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Channel: Elisabetta ricami a mano
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Di tutto un po' a punto pieno

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Lavoretti accumulati nel 2011 e ancora non postati...
Qui sopra dei portatovaglioli, mentre più sotto una serie di ricami che Silvia ha montato, o monterà, sui bellissimi album che riveste con tessuti preziosi. Prima o poi riuscirò a carpirle qualche foto...




Il fiocco e la scritta sono lavorati con mulinè a due fili: è da preferirsi sicuramente il cotone da ricamo n°25 o simili, ritorti e morbidi. 
Infine, più sotto, le iniziali per una camicia che era stata accidentalmente strappata. Mi ha fatto impazzire la scelta del colore, così ho optato per del filo da cucito. Forse è un po' rigido, ma, essendo molto ritorto, gradevolmente brillante. Per stabilizzare lo strappo ho applicato delle teletta adesiva sul retro e rammendato attraverso la preparazione dell'imbottitura.



Matrimonio in bianco...

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Vista la neve di oggi è proprio il caso di dirlo! Immagino Valentina bellissima nel suo abito bianco, nella cornice di questa bianca giornata... 
Un po' mi viene freddo al solo pensarla, un po' mi sento emozionata anch'io, visto che, a mio modo, sono partecipe di questo evento speciale, grazie alla realizzazione dei sacchettini portaconfetti che adorneranno le sue bomboniere. 
Lavorare con Valentina è stato molto bello perchè i suoi gusti incontrano i miei e perchè l'importanza che dava a quanto mi chiedeva dimostrava una cura e un affetto senza pari nei confronti degli invitati. E la mia speranza è che questa sensibilità sia emersa, perchè qualche volta è proprio vero che gli oggetti parlano e che, per quanto semplici, possono negli anni evocare un momento particolare della nostra vita e le emozioni ad esso legate. 
Di solito questo succede a chi è direttamente coinvolto nella realizzazione degli oggetti: qualunque ricamo del passato, bello o brutto che sia, per me è un tuffo nel passato, piacevole o spiacevole, quasi sempre nostalgico; e i pensieri che scorrono nella lenta preparazione ripercorrono i problemi, le ansie, le gioie del momento e in qualche modo rimangono invischiate nei fili e nella trama. 
Vale per me, ma credo in questo caso anche per Valentina, perchè è stata protagonista del progetto e io semplice interprete ed esecutrice. Un esempio che vale su tutti è che ha preferito che ricamassi le iniziali degli invitati anzichè quelle degli sposi, affinchè il sacchettino fosse un vero e proprio regalo destinato. Lo trovo molto bello.
Per il sacchettino ho usato del lino sotema 30L in color grezzo, doppiato con del misto lino bianco, che si manifesta nel risvolto. Il ricamo è lo stesso punto mosca dei sacchetti di Matilde e Carlotta (che, devo dire, hanno avuto molto successo), impreziosito però dalle roselline a punto vapore. Il font è l'Edwardian Script.


Dei nastri applicati sul rivolto chiudono il sacchettino, stretti tra una rosa realizzata ripiegando un nastro in cotone naturale a cui è applicata una foglia... stampata!


Non mi perdo a descrivervi come ho fatto senza prima ringraziare Angela del blog http://borsettefatteamano.blogspot.com/, che spiega le sue esperienze nel campo della stampa su stoffa. Anzi, mi sembra più corretto invitarvi ad andare a leggere direttamente da lei le istruzioni. Vi dirò soltanto che bastano una stampante casalinga e un po' di pazienza. Per dare rigidità alla stoffa ho usato della teletta adesiva pesante (quella per borse), cosa che mi ha anche permesso di non dover fissare il tessuto al cartoncino.


Termino inviando a Valentina e Glauco i miei migliori auguri per la loro nuova vita insieme: per quel poco che li ho conosciuti ho capito che sono una bellissima coppia, in tutti i sensi.
Vi do anche appuntamento ad uno dei prossimi post, in cui mostrerò un'altra cosetta che ho realizzato per loro e che mi ha dato molta soddisfazione. Per questo, oltre a inviare gli auguri e le congratulazioni, aggiungo un sincero ringraziamento a Valentina e Glauco.

