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Channel: Elisabetta ricami a mano
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Abissi marini

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Sembra dipinto?! Lo è!! 
Pittura e confezione sono di Michela e Nicoletta. Io ci ho messo un po' di ricamo e... Adoro le stelline! Adesso vi racconto da chi le ho copiate.



Tempo fa, girovagando tra i blog oltreoceano, mi imbattei in una moda curiosa e attraente: la moda dei pebbles. Sassi. Sassi ricamati.
Le parole chiave per farvi una cultura in merito sono Encrusted calico ed embroidered pebbles.
Prima però vi mando al blog Arte Escapes, perchè mi sembra giusto ammettere il furto delle stelline dallo splendido lavoro dell'autrice del blog e linkare la fonte.
Andate anche a vedere la gallery della Pebble adventure e osservate il sistema di intrappolamento di oggetti tra le pieghe della stoffa, che produce un eccezionale sistema tridimensionale di illusioni e di supporti per il ricamo.

Di seguito, invece, il prospetto globale di quella che diventerà una lampada per una casa al mare. Le alghe sono ottenute ricamando una semplice filza e un ripasso con nastro di organza. I coralli... A punto corallo!






crafthackers.com

Lento rotolare di perline&paillettes

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Con la lentezza propria delle lumache e delle mamme disorganizzate, il brillante campionario procede. Avevo imposto una logica che si è esaurita in pochi secondi a favore della regola del desiderio compulsivo di novità.
E dedico l'immagine in testa al post a Carla, che voleva vedere il risultato dei miei acquisti alla fiera di Vicenza: un filato chenille Venne e lussureggianti perline e cristalletti rossi. Ma sono tornata anche con una valigia di roba oro che onestamente non so dove piazzerò, ma che ogni tanto andrò ad annusare per sentirmi un po' regina di Atlantide.




Lo so che i funghetti (o peli di istrice, come vorrete chiamarli) sono carini... Ma, ma... Vogliamo parlare del punto mosca in prima piano?! Dovevo provarlo!! E' comunque decisamente più agevole in filo...


Non chiedetemi dove andranno a finire questi ricami. Non lo so. Se mai ci farò qualcosa... Sarete le prime a saperlo! Ciao e grazie a tutte!

Una piccola Margherita in più...

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Tecnicamente la margheritina sfumata di porpora ha un altro nome, ma dubito che la bambina verà erroneamente chiamata Pratolina... Comunque, rispetto al solito, ho davvero soltanto aggiunto una margherita in più. Ne avevo già viste, ma mi è venuta voglia di provarle dopo aver ammirato i bellissimi lavori di Claudia, di Lavanda e lillà.
Stessi miei soliti colori e stile (font Saffron too). E' diverso invece il materiale di supporto: mi era stata consegnata una batista leggera di cotone e avevo paura che la stoffa arricciasse. Invece si può fare, anche senza telaio. Non lo consiglio però ai principianti...




Celeste non solo celeste

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Mi ci è voluta un'ora secca per scovare un insieme di colori pastello che cozzassero bene. E' che ormai ne ho troppi, ma lo stesso consulto la cartella colori. Ah! Che prezioso e pericoloso acquisto! Controllo quale sfumatura starebbe bene con questa matassina che pesco dalla scatola... Mmmh ... Ecco! Questa! Vediamo un po' se ce l'ho... Non ce l'ho! Evviva!!Corro a comprarla! 
E' una dipendenza nota come la mulinè color addiction. Ma non farò nulla per disintossicarmi.


Font Chopin script per un sacchetto nascita. 
Ma ne servono tre! Quindi ecco un Celeste rosa (font Abbeyline)...



E poi, e poi... Una bambolina Celeste (font Gessele)...
Vi sembrerà di averla già vista e infatti, se volete il disegno, lo troverete in quest'altro mio post. Ho perfezionato gli angoli dell'applicazione e provato a rendere più vaporosa la camicetta dell'abitino. 


