabbricazione di queste ceramiche.
Mentre tornavo alla mia postazione mi imbattei in meravigliosi ricami bandera e non riuscirei a descriverli tutti. La palpabilità della lana e i colori pastello mi hanno sempre affascinato. Quando confronto i miei ricami con gli oggetti bandera mi trovo sconsolata a pensare che quelli sì che sono arredi!

Vagando per il castello infine mi imbattei in Sylvie Lezzieroe nel suo incredibile ricamo in bianco. 
Vi consiglio caldamente di andare a visitare il suo blog (http://lsbroderie.canalblog.com/) . 
Fate un respiro profondo prima di aprire la pagina, perchè rimarrete senza fiato. Aux point de Touraine... Io non parlo francese, ma fortunatamente suo marito faceva da ottimo interprete. 
Ogni pezzo sarebbe stato da studiare per ore: alcuni campionari mostravano le fasi esecutive dei pieni e dell'inclusione di frammenti di pizzo, oppure di retini e in ciascuna fase lo stesso motivo era stato ricamato per illustrare l'avanzamento. Pazzesco e incredibilmente istruttivo. 
Una scorcio di paese realizzato completamente in fine ricamo in bianco mi ricordò il fazzoletto che vidi al Museo Don Mazza di Verona e dissi a Sylvie che avrei fatto presente alla guida che si sbagliava nel dire che ormai adesso nessuna era in grado di ricamare così!
Mi porto a casa uno specchietto da borsa che ritrae un suo superbo lavoro, evitando ovviamente di girare l'oggetto dal lato sbagliato...


Questo il mio bottino di Vinovo. Comprai al volo il filato azzurro sfumato Atalie da Bernadette Baldelli, roteando la testa come i gufi quasi di 360° per riuscire senza speranza a cogliere gli infiniti dettagli del suo meraviglioso punto croce, mentre correvo verso l'allarme che aveva cominciato a suonare alle grida di... fermate l'orso
Già. Anche Orso aveva fiutato il suo bottino...

Giverso Gioielli Torino
Non lo chiusi nella stanza della punizione solo perchè ci sarei dovuta andare anch'io a breve per i corsi.

Al mio ritorno due incontri memorabili...

Silvia... Silvia di Dentelles d'abord (http://merlettoadago.blogspot.it/)! Con Silvia corrispondo da qualche tempo e morivo dalla voglia di conoscerla. Silvia è generosità e passione vera. E cammina un passo avanti.

Stefania... Stefania Bressan (http://www.angolostefania.it/main/)! Beh... Non le servono presentazioni! Con lei e Francesca Rakam godrà di una nuova vita e colgo l'occasione per ringraziarle per la pubblicazione di Aprile e Maggio, a cui dedicherò a breve un post.

Ma le apparizioni erano ricominciate e l'inquietudine a salire...




Decisi di affrontare la questione con il mio proverbiale buon senso e... 
Mi diedi alla fuga strillando.


Fui richiamata all'ordine da una musica celestiale che proveniva proprio dalla mia stanza. Feci capolino e vidi gli spettri danzare. Mi imposi di pensare questo: spettro che danza no cattivo, ma il coraggio ancora non arrivava. Orso fu decisamente più tosto di me e diede un morso al baldanzoso cavaliere per accertarsi della sua materialità. La moglie, che aveva appena litigato con lui, godendosi la vendetta inferta da Orso, lo prese in simpatia e finimmo per scattare una allegra foto ricordo.


La giornata volgeva al termine e finalmente ebbi il piacere di incontrare Gisella Tamagno, a cui feci i miei più sentiti ringraziamenti ed espressi i miei più vivi complimenti per l'impeccabile organizzazione. Gisella è speciale e tutti lo sanno. Esco da Vinovo con il rammarico di non essere riuscita a visitare il suo stand, perchè quest'anno la manifestazione si era estesa nelle sale comunali del paese eio non ero riuscita ad uscire dal castello. Ho un pendaglietto con un quadrifoglio, simbolo dell'Associazione Il Quadrifoglio, che so già come usare...