Questo mese mi trovate su ...

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... Rakam Anno III - n°2-Febbraio 2012 !

Vi confesso che, tra le emozioni che possono accompagnare una pubblicazione, per quanto mi riguarda prevale l'imbarazzo, perchè i miei sono dei lavoretti, sicuramente non confrontabili con le opere immense e meravigliose che solitamente solcano le pagine di Rakam. 
Però sono contenta perchè i lavori proposti sono piccole cose che avevo preparato per la nascita di Alfredo e il cui servizio fotografico è stato rocambolescamente concordato quasi in sala travaglio... 
Ora il tutto è davvero un ricordo indelebile!
Vi lascio, ringraziando per la pubblicazione il Direttore di Rakam Dott. Michelotti e le gentilissime ragazze della direzione, con una piccolissima anticipazione di foto mie...




Per spiegazioni e disegni vi rimando doverosamente alla rivista. 

I due piccioncini...

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Ecco il cuscinetto portafedi che ho adorato sin dalla progettazione!
Avevo notato, con mani smaniose, il bellissimo disegno delle colombe che intrecciano il loro filo d'amore e me ne ero innamorata a mia volta. 
E' rimasto nella memoria quieto, ma scaltro e scattante,  fino a che Valentina e Glauco non mi hanno offerto l'occasione per farlo emergere dall'oblio degli archivi elettronici e io l'occasione l'ho colta al volo...
Lino sotema 20L bianco e cotone da ricamo DMC bianco ottico (B5200), n°25, preso ovviamente a un filo per il punto pieno e a due fili per il nastro a punto palestrina, che infilo ormai nei ricami come il prezzemolo in cucina. 
L'interno delle colombe è reso con un retino sfilato (due fili tolti per due fili lasciati, fissati con il cordonetto bianco n°70), mentre le ali posteriori sono riempite con nodini.


Mezzo giliuccio per la sfilatura e angolini con barrette incrociate e pippiolini. Iniziali tratte da Rouyer n° 254.
Trovate il disegno sull'Antique pattern library, su uno degli Album intitolati Les Jours modernes a fil tirès e, in particolare, sul numero 6
Vi consiglio di andare a curiosare i 6 album perchè sono una fonte inesauribile di spunti per sfilature e ricamo classico.


Visto che può interessare, posto anche il retro del cuscino, aperto con sormonto e chiusura data dai fiocchi.


Le L per il patchwork di Lina

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Scrivo un post veloce veloce, per pubblicizzare un blog fantastico, che raccoglie un patrimonio inestimabile di alfabeti e monogrammi per punto croce e ricamo classico. La consultazione è facilitata da una tabella riassuntiva in testa alla pagina ed è frutto di un mirabile lavoro di scansioni di libretti antichi svincolati da copyright, suppongo frutto di donazioni.
Le iniziali che ho ricamato provengono chiaramente da tale libreria e sono destinate ai lavori di patchwork di Lina, che non vedo l'ora di vedere.
Non mi dilungo ancora perchè avrete delle belle orette da passare su questo blog (Pattern maker), il cui autore ringrazio di cuore.

Cromoterapia

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Se siete depresse, lavorate della setosa seta rossa... 
Non conosco la gamma dei rossi della seta, ma questa che avevo ha una tonalità davvero meravigliosa (simile al DMC 321). Il vecchio filato Anchor, ereditato dalla zia Bianca, non è stato un buon alleato per la perfetta resa del ricamo, ma vi assicuro che non è difficile come pensavo. E' vero che la seta scivola, ma il tessuto è talmente compatto (tramatura non evidente, al contrario del lino), che è più facile rendere i contorni e, quando tagliate il festone, è una delizia apprezzarne la perfezione.
Di seta dunque il camicino della fortuna, regalato con affetto da una nonna a un'altra futura nonna, sulla scia delle emozioni che una nuova gravidanza sempre scatena.