Avvio al ricamo classico - Corso intensivo

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Sì! Questa volta l'evento mi riguarda personalmente! 
Grazie ai corsi avviati con l'Associazione Fantasiarte, in seguito a gentilissime richieste in tal senso, mi sento finalmente pronta a proporre un intensivo, avendo maturato tempi e finalità.
L'iniziativa è sempre promossa dall'Associazione Fantasiarte, ma ho contattato Rossella, della Scuola Laboratorio Manufacta, per chiedere di condurre il corso nella sua attrezzata, graziosissima  sala, posta nel cuore del centro storico di Verona, con il preciso intento di offrire l'occasione di abbinare al seminario un giro turistico a questa per me cara città, che conquista certo per i suoi palazzi e la sua storia, ma più ancora per la sua atmosfera raccolta e per i suoi colori: il rosso dominante di mattoni, tegole e ammonitico, i vivaci, seppur anticati, degli affreschi dei palazzi (da ammirare a naso in sù) e lo splendore del verde delle colline, quando illuminato dai bagliori dell'Adige nelle belle giornate di sole.

Quello che propongo è un base forse un po' atipico, che consente però di ottimizzare lo scarso tempo a disposizione, per vincere il blocco dell'avvio e del riporto del disegno, per promuovere l'apprendimento degli indispensabili punti lineari e per spronare alla rielaborazione creativa dei soggetti, come meglio specificato nel seguente programma dettagliato...


Concludo specificando che, qualora le date proposte non incontrassero il favore di qualcuno, sarà possibile organizzare altri gruppi al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
Ok! Vado a ricamare... Grazie per l'attenzione!

Corso intensivo... Seconda edizione!!

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Il lancio del corso intensivo ha portato ad emozionanti contatti, che, conclusisi o meno con l'iscrizione, mi hanno commosso in quanto occasione di scoperta di come un piccolo blog può entrare nella casa e nella vita delle persone.
E mentre metto a punto le ultime immagini della presentazione, stampo e suddivido i fogli della dispensa e rielaboro i ricami da proporre, giunge inaspettata una seconda data.
La seconda edizione non avrà luogo a Verona, ma qui a San Bonifacio, nella sede dell'Associazione Fantasiarte. 
L'evento è dedicato a chi non poteva essere presente nella prima data e a chiunque approdi al blog soltanto ora. Il programma è lo stesso e lo riporto più sotto per comodità.
Mi spiace di non aver più aggiornato il blog, ma ho accumulato un bel po' di immagini, che riverserò a cascata nella quiete delle vacanze. Mmmh... Fine della scuola, bambini a casa... Quiete non è propriamente la parola appropriata...


Geneticamente programmate...

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Riemergo con lo sfolgorio dell'estate, dopo un lungo inverno operoso, ma buio. La mente faceva fatica a scrivere anche la lista della spesa, quindi era impensabile che riuscisse ad articolare qui un qualsivoglia periodo di senso compiuto. 
Vi ho addirittura tradito, ma brevemente e senza soddisfazione, con il popolo di Facebook. 
Ho capito che soltanto qui mi sento tranquilla e sicura di non venire fraintesa. Perchè chi fa lo sforzo di arrivare al blog è una ricamatrice e le ricamatrici, grossomodo, sono fatte della stessa pasta. 
Tanto per cominciare, hanno una insicurezza di fondo, anche in quello che fanno, perchè il senso comune è l'inutilità del ricamo. 
Condividono una finta mitezza che ribolle in emozioni a contrasto e usano placare l'animo con lunghe ore di lavoro, perchè l'ago obbliga muscoli e spirito a ritrovare l'equilibrio. 
Hanno un'innato senso all'accudimento, che le porta, loro malgrado, alla rinuncia di se stesse: sono geneticamente programmate per incassare sconfitte. 
Usano il silenzio per metabolizzare gli eventi e ricamano aspettative... Questo pare essere il loro peggior difetto. 
Tessono relazioni e cuciono i panni di questa e quest'altra, ma giusto per passare oltre la fatica di estenuanti lavori con una chiacchiera in compagnia. 
Vabbè forse soffrono di un po' di vittimismo. 
Sono sostanzialmente tirchie ovunque, fuorchè in merceria e agli scampoli, ove si prodigano a scaricare tutte le loro frustrazioni e soltanto all'ultimo centesimo, lì, infine il mondo torna a sorridere.
E mentre io e la Gabry procediamo nel brevetto di un cuscinetto portafedi riciclabile, scorporabile in caso di divorzio, con iniziali intercambiabili per seconde e terze nozze, ecco in alto un cuscinetto progettato invece per nozze indissolubili, condite di amore eterno...