Era sera e presto avremmo smontato l'illusione. Ma la Fede era ancora con noi.
Non ve ne avevo mai parlato, ma io, Orso e la Gabry avevamo accettato la sua presenza con disinvoltura. Si presentò il primo giorno con simpatica ed elegante timidezza, accompagnata dalla sua panciuta compagna, che temevamo stesse per partorire nella sala del parquet, rischiando di non riuscire ad imparare le roselline che doveva disseminare sul corredino.
Dal quel momento trovammo la Fede ovunque. Quando mi chinai per raccogliere un ago, la scorsi sotto lo stand. Mi diressi verso la finestra per prendere una boccata d'aria e me la trovai aggrappata al cornicione. La Gabry aprì la borsa per estrarre il suo pranzo macrobiotico e ce la trovò dentro. Orso si diresse verso la sua sedia perchè era sfinito e... Chi gliel'aveva rubata?!


Mitica Fede! 
Orso decise che era troppo e la fece scappare a gambe levate rincorrendola fino all'uscita e facendole assaggiare le sue mascelle.

Ma tutto è ben quel che finisce bene: gli scoiattoli erano ancora vivi.
La Gabry ricompensò Orso con una confezione gigante di ovetti Kinder e tornammo all'ovile. Orso si addormentò esausto con il suo premio tra le braccia.


Fine.

Il nuovo Rakam!

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C'è un nuovo Rakam in edicola! Nuova Casa Editrice, nuovo staff... Beh, staff non del tutto nuovo! Uno staff che ha avuto già un Rakam tra le mani e che può vantare esperienza sul campo.
Mi ritrovo in ritardo a pubblicizzare la pubblicazione, ma Orso mi ha scombussolato la vita.
Sul numero di maggio è illustrata la mia borsetta bianca, con disegno e spiegazioni.
Sul numero di Aprile...


Un gran in bocca al lupo alla neonata rivista d'epoca e... A rileggerci!

Intaglio sì, ma Richelieu

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Ho delle amiche che dal punto di visto umano sono integerrime e non fanno discriminazioni di sorta. Amano il prossimo, qualunque forma, colore e tendenza egli abbia. Eccetera. 
Mi cadono sull'intaglio e sul punto raso. 
Li odiano e li discriminano, con una punta di orgoglio integralista. Osano pronunciare ad alta vocae l'intenzione a non volerli provare mai.
Non so che cosa abbiano fatto nella loro lunga e gloriosa esistenza l'intaglio e il punto raso.
Eppure soffrono di questa emarginazione su larga scala (almeno nel mio distretto). 
Può essere che la svalutazione di alcune cineserie da bancarella li abbia un po' involgariti, ma non mi spiego.
E' pur vero che esiste intaglio e intaglio, ma sono i disegni a fare da padrone.
Dal punto di vista tecnico preferisco il Richelieu, con le sue adorabili barrette pippiolose. Il pippiolino fa dannare le principianti (mi ci vollero alcuni mesi), ma quando arriva l'illuminazione è come trovare l'equilibrio in bicicletta: diventa viscerale e non lo si perde più. Avevo notato un bellissimo lavoro sul libro Punto antico disegnato di Giusy Federici. Ironia della sorte mi trovai, poco più in là, a rammendare una tenda antica che aveva lo stesso disegno, ma deformato... Quasi stilizzato.



Subito mi venne in mente un paragrafo di Ricami italiani antichi e moderni di Elisa Ricci, che spiegava come i disegni dei libretti in mano alle nobili spesso venissero copiati nei lavori contadineschi e quasi sempre fraintesi, deformati, sconciati. Trovò sirene, aquile, cervi che avevano perduto lungo la via la coda, le corna, le ali...


Ma le mie tendine per la cucina (che è dieci anni che le progetto, ogni mese con una tecnica diversa), non erano partite dall'intaglio, ma da un disegno che in embrione mi aveva entusiasmato e che inesorabilmente col tempo si era trasformato in un incubo.
Ricorderete quanto fossero venute belline le more della lampada... Ecco. 
Credevo, io sprovveduta, che non potessero che venire bene anche gli altri fruttini. E invece tutti quei colori forti e scolastici, mescolati tra loro, mi avevano guastato il sonno per settimane.
Contro ogni previsione ottennero a Vinovo un certo consenso che placò il mio umore cattivo e adesso le sfacciate ammiccano tronfie dalla finestra.