Lino bianco, invece, per il bavaglino, la cui curiosa foggia dal fascino antico ho estrapolato da un numero de Il ricamo Illustrato..., oppure la Broderie lyonnaise, o la broderie pur tous...? Purtroppo ho salvato l'immagine tempo fa, senza registrare la fonte.
Il motivo a fiorellini, invece, proviene da un album di decalcabili di Mani di fata.
Il ricamo Illustratoè una rivista antica, fuori copyright, che trovate sul sito di Elena, mentre le riviste francesi le potete ammirare nella galleria di Armelle non su Picasa. Ringrazio entrambe per le magnifiche scansioni.
Visto che non riesco a darvi un indirizzo preciso per ritrovare il disegno, lo posto qui sotto direttamente.


Fili magici al castello di Vinovo

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Giro con estremo piacere l'invito di Gisella Tamagno a visitare la mostra Fili Magici che si terrà a Vinovo l'11- 12 e 13 maggio. Ho partecipato alla precedente edizione, due anni fa, e torno volentieri anche quest'anno a gustarmi l'evento. 
Ecco il segreto e un consiglio per incastrare i mariti e farvi portare a Vinovo: a pochi chilometri dal castello sta Torino e, guardacaso, contemporaneamente, al Lingotto c'è la famosissima Fiera del libro... 
Dunque piazzo i rampolli alle nonne e mi faccio scaricare a Vinovo; spedisco il marito alla Fiera del libro e poi mi faccio riacchiappare a sera. L'unico neo del macchiavellico (?!) piano è che dovrò tenermi ben stretto il portafoglio, perchè il bibliomane tornerà a casa con una tonnellata di carta e non so se arriveremo a fine mese...
Comunque, se volete maggiori informazioni, potete trovarle sul sito dell'Associazione Il Quadrifoglio, oppure scrivermi per farvi inoltrare la brochure.
Non so ancora se io ci sarò sabato oppure domenica, ma se qualcuna di voi intende andarci, mi faccia sapere!

Album a quattro mani

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Due mani (le mie) per le iniziali fiorite, e due mani fatate (quelle di Silvia) per la confezione e l'applicazione delle tele su album e e scatola. 
L'occasione è un bel regalo per un venticinquesimo di matrimonio e i colori scelti l'ecrù e il grezzo.


Le iniziali grandi, che campeggiano intrecciate sulla copertina dell'album, sono (tanto per non cambiare) tratte da un libretto Sajou e in particolare dal numero 341. Rinnovo l'invito a perdersi ad ammirare tali e tante antichità nel sito di Ramzi.
Ho rielaborato io le iniziali originali, rimpicciolendole e semplificando i vegetali, per comporre il disegno che adorna il coperchio della scatola.


Non chiedetemi dettagli su incollaggio e montaggio, perchè l'unica cosa che so delle colle e che se io apro un tubetto me ne trovo dopo un secondo anche sui capelli e le calze... e il dramma è che mi capita anche con la Pritt dell'astuccio di Anita!

Trapunto fiorentino

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Ho imparato il trapunto fiorentino in fiera a Parma, filzando a due dritti una foglia in bisso di lino doppiato e imbottendola con della lana tinta con colori naturali, sotto i vigili ed esperti occhi di Rosalba Pepi. E' passato più di  un anno e scrivo questo post solo adesso, perchè da quando Alfredo gattona il tempo è drammaticamente scarso: si imbuca sotto letti e sottoscale, si arrampica prediligendo trampolini e precipizi, assaggia sassi e scarpe e probabilmente ragni e scolopendre. Se poi mi siedo al computer viene a dare il suo contributo e allora il testo prende pressappoco questa forma: foksjjkbsh-.,òùàèòrkljalkhf
Però continuo a fare qualche lavoretto e lentamente arriveranno anche i post.
Tornando al trapunto, in foto si vede un portafazzoletti in bisso di lino, trapuntato in rosa e imbottito con lana bianca e rosa, con un risultato straordinariamente confettoso.