Non schiacciare il grillo!

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Col tempo impari molte cose.
E capisci finalmente perchè Pinocchio diede il ben servito al Grillo Parlante.
Io ce l'ho il mio grillo e non ho problemi a dichiarare che si chiama Gabry (sì quella ormai famosa per il cuscinetto riciclabile in caso di divorzio). Non temo la sua ira, nonostante io non l'abbia ancora tramortita, perchè dal laboratorio del nonno ho trafugato attrezzi idonei.
No, perchè insomma non è possibile che se tu non sei convinta di quella rosa lì, ma decidi di andare avanti lo stesso e poi le mostri il risulato, lei ti dica Sipperò quella rosa lì... E se usi un colore che non ti convince troppo, ma vai avanti lo stesso... Sipperò quel colore lì...
Ha osato farlo anche con la S di Siena, che per colpa sua non ho ancora incorniciato.
Tral'altro... E questo ve lo vado sussurrando... Ormai ha imparato a fare le rose pari pari alle mie, con le fogliette che girano di qua e di là come quelle che vedete qua... Si dice in giro che stia aprendo il blog gabriellettaricamiamano e siccome lei si ascolta... Farà sicuramente lavori migliori dei miei...
Suvvia Gabry, scherzo... Se continuerai a portarmi le brioches non impugnerò gli attrezzi.


Non c'entra la Gabry con questo lavoro in particolare, ma per uno molto simile che avrò modo di mostrarvi. Quindi tenete bene a mente il fioccone...
Non vi posto il disegno perchè le mie amichette non vogliono. Vogliono che io provi a metterlo su Etsi o robe simili. Ma... Anche questo ve lo dico sussurrando... La foto è abbastanza grande... Neh?!
Se mai riuscirò a espugnare i meandri del download, ci proverò e vi avviserò. Però vi dirò che il fiocco l'ho rubacchiato da un estasiante disegno antico, che prima di morire dovrò ricamare a punto pieno. Di mio ci ho aggiunto qua e là qualche riccioletto e secondo me chiunque può provarci, con un po' di carta trasparente e una buona gomma per cancellare 300 tentativi sbagliati, come faccio io.


Bordura e finiture non sono mie, anche se vorrei che prima o poi qualcuno mi insegnasse a lavorare all'uncinetto. La Gabry lo saprebbe fare, ma non so se da oggi in poi mi parlerà ancora... Addio brioches.

Victoria magazine

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Victoria magazine non è una rivista di ricamo. E' una rivista sulle belle cose. 
Vi sembrerà presuntuosa questa premessa riguardo ad una rivista che ha pubblicato le mie robe... Il punto è che che io mi stupisco. 
Conoscevo già Victoria magazine perchè tempo fa acquistai uno speciale dedicato agli alfabeti e che trovai gradevolissimo: foto e racconti di biancheria antica, arredi moderni ricamati a macchina, oggetti intagliati legati al mondo della personalizzazione con monogrammi. Lo avevo visto recensito da Mary Corbett e in qualche altro blog.
Insomma Victoria magazine mi ha dedicato due pagine e io sempre di più mi stupisco e ringrazio Jordan e Melissa per i gentilissimi contatti e la redazione tutta per aver perso tempo con me. Un grande onore, davvero! 
Diciamocelo... Il fascino d'oltre oceano è micidiale e la rete incredibilmente non ha confini.
Siccome sono sicura che siete lì a strabuzzare gli occhi... La mano di sinistra è la mia, quella di destra è una pubblicità... Hi, hi...
E visto che alla bellezza si è accennato qui, mi permetto di amplificare un commento che ricevetti proprio ieri sera dalla mia amica Franca, che ribatte al mio post dedicato all'indole della ricamatrice e all'inutilità del ricamo... 
...Inutilitá del ricamo? Ho sentito bene? Naaaaa! Come dire "inutilitá della bellezza". No fanciulle, la Bellezza salverá il mondo! E non lo dico io, ma Dostoevskij. E scusate se é poco!
Felicissima vado a leggere la mia nuovissima rivista d'oltre oceano.