Ricamare per sorridere

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Questo è il post promesso sui Rapidi ricami per rapide federe. 
L'ho ribattezzato Ricamare per sorridere, perchè tra un ricamo immane e l'altro dobbiamo imporci di eseguire dei nonnulla, su materiali poveri o che dovranno subire spesso le angherie della lavatrice, per assaporare la loro presenza nelle faccende quotidiane e, incontrando il loro sguardo, sorridere e lasciare che ci addolciscano la giornata. 
Sembra solo un decoro superfluo, ma ben sappiamo contenere ricordi e tempo affettuoso regalato.
L'errore più grosso che la ricamatrice rigorosa possa fare è pensare che ogni lavoro debba essere progettato a partire da materiali illustri. E' tanto vero che arredi molto lavorati vadano eseguiti su tele pregiate per non vanificare ore di lavoro, quanto che piccoli motivi possano essere piacevolmente ricamati su qualsiasi supporto vi capiti sottomano. 
Non mi sono conteggiata, ma credo di non aver impiegato più di un'ora per terminare la A di Anita. Posso permettermi di buttare un'ora su una federa da supermercato del valore di 5 euro? Si. E ve lo dimostro.



Non ricordavo più dove avessi messo queste foto, mai postate. 
Ripercorrendo a ritroso nel tempo le cartelle archiviate, scopro che sono di fine 2012. Ritraggono le iniziali di Mario e Alfredo su due federe dell'Iper Famila.
A distanza di 4 anni il ricamo è perfettamente intatto, forse solo leggermente sbiadito e spelacchiato. Sicuramente ha tenuto di più del bianco, che in men che non si dica trasformo in una delicata tonalità di grigio.
Ho sorriso molte volte, facendo i letti, a queste due federe.

Perchè materiali poveri? Perchè rischiate di non usarle, le federe, se ci avete lavorato per più di una settimana, orlando un costoso lino a mano. 
Non sempre bisogna ricamare per le occasioni speciali. Le occasioni speciali sono rare.

Ovviamente ci spetta l'arduo compito di mascherare lo scempio delle confezioni industriali...
Per la federa di Anita (ottima perchè provvista di comodi bottoni a pressione) ho applicato un pizzo sull'inguardabile doppia cucitura della tagliacuci.
Prese dalla scarsa necessità di pianificare ogni vostro gesto per non guastare un oggetto prezioso potreste addirittura darvi all'aggiunta di qualche ricciolo direttamente sulla stoffa, come mi sono incredibilmente trovata a fare sulla A...


Volevo testare un filato sfumato House of embroidery, di cui presto vi parlerò, e che tanto mi evocava le ortensie. Lo so che ultimamente si trovano ortensie dappertutto nel ricamo, ma anche fuori, nei giardini, ti chiamano a gran voce e proprio non si riesce a resistere.


Potreste usare questi oggetti di poco conto come campionario di prova per idee pazze che vi saltano fuori mentre vi lavate i denti, oppure prendete con la testa l'anta dello scolapiatti che non vi decidete mai a chiudere.
E' così che sono nate le asole della prima federa di Anita, piaciute tanto a Vinovo. Sono davvero una sciocchezza, a pensarci.


Quella specie di punto quadro che vedete sull'orlo è un punto a macchina, con l'ago lanceolato, e anche le asole sono state fatte a macchina, con il venerabile piedino automatico per asole. Nel caso decidiate di confezionarle voi, dunque... Rapide cuciture per rapide federe


Cucire scatole a Valdagno

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Abbiamo portato le nostre chiacchiere a Valdagno, invadendo la quiete del negozio-laboratorio in cui opera Il Cerchio Ricama. Se le cercate su Fb nella pagina del Cerchio Ricama, troverete le foto di diverse scatole ricamate; quelle stesse davanti cui rimanemmo pietrificate a bocca spalancata ad Abilmente. Personalmente rimasi affascinata dalla loro solidità dirompente.
Strappai allora a Carla la promessa di insegnarci a compiere il miracolo e infine, dopo mesi di aspre battaglie con gli impegni del fine settimana, riuscimmo ad incastrarla. 
Ciascuna di noi ricamò quel che le parve. Io colsi l'occasione per sperimentare un filato sfumato n°25 Atalie che comprai a Vinovo da Bernadette Baldelli e decisi di ricamare una M, presumibilmente per il marito Matteo se si comporta bene e quindi per Mario. Disegno tratto da Il libro delle lettere (Babbi Cappelletti).


Una terapeutica divagazione con le montagne sullo sfondo.
Insegnamenti chiari, appassionati e precisi e una compagnia di quelle in cui tutte sanno di cosa si sta parlando e quindi non di solo ricamo.
Se volete imparare a cucire scatole... Cucitele a Valdagno!


Ce l'ho fatta, Carla, ad espugnare l'ago ricurvo! Ho preso il ritmo e ho lavorato come un'ossessa per tutto il fine settimana!