Ovviamente è la trasparenza del bisso a rendere la magia del colore, anche se queste foto non rispecchiamo la realtà, perchè le scattai in inverno, frettolosamente, e il bianco della stoffa qui sembra ecrù.
L'alfabeto, particolarmente adatto alla tecnica, è tratto da Alphabets et monogrammes di Th. Dillmont, che trovate sull'Antique pattern library.
Ho estrapolato l'immagine per farvi vedere quanto è bello:


Ho immaginato di fare una trapunta con l'alfabeto completo e spero che l'idea non rimanga soltanto un progetto...
Il portafazzoletti si compone di due parti singole, unite soltanto dai nastrini per consentire l'inserimento dei fazzoletti. La parte superiore ricamata è un quadrato orlato con bordo ripiegato e punto quadro. La stoffa interna che funge da fodera è ripiegata e fissata con un sottopunto in corrispondenza del punto quadro. La parte sotto è un quadrato doppiato e imbottito con normale ovatta a nastro. I nastrini di raso sono applicati al sotto e si legano agli angoli della sfilatura. L'obiettivo era di tenere le due parti fisicamente separabili, per consentire al destinatario del mio regalo di poter utilizzare il ricamo anche per scopi diversi.
I fazzoletti in foto sono gli stessi di questo post.


Il vantaggio del trapunto fiorentino è che la parte ricamata è soltanto una filza e che dunque può essere eseguita anche da mano meno esperte per ricamare quelle bellissime lettere che magari a punto pieno risulterebbero più difficili. Non vuol dire comunque che sia il tutto così facile, perchè bisogna prestare particolare cura alla tensione della stoffa e alla resa uniforme del'imbottitura. Infine, essendo la lana protagonista dell'imbottitura, non credo che i lavori si prestino a essere lavati con gran frequenza e questo aspetto purtroppo riduce il campo di applicazione. Ma farò qualche prova...
Se la cosa vi interessa, segnalo il libro di Rosalba Pepi, Trapunto fiorentino, scandalosamente scontato in rete (cosa che suppongo non farà gioire l'autrice, ma farà la felicità delle appassionate squattrinate come me...).
Volevo postare qui anche una scritta che ho fatto per un sacchetto di Mario, ma siccome mi sono imposta di postare soltanto lavori terminati, rimando alla prossima, non appena mi decido di confezionarlo.
Dunque a presto...?!








Effetto cammeo

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Un cartiglio d'altri tempi, ma imbottito, per l'album numero due, occasione cinquantesimo. Le foto non gli rendono giustizia, ma è un brutto momento per la mia pazienza fotografica.
Il cartiglio era nella cartella cerebrale dei disegnidausareprimaopoi già da un po' e ve lo riporto qui sotto in tutta la sua bellezza...




L'idea del contrasto, con la stoffa più scura del coperchio, invece, è stata una trovata dell'ultim'ora e vi confesso che ne sono un po' orgogliosa, perchè ha avuto un discreto successo. Pensate che addirittura mio marito si è lanciato in un bello questo!, con l'occhio meno assente del solito...
Secondo me il segreto del successo sta in quel puntino che contorna il bombato e che altro non è che un giro di punto in chiaro fissato su un precedente giro di punto festone e che mi ricorda l'ornato dell'incastonatura dei cammei.


Il resto è tutto punto pieno. Mi spiace soltanto di non essere riuscita a creare il fondino a punto sabbia, o seme, che compare nel disegno tra l'ovale e le volute. Ci ho provato, con il colore grezzo, ma non ci stava bene. 



Buon compleanno Alfredo!

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Ecco cosa indossò  Alfredo un anno e 7 Kg fa. 
Non posso riportare i disegni del camicino e del bavaglino perchè non sono miei. Io ho leggermente modificato gli originali,  che si trovano su un vecchio manuale intitolato “Ricamo” (W.Bonardo, M Nava), Orsa Maggiore Editrice, eliminando qualche motivo nella parte bassa del bavaglino e introducendo il colore.
Come  feci anche per Anita e Mario, ricamai le nostre iniziali sui lembi posteriori del camicino.