Un amorevole intento

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Il ricamo è anche e sopra ogni cosa, ormai, comunicazione. 
Tanti non lo capiscono e più o meno sottilmente deridono l'arcaica attività.... Ma non devo esagerare con questi commenti, perchè la Patrizia mi ha sgridato: sostiene che io abbia dipinto le ricamatrici come povere depresse. E non osate replicare perchè la Patrizia ha sempre ragione.
Comunque, ho raccolto fiumi di racconti simili a quelli di una mia amica, che si prodigò a ricamare per mesi bomboniere per il suo matrimonio, forse un po' per dimostrare un'abilità, ma soprattutto per esprimere un sentimento diretto agli ospiti, come a dire... Ti ho dedicato del tempo, pensando proprio a te mentre ricamavo. Non stupitevi se poi la suddetta collassò al sentir dire... Beh, hai fatto bene a farle tu, così hai risparmiato! A far due conti, la sciagurata avrebbe potuto tranquillamente comprarle fatte e andarsi a mangiare due Mac Chicken menù medi con crocchette, ciambella e caffè e magari anche ordinare on-line quel kit a punto croce d'autore che puntava da un po' e che ha rinunciato di comprare per fare le bomboniere.
Ma se non ricami, non sai. Peccato.


Quindi per prima cosa il ricamo esprime dedizione.
Poi comunica di per se' l'indole dell'autore, e se conoscete qualche luminare, psicologo o psichiatra che sia, che mi spieghi il perchè delle mie iniziali, vi sarò eternamente grata... A meno che la cosa non si concluda con l'internamento. In tal caso non vi converrà venirmi a trovare, perchè potrei mordervi.
E poi c'è una forma di comunicazione schietta, che io adoro e lo sapete bene e che torna alle iniziali e alle scritte... Ci puoi mettere tutte le forme di comunicazione in unico gesto: un senso semantico, il sentimento espresso con forme esuberanti o aggraziate, colori accesi o delicati, la preziosità di una lavorazione lenta e dedicata. E non importa se lo hai fatto tu o lo hai fatto fare.


Vengo al dunque. Se una mamma ti chiede, con amorevole intento e semplici parole, di realizzare un ricamo che esprima l'amore di una mamma verso la figlia, tu... Ammutolisci. Di stupore, rispetto, panico... E capisci che non sei la sola a pensare che il ricamo valga per questo. 
Accettai l'ardua impresa e or ora il lenzuolo è in viaggio verso la madre, e la figlia.
E' curioso perchè questa volta, rispetto ad altre situazioni simili, non mi sento autrice, ma semplicemente interprete. Ho realizzato un'idea precisa, augurandomi che corrisponda alla sua forma originale.


Non voglio raccontare troppo nel dettaglio, perchè mi sembra di violare un'intimità, quindi cambio registro e mi soffermo sui dati tecnici...
Il font è l'Abbeyline e se vorrete usarlo per riempirlo di fiorellini, vi suggerisco di ingrandirlo parecchio, oltre i 150 di Word. 


Vi sembra di aver già visto qualcosa del genere...? E allora andate sul sito dell'Associazione Fili tra le mani. Si sta concludendo la cronistoria del bannerone, interessante di per se' e utile per dare un nome ai fiori e alla tecnica usata. E visto che mi sono persa a parlare di comunicazione... Quanta ne produce un lavoro collettivo passato di mano in mano?!