I fiori di Saluzzo e altre storie floreali

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Troppo belli i fiori di Saluzzo, per non tentare di immortalarne colore e forma, prima che la natura crudele faccia il suo corso.
Con i bambini quasi tutti al mare e con la ferma decisione di ripartire da me stessa, almeno per un po', mi regalai un paio di giorni di ricamo frenetico ed uno di oggetti personali.


Cucii l'ovale con uno zig-zag fitto e mi dispiace che i miei dissidi con la macchina siano così vistosi.
Ma mi ero fissata l'obiettivo di finire tutto in un giorno e non volevo scocciature di finitura. Comunque dimenticai ben presto il mio nemico numero 1 (la macchina da cucire), perchè all'orizzonte apparvero i garofani arancio screziati, che ancora mi fanno fumare le orecchie. 
Provai di tutto e disfai di tutto. 
Mi risolsi infine a mescolare due tonalità di arancio e di usare il cast-on stitch (punto vapore festonato?) per rendere la petalosità frastagliata di questi tanto dannati quanto aggraziati fiori.


Non mi fermai alla sola iniziale.
Proprio mentre mi dedicavo a combattere l'impulso di dar fuoco ai garofani, uno spasimante segreto mi regalò un secondo bouquet, sussurrandomi di ricamare il mio nome, che è così bello...


Sì, è una bugia, d'accordo. 
Ma nei film succede e c'è anche la colonna sonora di accompagnamento (e io in effetti ricamavo con la musica di Radio Italia in sottofondo).
Il bouquet della Lory appariva maestoso e con un ultimo giorno a disposizione dovetti assolutamente approfittarne. Anche perchè credo che i fiori non si possano congelare come le lasagne e io ero sul punto di partire per una settimana. Lei poi aveva assicurato al fiorista che io avrei preso spunto dalle sue creature e non potevo sottrarmi a questa grossa responsabilità.

Li avete notati, vero...?


Bestiacce! I garofani!
Ancora garofani! 
Ditemi voi come potevo aggiungere quel delizioso spruzzo di porpora, senza alterare il candore dell'avorio?!



Dalle viscere arrivò l'impulso a provare a tingere il mio solito DMC 746 con una punta di rosso per seta...
Se il disegno non è molto bilanciato è perchè ho fatto una cosa che, se fossi stata in possesso delle mie facoltà mentali, non avrei mai fatto: ho disegnato direttamente i riccioli sulla stoffa, dopo aver riportato la scritta. Un momento di piacevole follia.
Non lo laverò fino al dopo Villa Buri, ma poi vi farò sapere che cosa ne sarà di tutto ciò e dei filati House of embroidery che ho usato per questa scritta, ad un lavaggio a 90°...


Forse potevo anche esagerare di più col rosso.
Per la cronaca, prima di ricamare ho lasciato asciugare e poi stirato il filato per fissare il colore. Si sa mai...
Ho ricamato le ortensie con il punto vapore ad asoletta e... Mi piaaaaceee!!

Riguardo i filati House of embroidery, ho perso ufficialmente la testa per loro! 
Li avevo conosciuti da Rosella, presso la sede di Manufacta, in cui comprai anche i bottoni in avorio vegetale (pianta Tagua) che usai per le bombonierine di Vinovo. 


Ogni tanto il delizioso salone di Rossella ospita qualche mio corso intensivo e, se avete la fortuna di abitare nei paraggi... Non perdetevi un giro in Via Cadrega!