Mi trovo qualche volta a scherzare dicendo che il terzo ha infine bruciato il mio istinto materno e che la faccenda marmocchi è definitivamente conclusa, testimone il fatto che non mi intenerisco più a vedere pance in attesa...
Però vi confesso che, riponendo questi abitini microscopici nella loro scatolina e sistemando le foto di quel cosino di siennò mezzo metro, qualcosa si è smosso... 
Non tutto è perduto. Ma il quarto ve lo scordate!

Tutto pronto per Benedetta...

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Ora aspettiamo che si affacci al mondo, per mostrare a tutti il suo bel musino!
...Tranquille! Quello di Alfredo non era un post ironico... Non sono io in attesa, ma una cara amica!

Sul suo lettino l'aspetta un lenzuolino in batista di lino, con il nome ricamato a punto pieno, decorato con un tralcio a punto mosca e roselline a punto vapore, finito con un mezzo giliuccio.


Il font usato per il nome è, ancora una volta, l'Edwardian Script ed è ricamato con due fili di mulinè in una tonalità di rosa molto più pallido della foto, il DMC 963. I colori del tralcio e delle rose sono il 3716, il 734, il 732, il 963 e il 725, sempre DMC.



Sulla federa è ripresa l'iniziale, inscritta in un cuore...


Per le roselline mi sono rifatta ancora una volta al libro di Diane Lampe, come pure per i fiori ricamati sulle iniziali del nome a punto mosca che appare sul fronte dei sacchettini portabiancheria, utili per l'Ospedale e pronti con i quattro cambi. 




Per realizzare la balza di chiusura del sacchetto ho doppiato il lino, cucito e risvoltato. Siccome cerco di evitare cuciture a macchina a vista, ho fissato con l'orlo a giorno il margine interno e il risvolto della balza.




Bavaglini e camicino sono stati già descritti in altri post con etichetta Corredini nascita e Battesimo.

Il grest di Suor Veronica, estate 2012

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L'anno scorso ho mancato all'appuntamento, perchè affaccendata con le minute coscette di Alfredo. Quest'anno invece non mi sono fatta sfuggire l'occasione di tornare al grest di Suor Veronica.
Avevo raccontato della mia prima edizione e rimando al post di allora, per le motivazioni. Ricordo solo che le due settimane trascorse insieme non avevano la pretesa di un corso di ricamo e cucito, ma lo scopo di stare insieme mettendo a frutto l'estate per fare e impare cose che normalmente nessuno più si preoccupa di insegnare.
I materiali donati, di cui disponeva Suor Veronica, erano sostanzialmente montagne di tela aida, più qualche pezzetto di lino colorato della gentilissima Leda e filati perlè e da uncinetto. 
Avrete notato che io e la tela aida non andiamo d'accordo e, benchè qualche volta io la consideri utile, la trovo anche veramente brutta.
Però... Le ragazze sono riuscite a nobilitarla! 
E' proprio la mia avversione per la tela aida che mi ha portato a suggerire delle applicazioni, anche per adempiere allo scopo di proporre qualcosa di utile, come la creazione di una toppa. Così ho inizialmente preparato il cuscino. Alla perplessità che le più piccole non riuscissero a eseguire tutto il lavoro (Laura e Lucia ci hanno veramente smentito!), ho provato a preparare altri due lavori, testando il ricamo classico su tela aida con filato corposo (Babylon 10) e suggerendo una tecnica di orlatura per realizzare un centro.
Ho trovato interessante l'interno del fiocco a filza, che, eliminando i fori, ritesse l'aida gradevolmente.
Dopo vari ripensamenti abbiamo deciso di presentare tutti e tre i lavori e di lasciar scegliere alle ragazze l'oggetto da ricamare e la tecnica, puntando l'attenzione, quest'anno, sull'atteggiamento creativo nei confronti del lavoro, a partire dalla creazione personale del disegno, riportandolo da sole sulla stoffa, dopo averla tagliata correttamente e centrato il disegno. Questo al fine di riuscire a sviluppare l'autonomia di iniziare e portare avanti anche da sole, a casa, un lavoro. Lo abbiamo potuto fare perchè  al nostro team, dall'anno scorso, si è aggiunta anche Bruna, esperta e simpaticissima, che ha anche avviato alcune all'uncinetto. In tre, con quindici ragazze, abbiamo potuto organizzare questo tipo di lavoro, più lungo e impegnativo, senza avere tempi morti e lunghe attese per l'avvio dei lavori.
E mi auguro che il tutto sia servito anche a chi , lasciato il grest, deciderà di non prendere più in mano l'ago. Se non altro avrà usato almeno una volta in vita sua... la carta carbone! Ma lo sapevate che le figlie dell'era digitale sanno si e no che cos'è?!
Una cosa che sicuramente sanno e amano fare è la scelta dei colori e sono veramente imbattibili. 
Bando alle ciance. Lascio la parola alle foto.