Folle follia

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Ragazze, ho fatto una follia.
E' talmente folle, la follia, da doversi celebrare con un altro blog. Non scherzo. Andate a vedere al link sottolinkato...
Prima però voglio specificare con assoluta assolutezza che la mia anima alberga qui e che continuerò a postare con l'assidua lentezza di sempre i miei lavori a mano. Potrete invece andare a trovare il mio doppio schizofrenico bramoso di efficienza e produttività, che ha scritto una delirante presentazione, qui: http://acuscripta.blogspot.it/2015/06/machine-adventure-amici-e-nemici.html
Ero indecisa se frammezzare lavori di una sorta e dell'altra in questo stesso blog, ma ho optato per una coerente divisione di spazi, anche per evitare fraintendimenti.
Non ho strumenti di esperienza che mi consentano di fare una previsione sull'evoluzione della cosa: ho sempre snobbato l'argomento, quindi sono una neofita in materia e l'esperimento potrebbe anche fallire miseramente entro breve.

Punto croce + rose

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Sono ancora dell'opinione che la tela aida vada vietata per legge. 
Però non c'è niente da fare: girano dei ricamabili comodi comodi e di rado ad una merceria di paese arriva la richiesta di qualcosa fatto a mano, così mi chiamano. Vai a spiegare che su un micro bavaglino di 7 cm (che indosserà un simpatico pupazzetto), non ci puoi ricamare a punto croce quella B con tutte le volutine vista in un giornaletto e che richiederebbe almeno 70 quadretti. Insomma ci starebbe solo quella triste B di 8x8 quadretti in un bianco spazio traforato. E se intorno...?
Davvero. Credevo fosse difficile lavorare sulla tela aida col ricamo classico. Credevo che la traforatura storpiasse i punti e invece è talmente "croccante", che tutto fila liscio.


E così ho scritto questo breve post per assicurarvi che potrete dare quel tocco in più anche al punto croce sulla vostra amata tela aida...
Donatella, Patrizia, Gabry! Non gongolate. In due anni ho solo prodotto queste due scritte. Anche se punto con desiderio il nuovo libro di Parolin Venise au point de croix...

Colori più accesi...

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Un post veloce, con un'immagine sola, dedicata a chi è preoccupato che io trascuri il ricamo a mano per quello a macchina...
Vi adoro!

I do Brazilian Embroidery??!!!!!

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Me ne stavo bel bella ad oziare al PC, quando ricevo una mail oltreoceano che mi dice (traducendo a spanne con il filtro di google translator - chetecnologiedaurloragazze!!) che anche lei ricama da anni la Brazilian Embroidery e che le piace questa iniziale etc, etc...
Intanto mi scuso con la suddetta perchè la mia risposta viene rigettata e quindi non riesco ad aiutarla. Lancio dunque il seguente appello: PATTI! RISCRIVIMI!!! ... Ma con una mail diversa!
Vi confesso che in primo momento la faccenda della Brazilian embroidery mi è passata inosservata. Poco dopo però mi provo a fare una mini ricerchina su Google... E poi su Pinterest...
Stop. Fate una pausa. Andate e fate la stessa ricerca. 
Ebbene: evidentemente la faccenda non è partita nè da Diane Lampe, nè dai francesi... Anche se Diane rimarrà sempre il mio unico idolo, nonchè maestra e ispiratrice virtuale. La sua eleganza mi ha sedotto e motivata a provarmici. 
Sì perchè i lavori oltreoceano sono coloratissimi e hanno anche interessanti punti a rilievo da sperimentare, magari unendo la grazia europea, oppure lasciandosi inebriare dall'esuberanza dei colori brasiliani, adattandosi alle più svariate occasioni...

Un concentrato di iniziali...