Ricamare con la parte destra del cervello

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Che Betty Edwards mi perdoni se ho falsato il titolo del suo incredibile libro per dare un nome a questo post! Disegnare con la parte destra del cervello tecnicamente è un manuale di disegno, ma per i profani della matita è un libro che insegna a vedere e a scoprire abilità nascoste del nostro intelletto. 
Mi imbattei per caso nel suggerimento di lettura un paio di anni fa, proprio su un blog di ricamo di cui purtroppo ho perso i riferimenti e, dopo averne testato la validità, mi trovo ora a fare il mio dovere. Perchè quando uno strumento ha valore, si ha il dovere morale di prescriverlo.
L'autrice del blog raccontava di come questo libro le avesse cambiato la vita, ma rimaneva sul vago sul come e sul perchè. In un certo senso ha cambiato anche la mia. 
Meglio potrei dire che ha innescato una reazione a catena per la quale ho gettato a mare alcune insicurezze e ho iniziato a rivalutare le mie abilità innate, per riversarle nel ricamo, visto che in quello, e non nei pennelli, alberga la mia anima. 
Betty Edwards era un insegnante di disegno che non riusciva ad insegnare come avrebbe voluto. Non vedeva nei suoi alunni quel miglioramento che si aspettava e dalla frustrazione che ne scaturì si mise a studiare il funzionamento del cervello e, in particolare, l'inibizione che procuriamo alla parte destra del cervello con il potenziamento scolastico delle abilità proprie della parte sinistra (verbalizzazione, classificazioni, specializzazioni,..). La nostra destra, che avrebbe abilità di completamento, spazialità e coordinamento verrebbe inibita. 
Mentre lo leggevo mi venne in mente una passeggiata in un parco che facemmo con i bambini. Nel parco era compreso un percorso della salute e ci trovammo di fronte ad una trave. I bambini si misero a camminarci e a scivolarci sopra e anche noi. Cercavo di spiegare come stare in equilibrio, ma al di là dei piccoli accorgimenti che tutti conoscono mi trovai dopo una decina di tentativi a stare in equilibrio e a non saper spiegare come riuscissi a farlo. 
Non vi viene in mente quel necessario e lungo e a volte noioso esercizio che serve alla mano (alla mente!) per diventare sempre più brava ad allineare i punti, eseguirli tutti uguali, mantenere una tensione costante? 
Se ho ben inteso quanto spiegato dalla Edwards sarebbe proprio il nostro cervello destro a elaborare le informazioni e gli insegnamenti per metterli insieme per farvi stare in equilibrio e darvi la giusta... mano.


Ma c'è di più! L'autrice sostiene che qualunque adulto normodotato possa imparare a disegnare bene. Chi sin da piccolo sa disegnare avrebbe certo anche doti innate, ma più semplicemente avrebbe imparato a vedere senza farsi condizionare dagli stereotipi. 
I nostri occhi comandano il nostro braccio. E Disegnare con la parte destra del cervelloè un manuale per imparare a vedere. Ho eseguito gli esercizi della prima metà del libro, perchè al momento non mi interessava andare oltre, ma consiglio l'esperienza, anche se non avete intenzione di imparare a disegnare. Cambia davvero il vostro punto di vista! E sapere che se vi impegnate potete fare quello che volete non diventa solo una frase fatta, ma un potente farmaco per la vostra autostima!
Tra l'altro dovrebbe essere di facile reperibilità in biblioteca: nel Sistema Bibliotecario della Provincia di Verona c'è tutta una serie di edizioni vecchie e nuove a cui attingere. 


Il lavoro fotografato in questo post non ha niente a che vedere con la recensione del manuale, ma le matite sanguigne Rembrandt sono state il mio punto di riferimento per elaborarne la palette e allora ho colto l'attinenza con lo strumento da disegno per parlarvene, infine.
Avevo rimandato abbastanza! Come vi dicevo, infatti, la mia esperienza con il manuale risale a due anni fa e da allora mi sono tuffata con gran entusiasmo nel filone dei manuali creativi e non vedo l'ora di rendervi partecipi delle mie scoperte!


Non chiedetemi come ho fatto ad incollare la cartellina. Un esperto morirebbe dalle risate o dal disgusto a vederla da vicino. Ma mi sto organizzando per fare un corso serio!
A presto!

Così sentenziò lo Stregatto

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Quando ho iniziato a cercare contenuti aventi come oggetto la creatività, mi sono imbattuta in una serie di filoni della manualistica che sconfinano nel potere di governare la propria mente e i propri sogni e nell'esercitare l'arte della frode attraverso il marketing. Ho dovuto quindi scartare numerose opzioni di dubbia validità e crearmi uno scaffale che contenesse solo ciò che io ritenessi serio. Perdersi in tali meandri si è rivelata comunque un'esperienza divertente e costruttiva, occasione di grasse risate e riflessioni amare. In questo strano e variegato ambito prosperano (in realtà forse solo all'estero) i coaching, anche in campo artistico. I clichè che usano per proporsi sono simili. Alcuni infastidiscono, altri fanno sorridere per la geniale ed efficace combinazione di idee. Uno dei clichè ampliamente sfruttato è la conversazione di Alice con lo Stregatto, a cui non avevo mai prestato attenzione per la mia profonda ignoranza, oppure perchè non era ancora tempo. Sono sempre più convinta che gli imput arrivino solo quando siamo pronti a riceverli. Ho riletto libri che mi entusiasmavano nel passato con atroce noia e mi trovo ora a considerare attività che allora mai avrei immaginato. Semplicemente... si cambia.
http://kidsuniversityverona.it/progetto/