I copriquaderni sono andati per la maggiore...
Chiara, Mara, Arianna, Claudia (11 anni)

Anna, Anna, Maria (12 anni)





Grande successo dei cordoncini segnalibro arrotolati con l'ausilio di una matita!
Solo in due hanno realizzato la tovaglietta...

a s
Chiara (13 anni)



Michela (11 anni)

Le altre invece hanno preferito i cuscini...



Laura (9 anni) e Lucia (10 anni)


Anna (11 anni) ed  Elena (13 anni)


 Francesca, 14 anni


Qualcuno ha trovato il tempo per un secondo lavoro...


Chiara (13 anni)

Io non sarei riuscita a scegliere meglio i colori! Non è una meraviglia?!
Potete trovare questo disegno, il mazzolino di fiori e altri simili, su French knots.

Termino con i miei complimenti alle ragazze, che hanno lavorato instancabilmente e con il consueto entusiasmo. Mi sembra che ci siamo divertite tutte...


Dunque a tutte davvero grazie, buone vacanze e... buon lavoro!
Elisabetta

Una tenda e una libretto antico

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Non so se vi ricordate le colombe del cuscinetto portafedi per Valentina e Glauco... Sullo stesso stile, con ricamo in bianco e trasparenze regalate da retini, sfilature e inserti, è nata questa tenda a vetro. 
E il disegno, bellissimo nella sua semplicità, proviene sempre dalla stessa rivista francese: Les jours modernes a fils tires, n°5, scaricabile gratuitamente sull'Antique Pattern Library. 
In questo momento vanno molto di moda i ricami nordici, come l'Assia e l'Hedebo, sempre in bianco e splendidi. Trovo però più attraenti questi disegni francesi, che mi paiono più vicini al gusto italiano e alla nostra tradizione antica. Dei begli esempi li trovate sull'interessante blog di Ariane.

Aggiungo una pubblicità disinteressata alla forbici Rovaris fotografate, che ho scoperto e acquistato a Vinovo: oltre a essere bellissime hanno un'impugnatura comoda e lame formidabili.



Ho cercato di riprodurre il disegno fedelmente, ma non ci sono riuscita al 100% e spiego perchè...
Se osservate bene il disegno ingrandito, tutti i contorni sono a punto festone. Rispetto, però, al tradizionale senso di tagliare la stoffa lungo la costina del festone, alcuni punti presentano la situazione capovolta: il centro dei fiori e il nastro a fiocco hanno la costina esterna al foro. Per il centro dei fiori viene facile, come per il punto inglese, ripiegare la stoffa e così ho fatto. Tecnicamente il nastro sarebbe stato da fare come il centro dei fiori, ma non rendeva affatto bene perchè l'imbottitura e l'inserzione dei fili per il rammendo mi distorcevano un po' i punti, quindi ho optato per il punto pieno.