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E' nato Filippo!! Mi è arrivata la notizia proprio stamattina e... Non c'è modo migliore per iniziare la giornata!
Nome sul risvolto: ok, come al solito, con l'aggiunta di un fiocchetto a punto ombra. 
Federa... Troppe indecifrabili iniziali? Non per chi è coinvolto nell'amorevole questione! In azzurro, a punto erba doppio, le iniziali di nome e secondo nome. A punto indietro, come prosecuzione del fiocco, le iniziali dei genitori. 
Colori DMC 524, 3012, 3755, 827, 3753, 746. Ci credereste?! Perdo i foglietti dei colori e vengo sul blog per recuperarli... Mi sa che annotarli qui serve più a me che a voi.
Per Diamante un set asilo, con una nuova serie di colori che trovo gradevole e che riporto più sotto...


DMC 963, 225, 524, 3011.

Un'altra estate con le bambine del Grest di Suor Veronica

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Scusate se mi sono fatta contagiare dal mortorio che alberga in rete e nei social da un paio di mesi... Forse è fisiologico e in estate bisognerebbe spegnere tutti i dispositivi elettrici, compresa la luce e andare a letto come le galline. In realtà questa per me è stata una estate atipica e non mi viene da considerarla tanto vacanza, se non quando vado fuori di casa un paio di giorni ogni tanto. Sicchè ho lavorato e prodotto dei lavori che purtroppo non posso mostrarvi, ma ho pronti alcuni post con altre cosette e dunque mi accingo a ritornare in pista. 
Ma prima di tutto ciò non posso non parlarvi dell'annuale Grest di ricamo della Casa della Giovane... Dovrete avere la pazienza di andare sul sito dell'Associazione Fili tra le mani: abbiamo partecipato come associazione e altre socie con me hanno dedicato il loro tempo per la buona riuscita dell'evento!.
A presto! Elisabetta

L'evoluzione delle rose...

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Da un po' di tempo percepivo che le mie rose fossero cariche di muffa e che avessero bisogno di subire una qualche mutazione genetica. Per fortuna e per sfortuna perdo tanto tempo in rete: grazie alle mie scorribande tra social e siti d'autore, ho insaccato buoni frutti.
Purtroppo non posso mostrarvi qui l'immagine ispiratrice: un ricamo splendido, con rose a punto vapore e altri fiori, che si intrecciano sinuosi a decorare la lettera "O", ma potrete vederla nella mia bacheca di Pinterest, qui. Non la posto, perchè non so chi l'ha fatta e, non potendo citare la fonte, evito.
Mi colpì subito per la sua raffinatezza e per l'evidente buon uso del punto mosca fitto per le foglie delle rose. Ho prontamente rubato alla misteriosa e perfetta autrice di quel ricamo la soluzione per le foglie.


Vi chiederete ora che cosa è quella specie di irregolare festoncino che allarga i petali laterali della rosa... Il punto si chiama cast-on stitch e in sostanza è un punto vapore in cui, al posto degli avvolgimenti sull'ago, si caricano delle maglie, come quando si avvia una maglia ai ferri! Se non siete pratiche della cosa, ecco il link al tutorial di Mary Corbett (Ah! Thank you Mary for your work!). Rispetto al fiore ricamato da Mary, io ho eseguito il centro della rosa come al solito, con punti vapore.
Anche l'accorgimento del cast-on stitch, fantastico per vivacizzare e per dare volume alla rosa, non è frutto del mio scarso genio, ma viene dagli interessanti lavori di Rosalie Wakefield. In particolare vi consiglio di visitare questa e questa pagina.


Essendo molto più grande delle rose che ricamo di solito, ho usato tre tonalità di rosso-rosa (DMC 816, 347, 3328) e un giallo per i nodini al centro (DMC 3820). Per foglie e spine i verdi DMC 610, 611, 3045, 918.
La stampa della rosa che vedete sullo sfondo mi è servita di ispirazione per disegnare la forma. Pensate che è una delle quattro o cinque stampe che uscirono in un Rakam quando ero piccola e che adesso decorano incorniciate e fin'ora incomprese le pareti... Del bagno! Urge trovare una collocazione più dignitosa...