Non voglio banalizzare tutto, ma davvero avere chiara la meta fa la differenza. Quanto scioccamente intuitiva è una considerazione del genere e allo stesso tempo incredibilmente difficile da mettere in pratica? Ci sono mostri del passato che amano scorazzare tra i nostri neuroni, in agguato, pronti a materializzarsi in immagini inconsce, che ci condizionano inconsapevolmente, oppure consce, che ci fanno sussultare scocciati. Intrappolare i mostri tra le sbarre della consapevolezza aiuta a vedere la meta senza che essa venga screditata, ridicolizzata e banalizzata dalla loro presenza.
Anita, forse ve l'ho già detto, dall'alto dei suoi 10 anni ormai fiuta le occasioni buone per rifilarmi una stoccata e quando attacco con discorsi simili scimmiotta imbarazzo dicendo che divento melodrammatica. Vi risparmio dunque ulteriori commenti e vi rimando al libro La via dell'artista di Jiulia Cameron, che ho trovato un po' troppo spirituale e dispersivo, ma che di fatto mi ha messo all'opera e mi ha fornito di uno strumento potentissimo di riflessione quale è la scrittura privata; a Scrivere zen, di Natalie Goldberg, che ha congelato lo scorrere vacuo e frenetico del tempo, facendomi riflettere sulla possibilità di vivere tre volte la propria vita vivendola, scrivendola e rileggendola; a Scrivere fa stare meglio di Louise De Salvo e Scrivi cosa ti dice il cuore di James W. Pennebaker, che evocano e in parte dimostrano la possibilità che scrivere sia terapeutico; a Prevedibilmente irrazionale di Dan Ariely, che è semplicemente fantastico.
Solo un paio di precisazioni:
- Le traduzioni italiane dei titoli sono criminali. Dietro a titoli dal sapore melodrammatico si celano lavori di tutto rispetto e a volte ricerche universitarie.
- Potrei essere stata nel momento giusto per apprezzare questi testi e voi potreste non esserlo: non delapidate il vostro patrimonio per colpa mia! Io li ho presi tutti in prestito in biblioteca!
- Il beneficio che ho tratto dai testi non è l'intenzione e la motivazione a scrivere così come scrivo il blog o di più e quindi un consiglio di lettura per aspiranti scrittori. Gli scrittori per me sono merce rara di altro genere e io non mi sento minimamente parte di detta sacra cerchia. Parlo di uno strumento di riflessione che io sto usando per potenziare e valorizzare i miei progetti sul ricamo e per indirizzarli verso strade da me mai esplorate e anche per fini strettamente personali.


Veniamo a noi! Quello che potrebbe risultarvi utile di questo ricamo è capire in quale modo possiamo eseguire scritte di ridotte dimensioni in modo preciso e leggibile. Per darvi un'idea, le lettere A e O minuscole hanno un diametro di circa 4mm. Ho provato a ricamare la conversazione di Alice con lo Stregatto con un filo di mulinè e con quello che Trish Burr chiama lo split stitch. Non vi sto ad annoiare, ma pare ci sia discrepanza tra lo split stitch che noi traduciamo con punto risparmiato e con lo split stitch che ho ricamato io e che altro non è che un punto indietro che, anzichè terminare là dove termina il punto precedente, lo spezza leggermente. Io lo chiamo punto indietro spezzato, ma non so se in italiano ha un riferimento legato a qualche tradizione.
Ciao a tutti! E buone vacanze a chi ancora deve partire!
Elisabetta

La scuola incombe, ma noi scappiamo

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L'inesorabile settembre è alle porte, ma noi domani scappiamo ad annusare il mare per illuderci che le vacanze non siano finite. Vi lascio però con un'ideuzza dal sapore scolastico, che rievoca il discorso sulla scrittura lasciato in sospeso nel post precedente. 
Lui mi guarda sospettoso quando gli spiego che non lo obbligo a scrivere, ma che gli concedo il piacere quotidiano di scrivere...


Io così sono riuscita finalmente ad usare la gamma DMC 930-932, che punto spesso e che mai riesco a usare. Peccato per la stoffaccia... Ne avevo comprata parecchia e mi sono imposta di usarla. Purtroppo, avendo una percentuale di sintetico ed essendo molto cedevole, non sono riuscita a tenere bene i contorni.
Ma il progetto del copriquaderno mi ha entusiasmato e ne ho già in mente un altro paio...


Con settembre tornerò proponendo tre date per tre corsi intensivi... A prestissimo!

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