Segue la visione d'insieme. Non so se ci avete mai provato, ma fotografare una tenda è complicato. Per fortuna abito al piano terra, così sono riuscita a fotografarla da fuori ed evitare il controluce...


Questa volta niente iniziali. Anche se le avrei viste bene bene al centro della ghirlanda...

Ricamare per la scuola... non solo per l'asilo!

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Avevo paura che arrivassero le vacanze per non vederle durare una battito di ciglia... Ed è giustappunto già ora di tornare a scuola! 
Francamente non ho voglia di ricominciare a dedicarmi agli impegni scolastici vari e ai raffreddori, ai mali di stagione e alle tonnellate di vestiti e cappotti da lavare, stirare e infilare a bambini recalcitranti. 
Ma non c'è antidoto allo scorrere del tempo. 
Qualche volta tornerei volentieri all'età di Isabella, che frequenta le medie e per la quale ho ricamato i portasquadre in foto, soltanto per riassaporare la spensieratezza e i lunghi pomeriggi di nulla. Se penso però alle ansie scolastiche e sociali la voglia mi passa in un lampo: giusto la notte scorsa ho sognato di aver preso 2 in storia e svegliarmi è stato un sollievo! 


Il sacchetto, coordinato alle squadre, porta delle iniziali tratte dall'alfabeto dell'album Sajou n°135.

Dall'album Sajou n°664, ho invece rubato le iniziali ricamate su di un portacap da equitazione, realizzato con del lino blu di una tinta scura bellissima, su cui le iniziali, per rilievo e brillantezza, spiccano deliziosamente. Ma non c'è stato verso di fare una foto che rendesse il colore, perchè il lino rifletteva la luce in modo inusuale. 


Sempre con lo stesso alfabeto, un regalino che consegnai a giugno alla maestra di Mario, che amorevolmente lo ha seguito per tutto l'anno, tollerando allegramente le interminabili disquisizioni su robot e dinosauri.




... Ma soprattutto per l'asilo!

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Non c'è settembre senza ricami per l'asilo e il ritorno a scuola è un misto di interesse e malinconia: quest'anno ogni bambino che conosco e che ho perso di vista nell'estate mi sembra diventato un gigante. Anche Anita e Mario, in realtà, si sono allungati. Non parliamo poi di Alfredo... In spiaggia c'erano bambini di due anni, più piccoli di lui. Mario impunemente lo chiama ilneonatociccione e Anita bombolone... Lui li guarda sornione, ma nel frattempo affila i denti, pronto a scattare non appena capirà quanto farneticano i fratelli.
Con il grembiulino di Rosamaria ho rispolverato il mio manuale di Diane Lampe, usando gli stessi colori del corredino di Benedetta.
Ho provato anche un tralcio malva con nodini lilla... 


I grambiulini bianchi, 100% cotone sono Nicoletta Fanna.

Ancora un po' di asilo...

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Nel mio primo post sul trapunto fiorentino avevo accennato ad un secondo lavoro che avrei terminato prima della prossima era geologica. In effetti l'inizio della scuola me lo ha imposto e dunque eccoci.


Siccome il trapunto esige una doppiatura con una stoffa a trama larga, ho deciso di usare uno scampoletto di lino 11 fili color grezzo e di applicare sopra della batista bianca. Il font usato è il Brush script MT, particolarmente adatto per la corposità delle lettere. 


Per fissare la banda bianca ho usato il punto strega, divertente e rapidissimo. Sul fondo ho aggiunto due giri di punto quadro e la emistellina algerian eye.
Forse ho imbastito male, oppure ho tirato troppo la filza nelle curve... fatto sta che stirarlo è stato un'impresa!