In vacanza da me stessa

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Se perdi l'interesse per le cose, e ti stanchi a scorrere su Facebook i lavori altrui e non cerchi ispirazione su Pinterest, vuol dire che qualcosa non va. Se l'unico libro che hai letto nell'ultimo anno è il manuale della macchina da cucire, significa che è davvero ora di cambiare qualcosa.
Una lunga e buia stagione di commissioni, bellissime e gratificanti, ma intrappolate nella logica dell'abbandono e di un gusto da interpretare, mi hanno lentamente esaurito la scintilla. Scorrendo il mio blog e indugiando sulla S di Siena e su altri lavori personali, quasi non sentendoli miei, ho sentito di aver perso la verve.
Per scuotermi da queste 50 o più sfumature di grigio (tutt'altro che eccitanti), ho chiesto aiuto ai miei libretti acquistati in epoche entusiastiche. E il più veloce ad emergere dal mucchio fu il luminoso e lussureggiante, stando a colori e forme, Crewel intentions di Hazel Blomkamp.
Una ragazza simpaticissima una volta mi disse che ho una grossa responsabilità: tutto quello che io consiglio lo compra. Così adesso sono in ansia ogni volta che propongo qualcosa! Ma riguardo a Hazel Blomkamp non ho ansie. Quando fantastico di essere autrice di manuali di ricamo, sogno di aver scritto i libri di Hazel Blomkamp, Trish Burr o Yvette Stanton.
Hazel non si attiene strettamente alla tradizione e se cercate qualcosa sul crewel originale, rischiate di rimanere deluse. Per la verità non me ne intendo molto di crewel, ma so che si ricama con la lana, che che nasce in area anglosassone e che prevede l'inserimento di una serie di figure note. Assomiglia un po' al nostro Bandera, ma è più complesso. Le parole chiave per farvi un'idea sono Crewel, oppure Jacobean embroidery, anche se ho intuito che il Jacobeanè una particolare forma di Crewel.
Hazel ha avuto il coraggio di proporlo con i mulinè DMC, rendendolo accessibile a tutti, e di aggiungere punti e di mescolare tecniche, anche rubati al merletto ad ago. Ne deriva un crewel un po' snaturato, ma davvero eccitante!
Hazel poi ha anche un altro pregio: crea oggetti di arredo meravigliosi. Non è da tutti. Io ho perso la testa per un suo sgabello, ma non avrei avuto il tempo per fare un lavoro così impegnativo e comunque non è mai saggio affrontare una tecnica nuova con lavori di grosse dimensioni.


Dunque ho scelto un motivo semplice, il più aderente alla tradizione. Disegno e spiegazioni stanno nel primo libro di Hazel Blomkamp, Crewel twist
Mi ero imposta di copiarlo fedelmente, come non mi capitava più da tanto, per prendermi una vacanza... Da me stessa! Ritrovare il piacere di ricamare senza pensieri.
Ma me stessa è una rompiballe (scusate il termine da osteria, ma è proprio così). Ho insomma finito per ridisegnare alcune forme, secondo un mio canone maniacale di simmetria, e di rivedere la palette di colori. Ho deciso anche di non metterci le perline.
E lo posterò a puntate per spronarmi a portarlo a termine...


Fioriture precoci

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Mi ero letteralmente dimenticata di questa lettera... 
Allo sbocciare dei primi fiori primaverili, fui presa dalla smania di lavorare in modo diverso e, ogni qual volta il mio giardino veniva inondato di un nuovo colore, annotavo l'equivalente DMC. Provai ad attenermi scrupolosamente ai colori realistici.


Il lavoro risultò estremamente interessante, ma problematica la resa finale, perchè i colori sono troppo accesi e ho constatato che l'effetto non piace. 
In fondo non piace neanche a me.
Sono orgogliosa però dei miei contorti rami di cotogno giapponese, che meglio sarebbe utilizzare da soli, trasformandoli in un delicati rami di pesco... Ma a anche così, con il loro spudorato colore brillante e violento...


L'effetto rilievo è ottenuto facendo dei punti vapore che soltanto pizzicano la stoffa: si crea così una piccola asola che prende la forma del petalo e che rimane staccata e svolazzante dalla stoffa.


Beh... Anche le margheritine mi sono piaciute! Devo imparare a dosare i fiori.
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