Inserto all'uncinetto

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Una signora, mostrandomi un giornale dedicato all'uncinetto, i cui dati purtroppo ho dimenticato di annotare, mi ha chiesto di portare a termine uno dei progetti pubblicati, applicando su un centro quadrato in lino, un lavoro a filet all'uncinetto regalatole da un'amica. La sfilatura scelta doveva essere un semplice giliuccio, ma siccome avevo in lavorazione proprio un quadrato adatto, con la sfilatura complessa che si vede in foto, ho deciso di optare per quella. Per l'applicazione ho tirato via un filo a misura e, dopo aver imbastito, ho ricoperto la prima fila di catenelle a punto festone. In seguito ho ricamato il punto quadro. 
Ovviamente ho suggerito di inserire un'iniziale...
Io di uncinetto me ne intendo proprio nulla e avevo solennemente deciso di non interessarmene. Ma, ma... Aiuto! Adesso ho voglia di imparare anche quello!

Reticello: prendi l'arte e mettila da parte

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Un altro titolo appropriato sarebbe stato Il mio dolce incubo
Dolce perchè è un capo che mi soddisfa e che soddisfa realizzare, incubo perchè il lavoro si è protratto troppo nel tempo, inevitabilmente intervallato da realizzazioni minori. Quando succede questo, mi sale l'ansia e non è più un piacere iniziare nuovi ricami.
Però adesso, tornata l'illusoria breve quiete dei sensi, mi gongolo a rimirare la foto, perchè questo è al momento il lavoro più impegnativo che io abbia fatto. Di reticello, benchè il titolo prometta materiale in tal senso, ce n'è ben poco: il fatto è che ho seguito ormai due anni fa due corsi di reticello, appassionandomene assai poco e non portando neppure a termine il campionario (cosa di cui non vado fiera e che sta pressappoco a metà della lista delle cose da fare, che dovrei terminare tra circa 150 anni). 
La scuola che ho frequentato è celebre e la maestra che mi ha seguito bravissima, ma... Boh. Non è scattata la scintilla. 
Non dico che sia successo adesso, ma quando mi sono trovata a voler iniziare questo lavoro ho rispolverato l'arte che avevo messo da parte e ne sono felice: altrimenti avrei scelto diversamente. E sarebbe stato un peccato perchè il disegno è fantastico e vado a parlarvene, citandovi le mie solite fonte.
Ci risiamo! Les Jours modernes a fil tirès, n°6 sull'Antique pattern library.



Ho scelto di riprodurre fedelmente il disegno rispettandone la sfilatura, l'angolo a reticello e i pallini a punto pieno. Mentre però il motivo a volute sarebbe stato, suppongo, progettato per il punto pieno, ho optato, guardate un po' che strano, per il palestrina (a due fili di cotone da ricamo n°25).
Ho sempre snobbato le varianti del punto erba e invece, non ricordo neanche bene perchè, mi sono trovata a usare, per le linee orizzontali che contornano la sfilatura, il punto erba a fili scambiati (2 fili), con una resa che trovo gradevole e che movimenta i riflessi di luce. 


Mi ha un po' contrariato la sfilatura, perchè mi aspettavo una resa più compatta. Per riprodurla ho seguito le indicazioni che queste riviste danno presentando i lavori e che sono scarne, ma efficaci. 
In questo caso dovete ingrandire l'immagine del disegno e osservare in alto a sx e sulla sfilatura verticale dx.


Iniziali Rouyer n°254.
Mi dico sempre che finchè non ho stirato, fotografato e, da quando ho il blog, postato il lavoro, il medesimo non è veramente finito.
Adesso è veramente FINITO!

Croci a intaglio

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Una croce a intaglio con barrette Richelieu per un corporale. 
Ho trovato il disegno della croce nel blog Broderie D'Antan, in cui potrete ammirare una bellissima selezione di disegni per ricamo classico, ordinatamente catalogati.  Sul blog il disegno prosegue, adeguandosi perfettamente al ricamo di una tovaglia da altare.
Su richiesta ho modificato il disegno, rendendo simmetrica la croce rispetto ad entrambi gli assi.

Sui due pezzi più piccoli ho semplificato ulteriormente la croce, soprattutto nella struttura di taglio. Tessuto Sotema 30L bianco ottico.


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